Cap. 4

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Per fortuna il giorno dopo la sveglia suona, non vorrei mai ripetere una giornata da dimenticare come quella.
Peccato che suonando, la sveglia abbia peggiorato il mio mal di testa della sera precedente.

A fatica mi alzo dal letto e mi trascino fino in bagno dove mi faccio una doccia veloce.
Indosso un paio di jeans, una felpa nera con il cappuccio e sono pronta.
Prendo lo zaino, indosso le scarpe e mi dirigo alla fermata.

Mentre sono in pullman mangio il pacchetto di oreo che avevo preso dalla dispensa.

Arrivo difronte scuola.
Per una volta l'autobus è arrivato in anticipo, miracolo.
Mi appoggio al muretto e aspetto i miei amici.

Nell'attesa mi accendo una sigaretta.
-non hai ancora smesso?- sento dire da una voce a me familiare.
Poi vedo la mia piccolina sparire dalle dita e cadere a terra, prima di essere schiacciata dal piede di Alessandro.
-oh eddai- sbuffo.

Possibile che sia acora fissato. Io non smetterò tanto presto di fumare, se ne deve fare una ragione.

Mi abbraccia. E non posso fare a meno di ricordare a me stessa che gli sto mendendo.
-prometti di non farlo più?- sussurra al mio orecchio.
-ci proverò-

Poco dopo arrivano i miei amici.
Suona la campanella ed il mio gruppo e quello di Sabatello entrano in classe e, giurerei di aver visto il riccio lanciarmi un'occhiata maliziosa.

Ci sediamo in classe e in attesa dell'entrata della professoressa, uso un po' il telefono.
Apro Snapchat ed inizio a provare tutti gli effetti.
Faccio varie foto con l'effetto del cagnolino.

-l'effetto del cane per una cagna come te- sorride sardonico il mio vicino di banco.
-peccato che non ci sia l'effetto di un pene per una testa di cazzo come te- rispondo a tono.

Entra la prof e nascondo il cellulare dentro l'astuccio.
Passiamo l'ora a correggere insieme le verifiche di matematica.

Le due ore successive ho epica, quella vecchia spiega solo per due persone e il resto della classe fa casino.

Dopo la ricreazione ho due ore di educazione fisica.

Ci dirigiamo in spogliatoio, indosso i pantaloncini sportivi e una maglietta maniche corte e parlando male di Martina, io e la mia amica Maddalena ci dirigiamo in palestra; seguite da un'altra ragazza che si crede importante solo perché ci segue.

-scommetti che faccio la spaccata meglio di te?- sento dire dall'ochetta di Martina; la quale è vestita con una canotta di quelle che mostrano un pezzo di reggiseno e degli shorts che a me sembrano più delle mutande.
-accetto-
Forse non ricorda che pratico ginnastica artistica  da sei anni, meglio così.

Nel mentre il resto della classe si è riunito attorno a noi.

Parto io e scendo in spaccata [N/A: quando lo praticavo io dicevo 'scendere in spaccata', non so se è sbagliato] finché non ce la faccio più, ovvero quando le mie cosce toccano il pavimento freddo della palestra.

Vedo la mora sbiancare, prima di eseguire anche lei una spaccata, molto deludente rispetto alla mia.
Mancano una ventina di centimetri per toccare terra è già si ferma.
-crampo, ho un crampo!- urla con quella sua vocina.

Tutti ridono mentre lei cammina dolorante verso l'infermeria.
Una persona che ride più delle altre è proprio Sabatello, il quale sembra proprio felice che abbia messo in ridicolo la sua amica.

Mi rialzo appena in tempo.
-forza ragazzi, abbiamo già perso troppo tempo. Ci sono giustificazioni?- dice il prof.
Silenzio.
-io mi giustifico- dice il riccio.
Il prof scuote la testa deluso e annota sul registro mentre il ragazzo va a sedersi sulle gradinate della palestra.

Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora