Pov Louis
Ero sceso a far colazione con Liam, ma Niall non c'era.
"Liam, ma Niall non c'è?", chiesi, iniziando a preoccuparmi un po'. Lui sembrava su un altro pianeta. Sorrideva come un ebete, mi fissava, ma non rispondeva, come se non avesse capito una sola parola di quello che avevo detto. E in effetti era così.
"Liam!".
"Eh?", mi disse, tornando sul pianeta Terra."
Lascia stare. A cosa pensi?".
"Ho fatto pace con Zayn e mi ha promesso di stare un po' con me", mi disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Ma..", feci per replicare, ma venni interrotto dal rumore fastidioso di una sedia che strisciava sul pavimento.
"Ciao Niall, potresti fare meno chiasso?", disse Liam, ridacchiando.
"Scusate", disse lui, alzando le mani, in segno di difesa.
"Tieni, ti ho tenuto da parte una brioche alla marmellata", dissi, porgendogli il sacchetto contenente la brioche.
"N-non ho fame, grazie", disse, sperando di convincermi.
"Non se ne parla, tu mangi. Anche solo un pezzetto", dissi severo, sperando di convicerlo. Niall annuì e diede un piccolo morso alla brioche. Aveva un'espressione alquanto schifata, ma si stava sforzando e questo lo apprezzavo davvero.Tra una chiacchiera e un'altra, finì tutta la brioche e questo mi rese davvero felice.
"Era buona?", chiesi sorridendo. Non rispose, ma tenne lo sguardo fisso nel vuoto.
"Niall, tutto bene?", chiese Liam.
"N-no. Ho mangiato t-troppo", balbettò Niall.
"Ma è solo una brioche, Niall", tentai di dire, ma lui si alzò di scatto e corse verso il bagno. Io e Liam lo seguimmo e ci fermammo quando lo vedemmo appoggiato al lavandino, come se gli mancasse il respiro.
"Niall?", sussurrai terrorizzato dal suo comportamento. Lui si avvicinò alla tazza del water, inginocchiandosi davanti.
"Ho mangiato troppo", sussurrò con lo sguardo perso nel vuoto. Poi fece ciò che sospettavo facesse da un po'. Si ficcò due dita in gola e vomitò tutto. Rimasi pietrificato. Immaginavo che Niall facesse questo tipo di cose, ma vederlo con i miei occhi fu più doloroso di quanto pensassi.vRestai a fissarlo, con la bocca schiusa dallo shock, e il desiderio di aiutarlo aumentò parecchio. Niall si rialzò, aggrappandosi ad un Liam totalmente stupefatto e ferito. Forse più di me.
"Louis?". Chi stava parlando? Sentivo la testa girarmi vorticosamente e la mia vista iniziò ad offuscarsi. Quella voce mi arrivò ovattata e la sentivo lontana. Finalmente riuscii a riprendermi un po', dopo che Liam mi scosse violentemente, in preda al panico. Alzai lo sguardo e vidi Niall aggrappato al braccio di Liam ed entrambi mi fissavano preoccupati. Mi portai istintivamente le mani a coprirmi il viso e mi resi conto di star piangendo.
"Scusami, Lou, mi dispiace", mi disse Niall, con voce leggera.
"I-io non ci r-riesco", balbettai, mentre sentivo le guance rigate dalle lacrime calde e salate.
"A fare cosa?", chiese Niall, ingenuamente.
"Scusa Niall, non ci riesco. I-io non sono abbastanza forte. N-non posso salvarti", dissi, guardando a terra e sentendo la mano fredda di Niall appoggiarsi sulla mia spalla.
"Louis, ti prego, non abbandonarmi. Ho bisogno di te e pian piano ce la farò. Ma con calma, perchè non si guarisce da un momento all'altro", mi sussurrò Niall, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Non ti abbandonerò, promesso", affermai. Ma sentii una fitta dolorosa al petto. Lo guardai negli occhi, un brivido mi percorse la spina dorsale e allora capii tutto. Lui non poteva essere salvato. Lui non voleva essere salvato. Lui voleva solo avere qualche amico vero nei suoi ultimi giorni. Era messo male, peggio di quanto credessi all'inizio. Lui me lo aveva promesso, ma sapevo che non sarebbe guarito. Ormai era troppo tardi e questo mi lasciò un vuoto pesante nel petto, all'altezza del cuore. Così mi promisi di stargli accanto e di fare il possibile per renderlo sereno e felice. Almeno fino alla fine.Pov Liam
Andai al luogo in cui Zayn mi stava aspettando per stare un po' insieme. Ero ancora scosso per la mattinata piuttosto pesante con Niall e Louis. Certo, non era la prima volta che vedevo Niall vomitare di proposito, ma vedere Louis mentre si rendeva conto della gravità della situazione, mi aveva distrutto. Ricordai quando lo scoprii io e ricordai quanto ero terrorizzato e spaventato. Provai anche io a stargli dietro, a sorvegliarlo, a fargli mangiare qualcosa, ma fu tutto inutile, così con il tempo, ci rinunciai e iniziai a sperare di vederlo vivo per più giorni possibili.Ma con Louis. Quando Niall guardava Louis, vedevo una scintilla di speranza nei suoi occhi. Niall ci avrebbe provato davvero questa volta, ne ero certo. Ma non lo faceva per me o per se stesso. Lo faceva per Louis. Esclusivamente per vedere Louis felice. E qualcosa mi spingeva a credere che questa volta, Niall ne sarebbe uscito, per davvero.I miei pensieri furono interrotti da un sorriso a trentadue denti che mi si parava davanti.
"Temevo che non ti saresti fatto vivo", mi disse Zayn, abbassando lo sguardo.
"Non sono stronzo come te", dissi, ridendo e contagiando pure lui.
"Meglio così", iniziò,
"dove ti va di andare?", mi chiese, guardandomi dritto negli occhi.
"Scegli tu", gli dissi, rivolgendogli un sorriso sincero.
"Ti posso far vedere una cosa?", mi chiese, tornando serio.
"Certo, ma mi spaventi", affermai cercando di risultare spiritoso. Lui accennò un sorriso e poi mi afferrò dolcemente per un braccio e mi trascinò dentro l'aula in cui si teneva il laboratorio di disegno. Io entrai e lui richiuse la porta alle mie spalle e si appoggiò al muro ad osservarmi. Io mi sedetti su un banco e aspettai che mi mostrasse ciò che voleva mostrarmi.Ma niente. Rimase a fissarmi ed io avevo intenzione di sostenere il suo sguardo fino alla fine. Anche se respiravo a stento e il cuore mi batteva più velocemente.
"Hai intenzione di guardarmi ancora per molto?", chiesi con arroganza. Ora era arrivato il momento di fargliela pagare. Ora ero io lo stronzo. Ora era lui a dover soffrire.
"Smettila, lo so che ti piaccio", disse, ridendo e avvicinandosi a me.
"Mi piaci come mi piacciono i broccoli. Prova ad immaginare quanto", dissi e lui scoppiò a ridere.
"Sono onorato", disse, facendo un inchino rivolto a me.
"Allora, perchè mi hai portato qua?".
"Avrai sicuramente pensato che siccome tengo questo laboratorio, sono molto bravo a disegnare, giusto?", mi disse, gesticolando e camminando per la stanza, senza guardare un punto preciso.
"In realtà non mi interessa".
"Beh, ci hai azzeccato", mi disse, ridendo e ignorando il mio commento. Io risi e mi sforzai di stare dietro ai suoi ragionamenti. In realtà sapevo che era bravo a disegnare. Ne ero certo. Me ne ero accorto dalla sua calligrafia, dai suoi gesti, dal suo modo di gesticolare e dal modo di tenere in mano una matita o una penna.
"Ti sopravvaluti, bello mio". Volevo stuzzicarlo e mi divertiva trattarlo così.
"Seguimi, ti faccio vedere qualche mio capolavoro", affermò, sottolineando l'ultima parola. Vedere le sue opere? Non potevo chiedere di meglio. Dai disegni di una persona si può capire molto della sua personalità, giusto? Mi accompagnò in uno stanzino e aprì la porta, sorridendo soddisfatto.
"Ero convinto che in questo stanzino ci fossero gli oggetti dell'impresa di pulizie", affermai confuso.
"C'erano", disse ridendo. Quel ragazzo era fatto decisamente a modo suo.
"Ecco, qua ci sono tre miei dipinti", mi disse, orgoglioso e sorridente. C'era un cavalletto con tre dipinti, disposti uno sopra l'altro. Il primo rappresentava un tramonto sul mare. Era stupendo e le sfumature rendevano il tutto più reale. Sembrava quasi una foto, ma nonostante questo, lui era riuscito a renderlo personale. Aveva uno stile tutto suo e riuscivo a percepire la passione che ci aveva messo nel dipingerlo.
"Questo è... W-wow". Non riuscii a dire altro, era meraviglioso.
"Grazie", mi disse, voltandosi verso di me e sorridendomi,
"guarda gli altri due, mi farebbe piacere che tu li vedessi", continuò, mentre spostava il primo dipinto, per farmi vedere il secondo e poi il terzo. Il secondo era un'opera astratta, molto bella, ma la mia attenzione fu catturata dal terzo dipinto. Era un ritratto del primo piano di una donna molto bella. Assomigliava a Zayn per alcuni tratti.
"Mia madre", mi disse, sorridendo amaramente.
"È davvero una bella donna".
"Era", mi corresse. Il mio cuore perse un battito e in quel momento capii il perchè dei comportamenti e della sofferenza di Zayn.
"È mancata tre anni fa e questo ritratto l'ho fatto basandomi su una delle sue ultime fotografie", disse, con lo sguardo basso.Io lo abbracciai, accarezzandogli la schiena. Lo guardavo e riuscivo a vedere il dolore nei suoi occhi. Delle lacrime cercavano di fuoriuscire dai suoi occhi così scuri, ma lui cercava di essere forte. Cercava di essere forte come sicuramente aveva fatto da quando sua mamma morì. Mi si spezzò il cuore a vederlo così e in quel momento realizzai di volergli stare affianco, nonostante tutto.
"Il dipinto è davvero bello e tua madre sarebbe fiera di te". Era una frase fatta, ma a volte queste frasi fanno stare meglio.
"Grazie Liam", mi disse, stringendomi ancora di più.
"Perdonami, ti prego", continuò, mentre iniziava a singhiozzare.
"Zayn, ti ho già perdonato, stai tranquillo", dissi, lasciandogli un bacio tra i capelli. Lui sorrise e cercò di smettere di piangere, ma non si staccò da me. Quel contatto mi faceva stare meglio, sentivo il suo tocco caldo e il suo respiro piuttosto irregolare sulla mia pelle. Più lo stringevo e più lui si calmava e mi stringeva a sua volta.
"Grazie", sussurrò piano, posandomi dolcemente un bacio sul collo.Pov. Harry
Erano le 4 del pomeriggio, ma avevo troppo sonno per poter fare qualche attività costruttiva. Perciò decisi di rimanere sul letto a poltrire, come non facevo da tempo. Mi buttai malamente sul letto di Louis, per sentire il suo odore e chiusi gli occhi, mentre cercavo qualche posizione comoda. Quando finalmente stavo per cadere in un sonno profondo, il cigolare della porta mi risvegliò. Rimasi con gli occhi chiusi, finchè non sentii Louis sdraiarsi accanto a me e abbracciarmi così forte da far aderire il suo petto alla mia schiena. Feci finta di dormire, sperando che iniziasse ad accarezzarmi e a coccolarmi dolcemente. Ma invece mi strinse più forte, iniziai a sentire la mia schiena e la maglia bagnata e iniziò a respirare pesantemente, tirando su col naso.Aprii gli occhi e mi voltai, facendogli appoggiare la testa sul mio petto.
"Harry, mi vuoi bene?", mi chiese, stringendomi davvero forte e dandomi baci sul petto.
"Certo, Lou, non potrei vivere senza di te", dissi, posando un bacio tra i suoi capelli.
"Anche io, Harry, ricordatelo sempre".Tremai a quell'affermazione.Ero felice che me l'avesse detto, ma non capito dove voleva arrivare.
"Lou, cosa è successo?", sussurrai.
"N-Niall. L-lui non sta b-bene", balbettò esageratamente.
"Lou, ricordi dove ci troviamo? Qua nessuno sta bene", dissi, rendendomi conto della triste verità.
"Harry, tu rischi la vita?".
"In che senso?", chiesi, forse capendo dove voleva arrivare.
"Hai qualcosa di così grave tipo l'anoressia? Qualcosa che potrebbe portarti alla morte, intendo", disse, finalmente guardandomi negli occhi.
"No, Lou, stai tranquillo", dissi, avvicinandomi e posando le mie labbra sulle sue. Presi ad accarezzargli i capelli, ma Louis era ancora agitato e tremava.
"Harry, perchè sei qua?".
"I-io non...", iniziai.
"Ti prego, ho bisogno di saperlo", mi interruppe, Louis con voce tremante.
"Non posso, Lou, scusa", dissi, sperando che capisse. Lui sciolse l'abbraccio e si mise seduto.
"Harry, ho il diritto di saperlo", mi disse, guardandomi serio.
"Lou, lo so, ma non me la sento ancora", dissi, mettendomi anch'io seduto.
"Sono il tuo ragazzo, cazzo", mi disse, alzandosi in piedi e diventando rosso in viso.
"Lo so".
"No, non lo sai! Ti rendi conto che non so un cazzo di te?!", mi disse, con le lacrime agli occhi. Io mi alzai e gli posai le mani sui fianchi e lo baciai dolcemente. Lui si lasciò baciare per qualche istante, ma poi mi posò una mano sul petto e mi allontanò bruscamente.
"Ti voglio bene, Harry, ma ho il diritto di sapere se potremo avere un futuro insieme o se morirai prima!", urlò, pieno di rabbia e singhiozzando sempre di più. Io rimasi immobile ad osservarlo.
"Non voglio tornare in camera un giorno e trovarti morto per chissà quale motivo", gridò, mentre ancora stava piangendo. Stava esagerando e rendeva tutto tragico, ma lo capivo.Scoprire quanto grave fosse Niall doveva averlo mandato fuori di testa.
"Lou, guardami", dissi, prendendo il suo volto tra le mani,
"non ho nessuna malattia per cui rischio di morire e non ho intenzione di suicidarmi, devi credermi". Lui mi spinse con tutta la forza che aveva in corpo e mi fece cadere a terra. Si voltò e uscì dalla stanza, sbattendo violentemente la porta. Io mi rannicchiai dove ero caduto e mi portai le ginocchia al petto. Mi faceva sentire protetto quella posizione. E poi mi abbandonai in un pianto disperato. Mentre piangevo, mi addormentai quasi improvvisamente e mi stesi sul pavimento. Il mattino successivo fui svegliato dai raggi del sole che mi illuminavano fastidiosamente il viso. Mi alzai e mi accorsi di essere tutto indolenzito per aver dormito sul pavimento, in una posizione neanche tanto comoda.Arrancai fino al letto, mi guardai intorno e Louis non c'era. Non era tornato neanche per dormire. In quel momento lo odiai con tutto me stesso, ma volevo far pace. Ma ero anche deciso a non dirgli niente del mio passato. Così decisi di andare a prendere una boccata d'aria per schiarirmi le idee, ignorando il brontolare del mio stomaco. Uscii in cortile e dopo averlo girato per un po', mi misi a sedere una panchina, osservando un uccellino che saltellava da un ramo all'altro. Poi qualcuno si sedette vicino a me e lo riconobbi dal profumo, che amavo così tanto.
"Hazza", mi disse, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Louis, voglio mettere subito le cose in chiaro", dissi, guardandolo e lui annuì come per darmi il consenso per continuare.
"Io non ti dirò assolutamente niente finchè non mi sentirò pronto. Se mi vuoi davvero bene, allora ti fiderai di me e delle mie parole. E se non ti sta bene questa situazione, allora possiamo farla finita", dissi tutto d'un fiato. Lui sollevò la testa dalla mia spalla, ma rimase in silenzio. Un silenzio a volte può significare il nulla più totale.
Un silenzio a volte può significare qualcosa.
Un silenzio a volte vale più di mille parole. E questo era il caso.
Dal suo silenzio capii ciò che avrebbe fatto troppo male sentirsi dire. Mi alzai, mi voltai e andai via, non voltandomi indietro.//
Ecci il dodicesimo capitolo! (:

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nobody can save him
Fanfiction!ATTENZIONE! la storia non é mia, l'autrice della storia mi ha dato il consenso di metterla qui su wattpad, questa storia la amo e ne vale la pena leggerla. Enjoy! TRAMA Il bipolarismo di Louis non aveva mai causato molti problemi, finché non fu la...