13. two weeks

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Pov Louis

Rimasi seduto sulla panchina, stupefatto. Davvero Harry voleva farla finita? Davvero avrebbe preferito lasciarmi, piuttosto di confidarsi con me? Mi fece male, anzi malissimo.Si fidava di me, ne ero certo, e se non voleva parlare del suo passato neanche con me, allora doveva nascondere qualcosa di terribilmente doloroso. Ma io volevo che condividesse tutto con me, così da poterlo aiutare e da poter stare al suo fianco a sostenerlo. E, invece, perchè io ero rimasto in silenzio? Io non volevo che finisse tra noi e avevo le idee più che chiare. Sapevo ciò che volevo e ciò di cui avevo bisogno. Ma non ero riuscito a dirlo a voce alta.Io volevo Harry. Volevo rimanere con lui, indipendentemente da tutto. Avrebbe potuto anche non raccontarmi nulla di se stesso, avrebbe potuto anche nascondermi il suo passato, avrebbe potuto anche mentirmi sul suo stato di salute, ma ciò che provavo per lui non sarebbe cambiato. Lo amavo e avevo bisogno di stare insieme a lui. Era la mia necessità principale. Se lui non si fosse sentito pronto ad abbattere le mura che lo dividevano da me e dal resto dal mondo, allora avrei aspettato. Avrei aspettato al di fuori di quelle mura. Le avrei osservate, mentre si sarebbero sgretolate lentamente, permettendomi di entrare. Avrei avuto pazienza. Avrei fatto tutto questo per lui, solo ed esclusivamente per lui.Ormai ero troppo coinvolto per poterne uscire così facilmente.Conoscevo Harry da due mesi, ma mi sembrava di conoscerlo da anni e di essere cresciuto e cambiato insieme a lui.Io sicuramente ero cambiato, grazie a lui. Ed ero fiero di ciò che ero diventato. Ed ero fiero di dare il merito ad Harry. Poi tornai improvvisamente alla realtà, mi alzai velocemente e mi diressi verso la mia stanza.
La nostra Stanza.
Ero determinato a rimettere in piedi tutto ciò che stavamo costruendo con cura, ma che stava crollando lentamente. Sia io che Harry eravamo delle persone fragili. Molto fragili e deboli.Una sola tempesta ci avrebbe rasi al suolo e ci avrebbe distrutti. Ma insieme eravamo indistruttibili. Il sentimento che ci legava era così forte da riuscire a proteggere entrambi e da renderci immuni a qualunque sofferenza. Percorsi tutto il corridoio, per raggiungere la nostra stanza, ma mi fermai improvvisamente.La mia attenzione fu catturata da una porta aperta. Immediatamente mi venne un'idea geniale. Stramba e decisamente stupida, ma geniale. Mi avvicinai piano allo stipite della porta, per dare un'occhiata veloce dentro la stanza. C'era solo un signore anziano che dormiva profondamente e farfugliava qualcosa nel sonno. Entrai con passo leggero, cercando di non far rumore e aprii quasi tutti i cassetti in cerca del suo portafogli. Quando aprii l'ultimo cassetto, lo vidi. Era di pelle rigorosamente marrone e ridacchiai, mentre lo afferravo soddisfatto. Sgilai qualche banconota e riposi il portafogli nel cassetto.Osservai il signore che dormiva, ignaro di tutto, e mi sentii in colpa. Ma solo per pochi istanti. In fondo quei soldi mi servivano per una buona causa e prima o poi glieli avrei restituiti. Uscii dalla stanza, piuttosto fiero di me, e mi diressi verso il cortile.Una volta arrivato, osservai l'enorme cancello dal basso e mi ricordai di quando l'avevo scavalcato insieme a Harry per passare un pomeriggio insieme. Un pomeriggio perfetto e che non avrei mai dimenticato. Sorrisi alla sola idea e il mio stomaco venne invaso da rumorose farfalle. Mi aggrappai alla rete e iniziai ad arrampicarmi. Una volta in cima, saltai giù, facendo attenzione a quegli spuntoni che mi avrebbero potuto trafiggere il busto da una parte all'altra, ma che fortunatamente avevo evitato abilmente. Mi guardai intorno velocemente e iniziai a camminare senza una meta precisa.Non conoscevo il posto e ricordavo a stento da che parte fosse casa mia. Così decisi di fare un giro veloce per trovare qualche posto interessante, finchè non trovai un negozietto che vendeva cose piuttosto carine. Entrai dentro ed iniziai a guardarmi intorno, in cerca di un regalo dolce per Harry.Non avevo in mente di regalargli niente di speciale, ma solo un pensierino. Qualcosa che gli faccia capire quanto era importante per me.Cosa sarebbe piaciuto a Harry? Sinceramente non conoscevo bene i suoi gusti e questo mi demoralizzò un po'. Promisi a me stesso che avrei conosciuto meglio i gusti di Harry, magari avrei capito qualcosa in più anche sul suo carattere. E così andai in un angolo del negozietto, dove c'erano dei peluche. A chi non piacciono i peluche? Harry era molto dolce e probabilmente gli piacevano. E poi era pure morbido come quei pupazzetti. Iniziai a frugare tra quei pupazzi colorati e soffici, finchè non trovai il regalo perfetto.
Due orsacchiotti, dalle lunghe orecchie, che si tenevano per mano.
"Se vuole, può far cucire una scritta sulle magliette dei due orsacchiotti", mi disse il negoziante, gentilmente.
"Perfetto. Allora su questa ci scriva 'Hazza' e su quest'altra 'Lou'. Si può fare?", chiesi, speranzoso.
"Certo, vado a farglielo fare, ma dovrà attendere qualche minuto", mi disse, strappandomi di mano il pupazzo e dirigendosi verso la giovane cassiera.
"Non ho fretta", dissi, sorridendo.Anche se forse una certa fretta ce l'avevo. Dopo qualche minuto, mi porse l'orsacchiotto con cuciti i due nomi sulle magliette. Era un regalo stupido, molto stupido, ma speravo di strappargli almeno un sorriso. Pagai e uscii dal negozio. Tornai di corsa in camera, perchè era ormai tardi e poi non vedevo l'ora di rivedere il mio Harry e di fare pace con lui. Arrivai di corsa e spalancai la porta, ma rimasi stupito e un po' deluso. La stanza era vuota e iniziai ad andare nel panico. E se se ne fosse andato? E se avesse cambiato stanza? O se avesse addirittura cambiato centro psichiatrico? Scossi la testa come per cacciare via quei pensieri. No, Harry non sarebbe arrivato a tanto. Non avrebbe mai fatto nulla del genere, ne ero sicuro. Andai tremante ad aprire i suoi cassetti ed il mio respiro tornò regolare quando vidi che i suoi vestiti erano ancora lì dentro. Tirai un sospiro di sollievo e risi, non perchè ero divertito, ma perchè ero nervoso e agitato. Appoggiai gli orsacchiotti sul letto di Harry e io mi gettai sul mio, in attesa del suo ritorno. Poi la porta si aprì e vidi la sua testolina piena di ricci entrare lentamente. Non mi guardò neanche in faccia. Mi ignorò completamente. Mi alzai dal letto e mi avvicinai per abbracciarlo. Lui cercò di allontanarsi, ma io gli posai le mani sui fianchi, obbligandolo a non muoversi.
"Louis, ascolta, io...", iniziò, ma io lo interruppi dandogli un veloce bacio e cogliendolo di sorpresa. Finalmente mi guardò negli occhi ed entrambi sorridemmo. Così gli diedi un altro bacio, attirandolo più vicino a me e stringendogli i fianchi.
"Scusami, Harry", sussurrai piano.Lui mi mise una mano tra i capelli e iniziò ad osservare attentamente il mio viso.
"Louis, ho bisogno di sapere che ci sarai per me, nonostante tutto", mi disse, abbassando lo sguardo.
"Ci sarò per te, nonostante tutto", dissi, deciso.
"Sempre?".
"Sempre". Rimanemmo in silenzio per qualche istante, a sorriderci e a guardarci. Poi il suo sguardo si soffermò su qualcosa alle mie spalle.
"Cos'è quello?", chiese, ridendo e staccandosi da me per raggiungere il suo letto. Presi in mano il pupazzo e glielo porsi.
"È per te", affermai, ridendo.
"Tu sei pazzo", mi disse, ridendo e scuotendo la testa.
"Ti piace?", chiesi, mentre lo osservavo ridere. Era bellissimo e la sua risata era il suono più dolce che avessi mai sentito.
"Sì, tanto. Ma quando, come e dove l'hai preso?", mi chiese, mentre si riavvicinava a me. Mi abbracciò, stringendosi sul mio petto e tenendo ben stretto anche gli orsacchiotti.
"Ho preso in prestito dei soldi e ho scavalcato", dissi, ridendo, mentre gli accarezzavo la schiena, provocandogli mille brividi.
"Lou, dovresti smetterla di rubare e di scavalcare quel dannato cancello!", mi disse, mentre rideva forte.
"Restituirò fino all'ultimo centesimo", dissi con tono solenne.
"Non ci credo", mi rispose, dandomi un piccolo bacio sul collo.
"E fai bene a non credermi". Mi diede un piccolo schiaffetto sulla testa, per poi tornare ad abbracciarmi e a coccolarmi dolcemente.
"Ma apprezzo il fatto che tu abbia rischiato di metterti nei guai solo per me", mi disse, guardandomi negli occhi. Quanto amavo quegli occhi verdi.
"Solo per te", ripetei sottovoce. Mi diede un bacio veloce, ma intenso e significativo.
"Grazie, Lou", mi disse, sorridendo e baciandomi ancora e ancora, fino a rimanere senza fiato.

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