-Quando sei libero?
Michael: probabilmente martedì.
-Per me va bene. Di nuovo lì?
Michael: perfetto.
Bloccai il cellulare, mettendolo nella tasca posteriore dei jeans.
Quella mattina avevo avuto un attacco di panico perché mia madre mi aveva chiesto di andare a fare la spesa, inutile dire che ero rimasta a casa con gli ansiolitici a portata di mano.
Holly si era preoccupata poco di quello che era successo, e non mi aveva chiesto nemmeno come stessi.
I miei genitori men che meno, mi avevano solamente obbligata a restare a letto, e non mi avevano parlato per il resto della giornata."È il primo contatto che ho con qualcuno stamattina. Meno male che sei arrivato, Calum."
"In fondo siamo amici, no? Ti ho portato i dolcetti che ti piacciono tanto."
Presi in mano due biscotti al cioccolato, portandoli alla bocca e masticandoli.
"Ho paura del mondo. Vorrei tanto non dovermi preoccupare di nulla, ma purtroppo questa cazzo di malattia mi sta uccidendo dentro."
"Non preoccuparti, ti passerà. Ashton ha detto che non dovrai più preoccupartene."
"Lo so, ma quando accadrà? Potrebbe essere troppo tardi, e questo mi dilania."
"Non abbatterti."
Sospirai, poi Calum si mise accanto a me, accarezzandomi i capelli.
"I rapporti con Holly sembrano ancora più freddi."
"Partirà tra due settimane per Londra. Non mi interessa più di tanto, ma l'attenzione dei miei genitori si concentrerà su di lei ancora di più, ed io non riesco a restare sola."
"Ci sono io."
"Non sei mio padre."
"Lo so, ma posso essere meglio, no?"
Gli sorrisi, lasciando che mi abbracciasse.
"Ti voglio così bene, Calum."
~~~~~~~~~
La sera successiva ero uscita con Malia, Luke e Calum, ed eravamo andati a fare un giro al centro città, girando per i negozietti.
"È da un po' che non ci vediamo, ragazzi."
"Lo sai anche tu, Malia, ma tra le visite e i problemi non siamo riusciti ad uscire."
Malia annuì, affiancando me e Calum.
I suoi capelli rossi si muovevano ritmicamente, mentre Luke si avvicinava a noi.
"Vi va un gelato?"
"Luke, non credi sia un po' presto? Siamo ancora ad Aprile."
"Dai, per favore..." Mi fece gli occhi dolci, ed io annuii, non volendo che si mettesse a frignare per strada.
Quel ragazzo sapeva essere una vera peste a volte.
~~~~~~~
"Bene, ditemi cosa volete ed io prenderò i gelati." Malia segnò i nostri gusti, allontanandosi con Luke e lasciando me e Calum da soli.
"Ma quello che è appena entrato non è Clifford con i capelli biondi?"
Mi voltai di scatto verso la porta che si era appena aperta, e notai Michael in compagnia dei suoi amici.
Cercai il più possibile di non farmi notare, ma putroppo i suoi amici mi individuarono, e iniziarono a camminare verso di noi.
"Ma guarda qui cosa abbiamo, il frocetto e la ragazza di merda. Vi credete tanto superiori?"
Michael morse ferocemente il labbro, cercando di mantenere la calma.
"Sicuramente abbiamo più cervello di te e del tuo amico messi insieme."
"Calmo con le parole, frocetto. Tanto so benissimo che ti faccio eccitare e che ti masturbi sulle mie foto."
"L'importante è crederci."
"Adesso potete lasciarci in pace? Mi avete rotto il cazzo."
"Ma no, se volete ci sediamo con voi." Il moro mi fissò, sorridendo malizioso.
"No, grazie. Non ci teniamo."
"Voi ragazze fate tanto le preziose, ma poi la date al primo che passa. Scommetto che ti piacerebbe fare una cosa a tre con me ed Evan." Il ragazzo moro accanto a Michael mi fissò a lungo, sorridendo in modo lascivo.
"A te non la darei nemmeno se ti fossi l'ultimo uomo ragazzo rimasto al mondo."
"Abbi il coraggio di ripeterlo se ne hai il coraggio." Il moro mi si avvicinò, lasciando un bacio sul mio collo.
"Vattene, stronzo." Lo spinsi via, vedendo arrivare Malia e Luke.
"Che succede qui?"
"Nulla, noi stavamo togliendo il disturbo." Evan si girò, seguito dal moro di cui non sapevo il nome e da Michael.
Uscirono dalla porta, e Michael si girò verso di me con un sorriso dispiaciuto.
Avrebbe dovuto agire, non fare il coglione.
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How To Be(come) A Happy Person: Michael Clifford
Fanfic"Ansia, depressione, attacchi di panico, crisi isteriche..." "Ashton, credo che non ci siano soluzioni al mio problema." "Io penso di sì. E il paziente a cui voglio accoppiarti ha i tuoi stessi identici sintomi." "Come si chiama il paziente?" "Micha...