Capitolo 1- "Who?" "Michael."

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Quel giovedì, avevo una seduta da sola.
Il più delle volte, le facevo con Calum, anche se i nostri problemi non erano sullo stesso piano.

La sala d'attesa di quello studio era dipinta d'azzurro, piena di quadri impressionisti.
Era piacevole aspettare lì.
In fondo, c'erano sale d'attesa completamente bianche, che facevano venire i brividi.

Grazie al cielo, non era una di quelle.

Quando Malia, la segretaria di Ashton, mia coetanea, mi chiamò, capii di dovermi alzare e di dover iniziare la seduta.
Entrai dentro la stanza, sedendomi sul lettino nero, e salutando calorosamente Ashton.

"Ehi, Lauren, com'è andata questa settimana?"

"Perché me lo chiedi, se conosci la risposta?" Gli sorrisi, sdraiandomi sul lettino.

"Penso che tu debba iniziare ad andare avanti. Non puoi rimanere ferma sempre sugli stessi problemi. Basta farsi prendere dal panico, prima di andare a scuola."

"Lo so, ma proprio non ce la faccio. Quei commenti su qualsiasi cosa io faccia mi uccidono. È brutto."

"Okay, ma noi ci vediamo da più di sei mesi, e non sto notando molti miglioramenti. Certo, hai passato la tua fase di depressione completa, ma adesso la tua ansia è notevolmente aumentata."

"Ashton, a me piace venire qui. È la mia unica via di fuga da quel mondo in cui vivo. Ho bisogno di queste sedute."

"Lo capisco, ma... devi cercare di andare avanti. Non puoi rimanere fossilizzata dentro i tuoi problemi."

"Non so come fare. In fondo, è a questo che servi tu, no?"

"Hai ragione." Ridacchiò leggermente, sedendosi sulla sua sedia girevole.

"Hai portato la barretta di cioccolato?"

"Sì, tieni." Mi lanciò la barretta, che io scartai ed iniziai a mangiare.

"Io adoro mangiare queste barrette. Prima o poi dovrai dirmi dove le compri."

"Lo so, ma non prima che tu sia guarita del tutto. Poi ti dirò dove comprarle, e te ne regalerò quattro chili."

"Mi piace questa situazione."

Risi, finendo la barretta e buttando la carta nel cestino.

"A me no. Tu devi guarire. Mi sono promesso che saresti guarita entro otto mesi, e ce la farò."

"Hai solo sei anni più di me, non credere di potermi manipolare come vuoi."

"Lo so benissimo, proprio per questo penso di aver trovato un buon modo per farti fare dei progressi."

"Un'amnesia totale?"

"No, vorrei accoppiarti ad un altro mio paziente."

"Ma se sono la persona meno sociale del mondo! E poi, chi dovrebbe avere i miei stessi sintomi?"

"Ansia, depressione, attacchi di panico, crisi isteriche..."

"Ashton, credo che non ci siano soluzioni al mio problema."

"Io penso di sì. E il paziente a cui voglio accoppiarti ha i tuoi stessi identici sintomi."

"Come si chiama il paziente?"

"Michael."

"Conosco alcuni Michael, ma non penso che abbiano problemi simili ai miei."

"Meglio. Così potrò seguire i vostri progressi dall'inizio."

"Non posso rifiutare, vero?"

"No."

"Ti odio."

Ashton rise, accompagnandomi alla porta.

"Non finisce qui." Gli puntai un dito contro, poi iniziai a camminare.

"E ricordati di essere gentile!"

Sbuffai, uscendo dallo studio.

Si prospettava un'orribile seduta successiva, ed io non avrei potuto fare niente per cambiarla.

How To Be(come) A Happy Person: Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora