Il mattino dopo, mi svegliai a causa di American Idiot che rimbombava in tutta la stanza.
Sentii Michael sciogliere l'abbraccio, e staccare la sveglia."Ehi, Lauren? Lauren?"
Mugugnai qualcosa di indecifrabile, e cercai di muovermi, riuscendo finalmente a fare qualche strano movimento.
"Ti fa ancora molto male?"
"Un po'." Biascicai, alzandomi lentamente dal letto, e portai una mano alla tempia, alla quale sentivo un enorme dolore.
"Ho mal di testa. Cazzo." Mi appoggiai alla testiera del letto, riprendendo fiato ed aprendo gli occhi.
Erano incrostati, e non vedevo molto bene, ma almeno riuscivo ad aprirli.
"Vuoi un altro antidolorifico?"
"Non preoccuparti, non fa nulla."
Mi alzai dal letto, appoggiandomi ad un comodino per non cadere.
"Ti porto degli altri vestiti. Il bagno è di là, ti ci porto."
Michael prese un paio di skinny neri ed una maglietta azzurra con qualche scritta che non riuscivo a decifrare.
Mi aiutò a raggiungere il bagno, assicurandosi che riuscissi a farcela da sola.Quando finalmente, mi vestii, scesi lentamente le scale, non avendo idea di dove andare.
"Hai già finito? Pensavo ci impiegassi di più. Mia madre è in cucina, comunque. Ci sono dei cornetti con la nutella, se vuoi mangiare."
Annuii, facendomi accompagnare da Michael.
"Oh, ciao cara! Sei Lauren, vero?"
"Sì, mh."
Mi strinse la mano, ed io gemetti dal dolore.
"Che è successo?"
"Nulla, non si preoccupi."
"Hai dei lividi in faccia."
Strinsi forte gli occhi, impiegando qualche secondo per sedermi.
"Mamma, non farle domande, per favore."
"L'hai picchiata tu?"
"No, mamma! Come ti salta in mente?"
"No, signora, stia tranquilla."
Mangiai un cornetto lentamente, bevendo del latte con cacao.
La madre e Michael si allontanarono qualche minuto, lasciandomi sola in cucina.
"Chi l'ha picchiata?"
"Evan e gli altri."
"E tu non hai fatto niente per difenderla? Fate le sedute insieme! Non ti è saltato in mente che questo avrebbe potuto peggiorare i suoi problemi?"
"Ho provato a fermarli ma..."
"Michael, ha bisogno di un medico."
"È per questo che ieri te l'ho fatta vedere. Sei tu il medico. Mamma, per favore."
"Intendo, ha bisogno di andare in ospedale, ha ricevuto veramente brutti colpi."
"Signora, non ce n'è bisogno. Sul serio." Entrai nella stanza, cercando il mio zaino.
"Lauren, porto io il tuo zaino, non preoccuparti."
Michael mise in spalla il mio zaino, ed il suo, ed io salutai la madre, uscendo dalla casa, mentre Michael apriva la sua macchina.
"Dobbiamo entrare a scuola separati, oppure penseranno strane cose, ed i tuoi amici inizieranno a prenderti di mira."
"Se vuoi entro con te. Hai bisogno di una mano."
"No, chiedo a Calum di farsi trovare fuori dalla scuola e di portarmi lo zaino. Non preoccuparti."
"Lauren, io..."
"Non devi scusarti, Michael."
"Mi sento in colpa comunque."
Scossi la testa, e mandai un messaggio a Calum.
Era relativamente presto, quindi non ci avrebbe visto molta gente."Bene, penso di doverti salutare, adesso." Annuii alle mie stesse parole, trascinando il mio zaino davanti scuola, in attesa che arrivasse Calum.
Michael mi guardò tristemente, poi si voltò, ed entrò nell'atrio, stringendo i pugni.
"Cosa è successo, Lauren? Cosa sono quei lividi?"
Distolsi lo sguardo dalla figura di Michael, spostando la visuale su Calum.
"Va tutto bene, Calum, tutto bene."
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How To Be(come) A Happy Person: Michael Clifford
Fanfic"Ansia, depressione, attacchi di panico, crisi isteriche..." "Ashton, credo che non ci siano soluzioni al mio problema." "Io penso di sì. E il paziente a cui voglio accoppiarti ha i tuoi stessi identici sintomi." "Come si chiama il paziente?" "Micha...