3rd Seat;

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"Calum, puoi accompagnarmi?"

"Ma perché non vai a piedi?"

"Lo sai benissimo."

"Va bene, va bene."

Chiusi la chiamata, ed in pochi minuti Calum si fece trovare sotto casa mia.

"Ciao mamma, ciao papà, ciao Holly."

Nessuno di loro mi guardò, né mi degnò di un saluto.
Sorrisi comunque, ed entrai nella macchina di Calum.

"Tu mi vedi, vero?"

"Certo che ti vedo, Lauren. Perché me lo chiedi?"

"Perché ho come la sensazione che per i miei, io non esista."

"È una novità?"

Stetti zitta, guardando il finestrino.

"Scusa, sono stato ind-."

"No, Calum, hai ragione. Faccio di tutto per non ammetterlo, ma alla fine è sempre così."

"Siamo arrivati." La conversazione scemò di colpo, ed io scesi dalla macchina, salutando il moro.

Entrai nella sala, notando che Malia non era al solito posto, così presi coraggio ed entrai nell'ufficio di Ashton.

"Ciao Lauren, sei già qui?"

"Beh sì. Malia?"

"Le ho dato il pomeriggio libero, in fondo, oggi ho solo te e Michael, quindi può stare tranquilla."

Annuii, e Michael arrivò nel giro di pochi minuti.

"Vi siete visti questa settimana?"

"Sì." Michael rispose, prendendo l'iniziativa.

"Bene, di cosa avete parlato?"

"Di qualcosa che rimarrà tra noi."

"Uh, Lauren, che succede?" Michael si voltò verso di me, mentre io iniziavo a grattare in modo ossessivo il palmo della mano.

"Lauren, vuoi un tè?"

"No, scusami Ashton."

"Non fa nulla. Che succede?"

"Devo per forza dirlo davanti a lui?"

"Beh, dovete conoscervi meglio, quindi non ci vedo nulla di male."

Sospirai, cercando di non scoppiare in lacrime.
Mi sentivo dimenticata, mi sentivo male, solo al pensiero che nessuno mi avrebbe mai notata.

"Lauren, sai che puoi dirmi tutto, vero?"

Annuii, mordendo ferocemente il labbro inferiore.

"Prima di venire qui, ho salutato i miei genitori, e mia sorella. Nessuno ha risposto al saluto, come se non esistessi, capisci? E come se non bastasse Calum me lo ha ricordato. Loro non mi vedranno mai come loro figlia."

"Lauren..."

"Ashton, aspetta. Io mi impegno così tanto, sia a scuola, che a casa. Faccio tutto io, cucino, lavo, spolvero, e Holly non fa mai un cazzo. E sono incazzata perché a lei danno tutti i riconoscimenti che spetterebbero a me, e lo odio. Li odio."

Cercai in tutti i modi di non scoppiare a piangere, ma purtroppo qualche lacrime scappò dai miei occhi, e un singhiozzo lasciò le mie labbra.

"Mi sto rendendo così ridicola. Scusami."

"Non sei ridicola. Lo farei anche io, se avessi una situazione come la tua."

"Michael, sono stupida, questa cosa va avanti da così tanto che non dovrebbe nemmeno toccarmi, eppure continua a farlo, più forte della volta precedente."

Mi spostai al centro del lettino, più vicina al biondo platino.

"Io mi chiedo perché tua madre chiede dei miglioramenti quando è la prima causa del tuo comportamento. Sei l'unica che non ha bisogno di un cazzo di psicologo, invece sei qui. Non meriti questo, e vorrei vedere Holly fare tutto ciò che fai tu al suo posto. Smetti di occuparti di tutti. Non puoi continuare. Ti distruggi."

Fissai Ashton, cercando di non ricominciare a piangere, ma fallii, e le braccia di Michael mi strinsero.

"Beh, almeno non vi odiate come prima."

Morsi violentemente il labbro, allontanandomi dal biondo, e sospirai.

"Come dici tu, Ashton."

How To Be(come) A Happy Person: Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora