Capitolo 9- Where am I?

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Quando mi risvegliai non avevo nemmeno la forza per muovere un muscolo.
Sentivo tutto il corpo indolenzito, come se mille spade mi avessero trafitto.
Feci per muovere il braccio, ma lo bloccai subito, sentendo un dolore lancinante provenire dal gomito.

Feci un enorme sforzo, ed aprii gli occhi, trovandomi in una stanza completamente diversa dalla mia.
Eppure, ero svenuta nel cortile.
Chi diavolo mi aveva presa?

Feci scorrere i miei occhi lungo il mio corpo, e trovai decisamente troppe fasciature, soprattutto in corrispondenza dell'addome e delle gambe.

Espirai lentamente, sentendo la cassa toracica quasi esplodere.
Avevo qualche costola rotta, poco ma sicuro.

La porta della stanza venne aperta lentamente, e dalla porta fece capolino Michael.

Cercai di trattenere la sorpresa, ma a quanto pare non ci riuscii, e la mia mascella si spalancò, facendomi male.

"Ti sei svegliata. Pensavo che non lo avresti più fatto. Ero così dannatamente preoccupato."

Chiusi nuovamente la bocca, cercando di limitare i miei movimenti.

"Riesci a parlare? Il colpo alla mascella è stato veramente orribile."

Mossi il dito indice, facendo segno di no, e cercando di girarmi in una posizione più confortevole.

"Quello stronzo ci è andato pesante. Ti ho dovuto dare un casino di antidolorifici, ma non hanno funzionato molto. Non sai quanto mi dispiaccia." Si sedette accanto a me sul letto, guardandomi preoccupato.

Riuscii finalmente ad alzare la mano sinistra, portandola alle mie labbra, ancora incrostate di sangue.
Il solo pensiero di ciò che era successo fece riempire i miei occhi di lacrime, e sapevo che avrei avuto un attacco di panico a breve.

Ed anche Michael lo capì, perché corse via dalla camera, portando lo zaino che usavo per la scuola.

"Nella tasca davanti ci sono le pasticche?"

Scossi la testa, mentre Michael iniziava a scavare nello zaino nero.

"Ecco qui."

Aprii lentamente la bocca, lasciando che lui mi desse la pillola ed io la ingoiassi.

"Mi sento così in colpa... non avrei dovuto lasciare che loro lo facessero. Se sei ridotta in questo modo è solo colpa mia."

Chiusi gli occhi, inspirando a fondo.

"Perché mi hai portata qui?" Fu l'unico suono che riuscì ad uscire dalle mie labbra.

"Perché avevi bisogno di cure. E sei ridotta veramente male. Hai sangue incrostato ovunque, e dovrei cambiarti le fasciature. E dovrei portarti in ospedale."

Scossi la testa, e guardai l'orologio.
Erano le undici di sera, e sarei dovuta tornare a casa, altrimenti i miei mi avrebbero picchiata, anche peggio di come aveva fatto Evan.

"Devo andare a casa."

"Scordatelo."

Cercai di alzarmi, ma il corpo non reagì ai miei comandi, ed io crollai nuovamente sul letto.

"I miei non saranno gentili, domattina."

"Mando loro un messaggio dicendo che sei da Calum, e dico a Calum di coprirti. Prendo il tuo cellulare e lo faccio in fretta."

Annuii, e cercai di mettermi comoda, sentendo la schiena spezzarsi a metà.
Un sospiro soffocato uscì dalla mia bocca, mentre evitavo di urlare.

"Vuoi altro antidolorifico? È solo colpa mia, dio."

"No, ho solo bisogno di stare in pace. Se vuoi posso dormire sul divano."

"A parte il fatto che non sai se io abbia un divano o meno, in più, non riesci nemmeno a muoverti, come pensi di arrivare al divano?"

Stetti zitta, e Michael spense la luce, sdraiandosi accanto a me.

"Mi dispiace."

"Non fa nulla. Ordinaria amministrazione."

"Avrei potuto fermarli, ma non sono riuscito a farlo."

"Tieni più ai tuoi amici che ad una semi sconosciuta. Va bene così."

Si girò verso di me, e ci ritrovammo l'uno sdraiato di fronte all'altro.

"Domani dovrebbe andare meglio."

"Lo spero." Tossii, temendo che il dolore potesse spezzarmi totalmente.

"Credimi, avrei voluto essere al tuo posto. Tu non lo meriti."

"Non merito tante cose, eppure sono qui."

Chiusi gli occhi, e sentii le mani di Michael avvolgermi e attirarmi a sé, lentamente, come se potesse sbriciolarmi.

Lo sentii singhiozzare sulla mia spalla, sussurrandomi cose dolci all'orecchio.

"Mi dispiace così tanto."

How To Be(come) A Happy Person: Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora