Capitolo 13- It's time to tell you something.

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Rimasi da Michael tutta la notte, dormii insieme a lui anche quella volta.

Era rassicurante avere un corpo caldo accanto a sé, dava una strana sensazione di protezione.

"Ehi, Michael, pst, sei sveglio?" Gli toccai il fianco più volte, cercando di capire se fosse sveglio.

Mugugnò qualcosa di incomprensibile, girandosi poi verso di me.

"Cosa c'è Laur?"

Aprì gli occhi lentamente, stropicciandoli con le mani.

"Puoi uhm, sono in imbarazzo... puoi abbracciarmi?"

Michael ridacchió, avvolgendomi con le sue braccia forti.

"Posso abbracciarti tutte le volte che vuoi."

Sorrisi, prima di dargli un leggero bacio sul naso.

"Credi che dovrei scusarmi per quello che è successo l'altro giorno?" Gli chiesi retoricamente, guardandolo negli occhi.

"Non credo che la gente si scusi per un bacio."

"Io non sono 'la gente'."

"Non voglio che ti scusi. È stato carino."

"Adesso sono imbarazzata."

"Non c'è motivo di esserlo." La sua voce calda e roca arrivava alle mie orecchie sempre più attutita, segno che stavo iniziando ad addormentarmi.

"Lo sono comunque. Sei carino, Michael." Sbadigliai vistosamente, mettendo la testa nell'incavo del suo collo.

"Anche tu lo sei, Lauren."

I miei occhi si chiusero definitivamente, dopo la sua ultima affermazione, e sorrisi lentamente.

Michael mi piaceva tanto.

~~~~~~~~~~

La mattina seguente mi svegliai a causa dei movimenti che Michael faceva nel sonno.
Erano già le sette, quindi pensai di svegliarlo.

"Mamma?"

"No, sono Lauren, svegliati."

"No, voglio dormire."

"Tra due minuti suonerà la sveglia, quindi anziché ascoltare quel frastuono infernale, alzati e disattivala."

Michael sbuffò, aprendo gli occhi e posandoli su di me.

"Ai suoi ordini, capitano."

~~~~~~~~~

Arrivammo a scuola in orario, e per evitare ogni tipo di scandalo, io scesi per prima dall'auto, entrando a scuola.

"Ehi, Lauren. Dobbiamo parlare."

Calum mi attirò a sé, decisamente agitato.

"Che succede?"

"È complicato, oddio, cos'ho fatto?"

"Se non me lo dici, è difficile che io lo sappia."

Calum sbuffò, salutando velocemente Luke, e marciando verso i corridoi meno frequentati.

"Vuoi per caso stuprarmi?"

"Che schifo, sei una ragazza."

Alzai gli occhi al cielo, accorgendomi di avere gli stessi vestiti del giorno prima.
Non avevo niente con cui cambiarmi, dannazione.

"Dimmi che succede, Calum." Lo bloccai contro il muro, controllando che non ci fosse nessuno.

"Ashton."

"Ashton cosa."

"Ci siamo baciati, e non solo, e sto sbagliando tutto. Mia madre mi manda da lui perché vuole che io guarisca, e non credo che sarebbe felice se le dicessi che mi piace lui."

"Calum, ma che cazzo?"

"Oddio, sto commettendo degli errori pazzeschi. Non avrei dovuto dirtelo, adesso mi giudich-."

"Puoi stare zitto un secondo?"

Calum morse ferocemente il suo labbro inferiore, evitando il mio sguardo.

"A te lui piace?" Calum annuì, fissando le sue scarpe con fare colpevole.

"A lui, tu piaci?"

Calum mi guardò sorridendo, e annuì.

"Penso che alla prossima seduta parlerò con lui di questo. Non pensavo che anche tu fossi nei casini."

"Anche? Non mi hai raccontato qualcosa?"

"Sono praticamente scappata di casa, ieri Holly è partita, ed i miei mi hanno sfottuta davanti l'aeroporto."

"Perché non sei venuta da me?"

"Perché tu hai già tua madre a cui pensare. Non hai bisogno di un peso."

"Lauren, sei la mia migliore amica, pensi davvero che saresti un peso?"

"Scusami."

"Non preoccuparti. Adesso però abbiamo un altro problema da risolvere."

"Quale?"

"Fare in modo che mia madre non scopra la mia relazione clandestina con Ashton."

How To Be(come) A Happy Person: Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora