Harry era davanti a me, aveva il passo decisamente più lungo e più veloce del mio, feci una lieve corsa per raggiungerlo, lo vidi guardarmi per poi iniziare a ridere mentre prendeva da una delle tasche la chiave per aprire la porta.
- Sembri un bambino sai Louis? - disse con un sorrisetto sul volto mentre apriva la porta bianca che chiudeva la nostra stanza.
A quelle parole le mie gote si colorarono di un leggero rosa misto al rosso, non era il primo a dirmelo ma ogni volta mi vergognavo, per il semplice fatto che questo mio lato non lo mostravo quasi mai, ero sempre io a dover gestire tutto, a crescere le mie sorelle e prendermi cura di mia madre, non potevo essere mai il ragazzo spensierato e felice che sono in realtà, dovevo essere una sorta di padre di famiglia, anche se a mia zia _ una ricca donna a cui non importava di noi, e che infatti non si è mai degnata di darci un tetto sulla testa o pochi spicci per permetterci di comprare almeno un filone di pane _ non le è mai stato bene nulla di ciò che facevo, mi ha sempre schifato e rimproverato dicendomi che tanto qualunque cosa io facessi alla fine in futuro sarebbe risultata inutile, perché avrei abbandonato tutto e tutti come fece mio padre con me e mia madre, e se non tornavo indietro sarebbe stato così, ora loro erano sole, magari pensavano che io fossi deceduto, o che fossi stato arrestato, ora erano sole, come lo ero io molti anni fa.
Faccio schifo.
- Louis perché piangi? - sentii dirmi da una voce roca, sbatto velocemente le palpebre facendo bagnare ulteriormente le mie guance, feci arrivare la manica della mia giacca fino a metà mano per poi stringere quest'ultima a pugno e asciugarmi le lacrime ormai scivolate sul mio viso senza nessun preavviso.
- Nulla Harry.. - dissi in un flebile sussurro per poi entrare velocemente nella stanza e sedermi sul grande letto, come al solito non riuscivo a toccare con i piedi il pavimento, perciò iniziai a dondolare leggermente le mie piccole gambe, mentre il mio sguardo si perdeva nel vuoto della mia anima, sono come mio padre, sono un fallito, uno bastardo che ha lasciato la propria famiglia.
I passi pesanti di Harry rimbombarono nella stanza, sentii sollevarmi il viso da delle grandi mani, le dita erano leggermente ruvide a contatto con la pelle liscia del mio volto.
- Posso schifarti quanto voglio, ma non capisco questo comportamento, non ti ho detto nulla, ho fatto qualcosa? Ho cercato di non insultarti il più possibile, io... - si interruppe sentendo i miei singhiozzi dovuti dal terribile e stravolgente pianto che prese possesso di me.
- Voglio.. Voglio solo stare solo Harry - continuai a parlare con voce flebile facendo fatica a dire la maggior parte delle parole per colpa dei singhiozzi.
Ritrassi le gambe sopra il letto tirandomi indietro per scansarmi dal ragazzo Tedesco dinanzi a me, mi sdraiai dandogli le spalle mentre giocavo con un lembo del lenzuolo e silenziosamente le lacrime continuavano a scendere e colare sulle mie guance bagnando il leggero tessuto del cuscino e del lenzuolo sottostante, lo sentii sedersi sulla solita poltrona posta accanto al letto, avrei voluto raccontargli tutto, avrei voluto sfogarmi, ma per me è solo uno sconosciuto che mi disprezza in tutto quanto.
Forse sono proprio io l'errore, quello sbagliato, quello che non sa fare nulla, e che quel poco che fa risultata sempre errato così da provocar ancora più problemi, a me e alle persone che mi circondano.
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Purebred ||Larry Stylinson||
FanfictionSOSPESA. -Sei uno stupido ebreo di merda! se non era per merito mio tu ora eri già nel fondo del Pacifico, morto congelato!- mi urlò contro con disprezzo, la vena sul collo era leggermente pronunciata per lo sforzo che fece con la voce. Aveva ragi...