Giorno 22 Agosto 1939.

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Il capitolo è breve, scusate, spero non ci siano errori.
Buona lettura.
M. Xx


- Harry posso parlarti un momento? - ero seduto sul letto con le gambe incrociate, mentre nella stessa posizione era posto il riccio dinanzi a me che scrutava ogni frammento di me con il suo sguardo gemmato.

- Certamente Louis. - le sue labbra si muovevano lentamente, andando a ritmo con la sua voce bassa.

Dopo la scorsa notte non sentii più il sapore di quei petali scarlatti contro la mia pelle, lungo la mia lingua, fino a quelle ore non si avvicinò più a me in quel modo.

Respirai profondamente spostando il mio sguardo su ogni possibile oggetto o parete presente nella stanza, era dannatamente difficile, avevo timore di porgli quella domanda, timore di far esplodere quella bolla dove eravamo presenti semplicemente ed unicamente noi due.

- Dovresti darmi delle spiegazioni.. Non trovi? - la mia voce equivaleva ad un sussurro acuto quasi impercettibile, le mani stringevano piccoli lembi del lenzuolo sottostante, avevamo passato le ultime ore in silenzio uno difronte l'altro, eppure non c'era imbarazzo tra la sottile distanza che ci separava.

Lo vidi annuire in segno di approvazione schiudendo le sue labbra - Hai assolutamente ragione, delle spiegazioni sono più che dovute.. - adesso anche le sue lunghe dita stringevano pezzi della stoffa bianca, facendo ogni tanto sfiorare le nostre mani, le sue emanavano un tepore rilassante e accogliente mentre le mie erano fredde e secche come le foglie d'autunno - .. Come penso che tu abbia già intuito, sono cresciuto in una famiglia che mi ha da sempre dettato gli stereotipi della persona perfetta, ed una delle caratteristiche principali era il fatto di trovare una moglie, nel mio caso, o nel caso di mia sorella Gemma, marito, quindi se provavi attrazione per un qualcuno del tuo stesso sesso, qualcuno di sbagliato, saresti diventato della feccia, inutile per la società e orribile per le persone a te care e vicine.. - annuii capendo esattamente di cosa lui stesse parlando mentre con il polpastrello dell'indice iniziai a sfiorargli lentamente le sue dita - ..crescendo con questa mentalità nella mia testa, accettarmi era ed è estremamente difficile, accettare il fatto che provo attrazione per dei ragazzi.. - quelle parole vennero dette quasi con disprezzo - fare pensieri su una persona del tuo stesso sesso, pensare a lui come si pensa ad una donna è così schifosamente sbagliato! - anche se quelle parole non vennero dette in modo diretto nei miei confronti, mi sentii profondamente insultato, in risposta allontani lentamente il mio indice dalla sua grande mano, mentre la mia vista si appannava leggermente e il naso pizzicava, il tedesco strinse tra il suo indice e pollice il mio dito pochi istanti prima allontanato da me per spezzare quel lieve contatto ma successivamente riacquisto da lui - però io non posso resistere ai miei istinti Louis, io non posso continuare a vivere nella menzogna solo per essere accettato dalla società e dalla mia famiglia.. - quelle parole vennero interrotte da dei leggeri singhiozzi così da arrivare al mio udito in modo frastagliato.

Delle gocce limpide scorrevano verso il basso scontrandosi sul bianco lenzuolo e sul pantalone verde del ragazzo dagli occhi del medesimo colore di quella stoffa, le sue dita stringevano ancora il mio indice, più esile e più piccolo.

- La tua famiglia ti vuole bene, indipendentemente dalle persone di cui tu sei attratto Harry.. - mormorai portando la mano libera sul suo volto sfiorando con il palmo quella pelle liscia, ai miei occhi priva di imperfezioni.

Lo vidi scuotere la testa in segno di negazione, in quel momento la sensazione che percepivo anche alcuni giorni prima si rifece presente, quella sensazione di paura, terrore di qualcosa che potesse succedere a breve. - Tu non capisci chi sono io.. - interruppi il suo discorso portando le mie braccia intorno alla sua vita avvicinandolo al mio corpo con una leggera stretta, mentre con il volto sul suo torace, con l'orecchio poggiato su esso, potei sentire il suo battito accelerare drasticamente. - A me non importa chi sei, io posso perdonarti Harry, posso perdonare tutte le parole orribili che mi hai detto, perché in fondo sto capendo che un minimo di umanità in te è presente! - le parole uscirono da sole sfiorando la pelle sottile delle mie labbra, mentre le sue mani scorrevano con tocco delicato lungo la mia schiena coperta dalla semplice stoffa azzurra della camicia con cui ero solito star vestito all'interno della cabina.

Io avevo perdonato Harry, ne ero più che sicuro, ed ero sicuro anche del fatto di aver capito che in realtà non era una sua diretta intenzione assumere un comportamento tale, ma delle persone che lo avevano cresciuto, ero sicuro di quel che stessi facendo, così sicuro e certo da riportare in contatto tra di loro il gusto delle nostre salive leggermente salate ma allo stesso tempo dolciastre.

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora