Giorno 25 Agosto 1939.

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Scusate il ritardo, buona lettura.
M. Xx


Pochi attimi prima il Tedesco mi disse di non seguirlo perché sarebbe tornato molto presto, ma io non volli dargli retta, a piccoli passi seguii la figura ormai lontana di Harry, in silenzio, con una sensazione a dir poco lugubre che scorreva nelle mie vene, la mia voce impaurita rimbombava tra le ossa del mio cranio balzando sul cervello ripetendomi di tornare in dietro prima che sia troppo tardi, prima che tutto quanto posso crollare come un piccolo castello di sabbia costruito sulla riva del mare, solo in attesa dell'onda perfetta ma allo stesso tempo estremamente catastrofica.

Il respiro si bloccava nella mia trachea quasi strozzandomi del tutto, il cuore rimbombava nei miei timpani mentre le punte delle mie piccole dita tremavano alla sola tremenda sensazione che avevo in corpo.

Arrivai dinanzi una stanza, svariati uomini in divisa militare erano schierati in piccole file, al loro centro era presente la magnifica moglie del Tiranno, mi trovavo dietro l'anta in legno di mogano della porta di quella stanza, potevo scorgere nel fondo di essa Harry mentre si avvicinava con aria titubante ad Hitler.

- Salve Flurer. - la voce autoritaria del Tedesco invase la piccola stanza grigia, immersa precedente da un silenzio opprimente.

- Come hai potuto?! Come hai potuto tradire la mia fede?! - il Tiranno iniziò a pronunciare quelle parole a pieni polmoni facendo pian piano arrossare fin da subito il suo volto, di canto suo Harry indietreggiò leggermente non capendo cosa stesse succedendo. - Sei un lurido bastardo proprio come loro! Come Harry?! Io che sono grande amico di tuo padre, io che ti ho salvato il culo e ti ho accudito come un figlio! Come hai potuto tradire me?! - la voce sempre più alta si infrangeva nella mia mente torturandola, mentre anche le gambe magre iniziavano a tremare.

- Flurer non era mia intenzione! Gli giuro che io l'ho scoperto dopo! - cercò di lavarsene le mani il Tedesco, ciò procurò una leggera fitta al mio stomaco - Allora uccidilo! Uccidi quell'essere inutile e schifoso! Ammazzalo o io farò uccidere tua madre Anne!! - quelle parole furono cariche d'odio come non mai, quel Tiranno bastardo non aveva neanche un minimo d'umanità.
- No! Ti supplico no!! mia madre no! - e cadde a terra sulle sua ginocchia, piegando quelle lunghe gambe, mentre urla straziate uscivano dalle sue labbra candite e rosse.

Nell'essere spettatore di quella scena, così schifosamente orribile e inumana, feci qualche passo in avanti attirando l'attenzione della signora Eva sulla mia piccola figura, mimò con le sue labbra di andare via, il suo sguardo era pieno di terrore, a differenza del mio che era totalmente assente, mentre però il mio corpo avvertendo il pericolo tornò immediatamente nel punto dove si trovava precedentemente, iniziai a correre per quei corridoi paragonabili a dei labirinti, mentre delle lacrime scorrevano sulla mia pelle, le urla mi si bloccavano in gola annullando ogni mia possibile richiesta d'aiuto, ogni mio singhiozzo, le mani che stringevano con terrore delle ciocche dei mie capelli lisci, mi guardavo in torno cercando la strada giusta che non riuscivo a trovare, i minuti passavano ed io raggiungevo luoghi sempre più differenti e sicuramente lontani dalla nostra stanza.

- Harry! - urlai sentendo la stessa sensazione che ebbi quella sera a quello spettacolo teatrale, tutto intorno a me iniziava a girare, ad avvicinarsi sempre di più confondendomi, niente era al suo posto, i miei occhi, ormai completamente arrossati e leggermente gonfi, cercavano di scorrere la figura snella di Harry lungo i corridoi immensi.

- Harry ti prego.. - un sussurro strozzato uscì dalle mie labbra ormai gonfie e lucide mentre la sensazione di panico iniziò a far parte sempre più di me.
Il corpo ormai si era rannicchiato su se stesso mentre il mio volto veniva premuto contro le gambe, il respiro fortemente irregolare.
Harry avrebbe dato fine alla mia vita, il Tedesco sarebbe stato l'artefice della mia fine, della mia morte.

Venni sollevato dal freddo pavimento, il mio corpo era totalmente inerme tra le braccia muscolose del ragazzo che per poco fu sconosciuto alla mia mente.

Quando sentii il cigolio di una porta aprirsi alzai lentamente il mio capo incrociando gli occhi rossi e pieni di tristezza del Tedesco, le guance umide con il naso leggermente arrossato.

- Perché eri lì Louis..? - la sua voce, rotta e flebile, mi fece nuovamente strozzare le parole tra le corde vocali procurandomi solo un leggero tossire, perché io ero lì? Continuavo a ripetermi questa domanda mentre con lentezza poggiai la mia fronte umida lungo il suo petto nudo, per la camicia leggermente sbottonata, mentre le mie ciglia sfioravano quella pelle così liscia.

- Sei al sicuro Louis, con me al tuo fianco sei intoccabile.. - sussurrò poggiandomi con delicatezza sul grande e morbido materasso, le mie iridi volevano osservare soltanto lui, tutto ciò che ci circondava era ormai da tempo scomparso, ma il suo volto con i suoi lineamenti così magnifici erano impressi nel mio sguardo - Io ti ho promesso di proteggerti, ho promesso di farlo mentre io e te.. - si fermò portando la sua mano ad accarezzare la pelle morbida del mio collo - ..mentre facevo l'amore con te, Louis Tomlinson. - a quelle parole deglutii inclinando leggermente il capo per far sfiorare la sua mano sulla mia guancia incavata.
- Salva tua madre Harry, è lei che ami, non me. - sussurrai mentre lentamente i miei occhi si lasciarono abbandonare ad un sonno pesante accompagnato dalle deliziose carezze del Tedesco.

Mai potei udire la sua risposta.

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora