Giorno 19 Agosto 1939.

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Voglio ringraziare tutti voi lettori che continuate a seguire la storia anche se non aggiorno in modo regolare, grazie mille davvero.
M. Xx

Gli occhi erano socchiusi per la grande quantità di luce mattutina che colpiva incessantemente il mio volto, le tempie pulsavano quasi, ma non dolevano più di tanto.

Nessuno oltre me era nella stanza, Harry non era tornato ed io ero ancora solo con la fame che mi divorava all'interno.

Passai con forza il dorso della mia mano destra su entrambi gli occhi cercando di svegliarmi il più possibile, uno sbadiglio uscì dalle mi labbra fini mentre i muscoli si tendevano verso l'alto per stiracchiarmi.

Improvvisamente la porta del bagno davanti a me si aprì seguita da uno scricchiolio, il tedesco dall'imponente statura fece capolino mostrandosi con tutta la sua bellezza.
L'espressione del mio volto non trasmetteva alcun apprezzamento nei suoi confronti, ma la mia mente faceva ben altro.

Indossava le sue solite braghe eleganti, e il dorso era nudo, la pelle chiara e disegnata da vari tatuaggi era estesa su tutta la sua altezza, un piccolo sorriso era presente sul suo volto.

- Buongiorno feccia - mi disse con ancora quel sorriso, quel sorriso odioso ma bello da farti trattenere il fiato, lo ignorai totalmente poggiando i miei piedi caldi sulla fredda moquette del pavimento.

- Hai perso le parole durante la notte? - disse beffardo ticchettando il suo indice sulla mia spalla nuda per attirare la mia attenzione.

Non risposi, semplicemente continuai a camminare verso il bagno, camminavo indifferente a piccoli passi, passando al suo fianco, sentii quel suo profumo, che non dimenticherò mai, mi pervase facendomi quasi socchiudere gli occhi e dilatare le pupille per il piacere che mi faceva provare solo nell'inalarlo.

- Hai finito con il bagno? - chiesi, la voce era piatta, non feci trapassare nessuna emozione, nessuna sensazione.

Un mugolio gutturale e d'approvazione proveniente dal fondo della sua gola si espanse per la stanza, il mio sguardo continuava ad esaminare in silenzio il suo corpo formato da delle leggere curve sinuose, un piccolo strato di carne dei fianchi usciva appena dalla vita stretta dei suoi pantaloni, alzai alla loro altezza la mia mano piccola e pallida, immerso in quella visione, i polpastrelli freddi sfiorarono con delicatezza quella pelle così morbida e calda.

- Che cosa stai facendo? - la sua voce agitata mi fece tornare alla realtà, con un piccolo passo indietro si distaccò dal mio tocco, le mie gote iniziarono a bruciare per la vergogna.

A passo veloce entrai nel bagno senza proferire parola, chiusi la porta bianca che in quel momento era alle mie spalle, smisi ti trattenere il respiro, il mio petto si contraeva e si rialzava con movimenti veloci mentre la mia mente ripensava all'azione fatta poco prima, in quel momento mi sentivo uno schifo, tremendamente sbagliato e confuso, gli uomini non dovrebbero fare queste cose, mi continuavo a ripetere.

- Gli uomini non dovrebbero pensare queste cose.. - le parole uscirono come un sussurro dalle mie labbra fini e leggermente screpolate.


L'acqua stava diventando man mano sempre più fredda, controllai per l'ennesima volta i polpastrelli ed erano sempre più raggrinziti ma non mi importava, avevo paura di vederlo, avevo paura di fare altri pensieri d'approvazione sul suo corpo che tanto ho amato per tutti questi anni.

Gli occhi erano chiusi, proiettavano immagini scollegate tra di loro, ma sempre più cristalline.

Un rumore fece cessare tutto ciò, lo riconobbi come lo scricchiolio di una porta, pensai come le altre volte che fosse semplicemente difettosa, infatti le palpebre restarono chiuse e i pensieri ricominciarono a scorrere, mentre il mio capo era poggiando all'estremità fredda ed umida della vasca bianca che conteneva il mio esile corpo sommerso dalla tiepida acqua.

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora