Giorno 20 Agosto 1939.

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Amo questo capitolo.
M. Xx

- Louis avanti alzati da questo letto! - la voce alta del ragazzo riccio mi perforava le orecchie strappandomi dai miei sogni, lo guardai con gli occhi leggermente socchiusi e assonnati.

- Che cosa vuoi..? - mormorai mentre mi alzavo con il busto guardandolo dal basso, sembrava ancora più alto.

- Sto uscendo dalla camera, ci vediamo in corridoio, sarò fuori la porta. - la sua voce sembrava quasi sofferente, o meglio straziata.

Io semplicemente annuii, mentre la figura slanciata del ragazzo era ormai fuori dalla porta bianca della cabina.

Un brivido pervase il mio corpo appena i miei piccoli piedi caldi vennero a contatto con il pavimento freddo, dei semplici vestiti erano sul letto, sembravano della mia taglia.
Sfiorai con le dita quella stoffa liscia che profumava di sapone, la camicia era bianca e le braghe nere, vidi anche delle bretelle del medesimo colore, sembravano i soliti vestiti che mi portava Harry, ma avevano qualcosa di diverso, mentre i miei polpastrelli entravano in contatto con quella stoffa sentivo il mio battito arrivare al centro della mia gola.

Andai nel bagno iniziando a spogliarmi della camicia azzurra di Harry che mi diede la prima volta, era grande ma mi donava, anche se il mio copro non sembrava assolutamente quello di un uomo con quel pezzo di stoffa pregiata che lo ricopriva.

Con un sospiro le mie piccole dita magre iniziarono a sbottonare quella stoffa così leggera.
Dopo pochi secondi i miei piedi erano coperti da un azzurro opaco, mentre il mio corpo era spoglio di tutto, iniziai ad esaminare ogni centimetro di me stesso, ogni millimetro della mia pelle, ero così orribile, solo guardarmi mi faceva venire la nausea, forse Harry aveva ragione, ero solo una feccia, un omosessuale schifoso, un intralcio per la società, io e tutte le persone come me.

Mi voltai per non vedere più il mio riflesso e iniziai a vestirmi, uscii dal piccolo bagno senza neanche vedere se avevo indossato tutti gli abiti nel modo corretto.

Presi una grande boccata d'aria, la lieve oscillazione della nave in quel momento non mi aiutava affatto, chiusi gli occhi cercando di rendermi il più tranquillo possibile, appena la mia mano toccò la maniglia fredda in oro le palpebre si sollevarono mostrando così le mie iridi blu contro la porta bianca.

Aprii l'oggetto dinanzi a me, il ragazzo dai capelli ricci era seduto a terra, il suo sguardo puntato sul mio corpo, con piccoli e lenti movimento chiusi la porta in legno e mi avvicinai a lui.

- Allora? Che mi devi dire? - la mia voce era piatta, annoiata.
Ero stufo di sentirmi dire sempre le stesse cose, anche se aveva ragione, mi stava stancando.

Le labbra dal colore dei petali di una rosa rossa erano leggermente socchiuse, bagnate dalla sua stessa saliva rilasciata dalla sua lingua con il lieve contatto avvenuto su quei due petali.

A quella vista sentii un leggero tremolio lungo le mie gambe che pervase tutto il mio corpo.

- Siediti Louis - disse con calma prendendo tra i denti bianchi un pezzo di quel petalo, le sue iridi seguivano ogni mio movimento, piegai le miei gambe sedendomi dalla parte opposta della sua, la schiena era poggiata sulla porta della nostra stanza.

- Sai, la persona più importante della mia vita è mia madre Anne.. - iniziò a parlare Harry senza nessun preavviso, perché mi stava dicendo quella cosa?
Proseguì il suo monologo - .. Lei è una donna dalle mille qualità, oltre ad essere bellissima, che è solo un qualcosa di superficiale, mi è sempre stata vicino, tranne una volta.
Quando ero piccolo non avevo amici, stavo sempre in casa mentre tutti gli altri bambini andavano nella piazza a giocare felici e spensierati, io studiavo e pensavo al mio futuro, con chi mi sarei sposato, se mai avrei avuto dei figli, se la mia situazione economica da ricco sarebbe rimasta tale.. - si bloccò guardandomi, il mio sguardo era fisso sul suo volto, ero attento ad ogni singola parola, probabilmente lui notò ciò e dopo un mio cenno con il capo per invitarlo a parlare proseguì quelle parole.
- .. Un giorno a dieci anni uscii nella piazza con mia madre, iniziai a giocare con un bambino, era piccolo, occhi blu, capelli lisci e castani, i vestiti leggermente sporchi di terra.. - ebbi un sussulto ma non dissi niente.
- .. Iniziai a giocare con lui come fanno i bambini normali, fino a quando lui non mi prese la mano, ero piccolo ed ingenuo, mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio su quella guancia liscia e rosea.. - abbassai lo sguardo mordendomi con forza il labbro, non poteva essere.
- .. Mia madre appena mi vide mi tirò per i capelli trascinandomi via da lui.. - udii la sua voce spezzarsi appena ma non ebbi il coraggio di alzare il mio sguardo verso la sua figura.

- ..Mì riportò immediatamente a casa, mentre mi urlava contro quanto fosse sbagliato quello che stavo facendo, io amo mia madre, ma quel suo comportamento mi terrorizzò così tanto .. - la voce era impaurita e appena sentii un singhiozzo provenire da lui alzai di scatto la testa e mi precipitai al suo fianco, non mi resi neanche conto di essere arrivato vicino a lui, non sapevo cosa fare, avevo paura della sua reazione.

Nessuno dei due parlò, si sentivano solo alcuni singhiozzi provenire dalla gola di Harry mentre delle lacrime bagnavano il suo bel volto.

Continuavo a ripetermi, cosa devo fare?

Portai incerto una mano sul suo volto, a quel lieve contatto il ragazzo sotto il mio tocco ebbe un lieve sussulto, il dorso della mia mano accarezzava con dolcezza la sua pelle liscia e candita.
Il suo braccio destro circondò con una lieve stretta il mio bacino, non dissi niente.

Mi ritrovai rannicchiato tra le sue gambe, stretto al suo corpo caldo mentre le sue lacrime lentamente cessavano, alzai il mio sguardo, i miei occhi blu stavano rilasciando anche essi, come i suoi poco prima, delle lacrime, bagnandomi il volto.

- Smettila di sprecare in questo modo queste piccole gocce di rugiada.. - la sua voce era bassa mentre la sua mano asciugò ogni parte bagnata del mio volto.

Eravamo in silenzio, a quell'ora nessuno passava per quel corridoio, nessuno avrebbe potuto interrompere quel momento, il nostro momento.

Vidi il suo volto avvicinarsi al mio e quei petali sfiorare la mia liscia guancia per poi depositarci un morbido bacio sopra.
Come fece quel giorno da bambini, mi ricordavo della madre di Harry, ma mai lui lo seppe, mai.

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora