Una forte luce era in modo persistente puntata sul mio volto, feci un piccolo mugolio di disapprovazione e voltai il viso dal lato opposto continuando a tenere gli occhi chiusi.
Sobbalzai alzando su il busto quando sentii degli oggetti in stoffa essermi lanciati addosso, portai il dorso della mia mano a stropicciare con forza gli occhi per poi mettere a fuoco la situazione, presi tra le mie mani uno di quegli oggetti che scoprii fossero vestiti, di certo non erano i miei.
Alzai la testa guardando Harry in modo confuso -Di chi sono?- chiesi con voce bassa e rauca per via del mio risveglio avvenuto solo pochi attimi prima. -Tuoi, e di chi sennò? - mi rispose il Tedesco dai capelli ricci i modo ovvio, ma prima che aprissi bocca per chiedere spiegazioni riprese a parlare -Ero nella lavanderia a portare i tuoi abiti, mentre aspettavo che si lavassero ho visto questi vestiti che erano della tua taglia più o meno, e ho pensato di poterteli dare così che sarei potuto andare in giro senza lasciarti da solo. - disse alzando leggermente le spalle come per farmi intendere che quel suo gesto non era nulla di tanto speciale, nel mentre che le sue labbra rilasciavano queste parole, si sbottonava la camicia da notte in seta proprio dinanzi a me, non persi neanche un secondo nel spostare il mio sguardo dal suo corpo.
Mi alzai lentamente e presi i miei abiti dirigendomi verso il bagno, appena entrato questa volta mi accertai che la porta fosse ben chiusa, iniziai a sbottonarmi l'enorme camicia di Harry per poi indossare i miei nuovi abiti, mi guardai allo specchio quasi non riconoscendomi.
Feci un sospiro tornando nell'altra stanza dal ragazzo a me sconosciuto, anche lui pronto con i suoi abiti a ricoprirgli il corpo, presi la foto lasciata sul comodino la sera precedente per poi metterla nel taschino della mia giacca, successivamente uscimmo dalla grande cabina immersi dal silenzio.
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Purebred ||Larry Stylinson||
Fiksi PenggemarSOSPESA. -Sei uno stupido ebreo di merda! se non era per merito mio tu ora eri già nel fondo del Pacifico, morto congelato!- mi urlò contro con disprezzo, la vena sul collo era leggermente pronunciata per lo sforzo che fece con la voce. Aveva ragi...