Giorno 16 Agosto 1939.

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SCUSATEMI HO AVUTO PROBLEMI CON WATTPAD E SOLO OGGI SONO RIUSCITA A RISOLVERLI, QUINDI HO SCRITTO VELOCEMENTE IL CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA. M. Xx

- Louis - una voce lontana mi stava chiamando ma i miei occhi si rifiutavano di aprirsi.

- Louis - la voce era più forte e più vicina, sembrava giocosa, quasi allegra..

Le pupille si ristrinsero velocemente appena le mie iridi vennero a contatto con la luce mattutina proveniente dall'oblò, mi voltai trovandomi il viso di Harry poco distante da me, mi guardava con un sorrisetto sul volto e le piccole fossette come incise nella sua pelle.

- Buongiorno Tomlinson! - disse ancora con quel tono allegro, non sembrava neanche lui.

- Ti sei svegliato di buon umore signor sono Tedesco ergo superiore a tutti? - dissi esternando il mio pensiero, appena vidi le sue sopracciglia corrucciarsi seguite da un leggero tremolio accennai una risata - scherzavo! - mormorai sorridendo per rassicurarlo.

In risposta ricevetti un sonoro - Mh.. Sarà meglio per te. -

Restammo per svariate ore a raccontare i vari avvenimenti del passato riguardo le nostre vite, o meglio, della mia vita, appena chiedevo qualcosa di privato al riccio cambiava sempre argomento, quasi preferiva parlare delle varie colorazioni delle rose pur di non raccontare la sua vita.

- Harry .. - mormorai ricordandomi di una cosa che da qualche giorno mi stava martellando la mente.

- Mi dica Tomlinson - disse.

- Perché quando ti ho parlato della morte del mio ex ragazzo te ne sei andato senza dire nulla? - mormorai portandomi le gambe al petto poggiando il mento sulle ginocchia guardandolo dritto negli occhi, cosa che lui non fece, spostava lo sguardo da un angolo all'altro della stanza di continuo, sembrava quasi nervoso.

Passarono svariati secondi se non minuti prima di una risposta, lo sguardo si immobilizzò appena gli posi la domanda, le labbra si schiusero e un sospiro uscì da quest'ultime.

- Perché non posso consolarti. - disse semplicemente.

- Certo, solo perché sono ebreo, giusto? Perché mi piacciono le persone del mio stesso sesso, giusto?! - dissi alzando il tono della voce, ma la sua risposta mi fece restare davvero sorpreso.

- No Tomlinson .. - mormorò facendo una breve pausa, come per pensarci meglio e poi riprendere a parlare - non sono capace di consolare le persone, per me è difficile rapportarmi con gli altri, soprattutto con qualcuno di diverso. - mentre parlava alcune volte il suo sguardo incrociava il mio che era fisso già da tempo sul suo volto teso.

Qualcuno diverso da lui ..

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora