Giorno 14 Agosto 1939 parte 2.

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Scusate l'attesa ma ho avuto davvero tanti impegni, ora tornerò ad aggiornare regolarmente, mi raccomando questi capitoli sono abbastanza importanti, attenti ai piccoli particolari.

Il resto delle ore passarono velocemente, Harry dopo aver concluso il suo bagno disse di avere delle cose da fare, quindi rimasi da solo in quella piccola stanza illuminata solamente da un piccolo fascio di luce che proveniva dall'oblò presente su una delle pareti.

Il fascio di quella lieve e calda luce era puntato proprio su di me, alzai leggermente il mio braccio dalla pelle color latte iniziandolo a ruotare leggermente, era un abitudine che avevo fin da piccolo, amavo troppo il calore del sole, era così rilassante, mi faceva capire che ero ancora vivo e che ciò che stavo vivendo non era frutto della mia mente dormiente.

Spostai dal mio corpo le coperte bianche che rivestivano il letto per poi poggiare lentamente i piedi sul pavimento sottostante, mi alzai in piedi dirigendomi verso il borsone che aveva posato Harry in un angolo della stanza, lo presi per i grandi manici in cuoio e lo posai con fatica sul letto, era davvero pesante, conteneva così tanti vestiti che non sarei neanche riuscito a contarli tutti quanti.

Iniziai a tirar fuori varie giacche e camice, non erano molto differenti le une dalle altre, tutte con colori neutri e l'unica cosa che poteva variare erano i vari origami presenti su quella stoffa dal colore così neutro.

Una giacca nera con dei fiori bianchi aveva catturato la mia attenzione, era così piena di particolari che la presi e senza pensarci la indossai, le maniche erano enormi, altrettanto lo erano le spalle ed anche la lunghezza.
Sospirai triste del fatto che mi stesse troppo grande per poterla indossare, iniziando così a sfilarla ma non feci in tempo che sentii la porta aprirsi e mi voltai di scatto verso essa.

- Cosa stai facendo Louis? - disse Harry chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi a me.

- Ero qui da solo che mi annoiavo, e questa giacca era troppo bella, solo che mi sta davvero troppo grande - dissi sospirando e sfilandomela con dispiacere, per poi piegarla e riposarla nel borsone del riccio, quest'ultimo ignorò stranamente l'accaduto e cambiò subito argomento.

- Questa sera sono stato invitato ad una cena, ma ho pensato che ti avrebbe fatto piacere venire a farmi compagnia - disse sorridendomi per poi riprendere a parlare senza darmi il tempo di rispondere - Questi sono per te, spero sia di tuo gradimento - disse porgendomi degli abiti a vista d'occhio molto eleganti, feci un cenno con il capo come per ringraziarlo ed entrai velocemente nel bagno.

La camicia era di una stoffa così leggera che mi si potevano intravedere i pochi tatuaggi che avevo sul petto, mentre i pantaloni erano interamente neri ed in seta, sopra avevo una semplice giacca nera e delle scarpe opache che mi stavano leggermente grandi ma non ci diedi molto peso, mi sistemai i miei capelli indomabili davanti allo specchio per poi voltarmi e trovare la porta leggermente socchiusa come le altre volte, eppure io ero sicuro d'averla chiusa.

Uscii dal bagno e mi trovai Styles interamente elegante, io in confronto sembravo appena uscito da un quartiere di gente povera.
I colori erano esattamente come i miei, solo che la sua camicia era completamente ornata da balze che passavano su tutta la lunghezza del suo busto, gli dava un'aria così sofisticata.

Lo vidi fissarmi per qualche secondo per poi avvicinarsi ed iniziare a sbottonarmi uno ad uno i bottoni della mia camicia, sentii il volto riscaldarsi notevolmente.
Appena arrivato all'ultimo bottone riprese ad abbottonarli velocemente vendendomi a disagio.

- Avevi saltato un bottone - mi disse alzando leggermente le spalle per poi voltarsi ed uscire dalla stanza.

Sono il solito imbranato.

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora