Giorno 15 Agosto 1939 parte 3.

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Passai il resto della giornata nella piccola stanza di Harry che ormai potevo considerare anche mia.

Passeggiavo avanti e indietro per il piccolo perimetro circostante, i pensieri mi inondavano la mente, le incomprensioni che si erano già generate in poco tempo passato con lui, tanti dubbi e pochissime risposte, mi azzarderei a dire nessuna risposta.
Chi era lui? Perché mi disprezzava così tanto non conoscendomi? Perché era carino con me ma subito dopo il suo lato malvagio lo invadeva e lo portava a dirmi delle cose insensate e senza fondamenta? Ma sopratutto con quale pretesto se la prendeva con me? In fondo non gli sto facendo nulla di male no? Non mi sembra di intralciarlo, magari gli occupo il suo spazio nel letto ed è costretto a dormire sulla poltrona di velluto verde, ma mi sembra così sciocco pensare che solo per questa banale cosa lui provi un astio così profondo nei miei confronti, che provi così tale ribrezzo.

Mi tornò in mente la breve sensazione di pressione sulla mia fronte quando poche ore prima lui poggiò le sue labbra su quest'ultima lasciandoci un dolce e caloroso bacio, perché? Perché dopo ciò che mi dice si comporta quasi dolcemente? Forse si sente in colpa e quindi dispiaciuto?

No non credo ..

Passai ore a riflettere su ciò, ponendomi così tante domande che avevo ormai un dolore lancinante al capo, guardai il piccolo orologio appeso al muro che indicava le due di notte, talmente mi ero assorto nei miei pensieri che saltai il pranzo ed anche la cena, ma più che altro Harry si era totalmente disinteressato di me.

Mi misi velocemente sotto le coperte fingendo di dormire appena sentii un rumoroso sospiro provenire da dietro la porta.

Mi misi in modo da poter vedere cosa faceva il ragazzo dai capelli ricci, entrò chiudendosi la porta alle spalle e spogliandosi in pochissimo tempo dei suoi indumenti mentre si dirigeva nel piccolo bagno.

Sentii dell'acqua scorrere, passarono circa dieci minuti e lui ancora non era uscito da lì, capii subito che si stava facendo un bagno.

Il dolore alla testa era peggiorato, tanto che poggiai i miei piccoli e caldi piedi sul pavimento gelido e mi diressi con pochi passi davanti alla porta del bagno dove trovai lui immerso nella piccola vasca, gli occhi chiusi, le labbra serrate e la mascella rigida.

- Harry .. - mormorai portandomi due dita a massaggiare leggermente la mia pulsante tempia destra, lo sguardo sofferente.

Lo vidi girare il volto verso la mia direzione e aprire lentamente gli occhi mostrandomi quelle iridi così verdi e stanche, mi guardava aspettando che proferissi parola, ma non si vergognava ad essere praticamente nudo dinanzi a me? Eravamo pur sempre due uomini! È oltraggioso no?

- ho un forte dolore al capo .. - continuai a mormorare, le ultime parole vennero smorzate da un leggero mugolio per una piccola fitta nella tempia che continuavo a massaggiare delicatamente.

- Aspettami di là - mi disse ed io mi andai a sedere sul grande e alto letto, come al solito iniziai a far dondolare i miei piedi avanti e indietro più volte mentre altri piccoli lamenti uscivano dalle mie labbra fini per le forti fitte alle tempie.

Vidi il ragazzo dai capelli corti ai lati e un ciuffo riccio uscire dal bagno con dei semplicissimi pantaloni di seta, il colore era chiaro ma non riuscivo a decifrarlo con precisione per via della poca presenza di luce.

Lo guardavo cercando di capire cosa stesse facendo, era seduto a terra con le gambe incrociate davanti alla bassa libreria dove era presente quel magnifico giradischi.

Lo vidi prendere un album, non sapevo di chi si trattasse, estrasse il grande disco e lo posizionò facendolo iniziare.

La musica non troppo potente risuonava nella stanza, era una melodia tranquilla che ormai ora non ricordo più, ma ricordo ancora quanto mi rilassò quella notte.

- Alzati - mi disse Harry ormai alzatosi da terra con una mano tesa verso di me come per aiutarmi, posai la mia su quest'ultima e con un lieve sforzo mi alzai.

- balla con me Louis - mi sussurrò ad un orecchio l'alto ragazzo dinanzi a me.

Sentii le gote andare a fuoco dopo quella breve proposta che tanto proposta non sembrava.

Posizionai una mano su una sua spalla e l'altra era ancora intrappolata nella sua grande mano, le labbra socchiuse e lo sguardo confuso quasi quanto la mente.

Le nostre mani unite, la mia testa poggiata sul suo petto nudo mentre i nostri corpi si muovevano lentamente a tempo con la musica.

Chiusi i miei occhi beandomi della leggera melodia ormai sparsa nell'aria e del dolce suono del suo battito.

SONO VIVA YEE
Questo era un capitolo abbastanza importante, scusate per eventuali errori. c:

M.Xx

Purebred ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora