Capitolo 3

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~ECCO QUI UN NUOVO CAPITOLO. SO CHE AVEVO DETTO CHE AVREI PUBBLICATO DOPO IL 2 MA MI È VENUTA L'ISPIRAZIONE E COSÌ ECCO IL CONTINUO 😍~

<<Mamma e se combino qualche disastro?>> domando guardandola, tenendomi stretto al petto un jeans nero con una maglia dello stesso colore.

Abbigliamento nero è la richiesta del capo, non avevo mai fatto caso che, in effetti, i dipendenti del locale sono tutti vestiti di nero.

<<Non fare quella faccia da cane bastonato tesoro. Andrai benissimo, stai solo attenta a non cadere!>> risponde, facendo poi una piccola risatina.

<<Non mi sei affatto d'aiuto. Sai che la mia coordinazione è pari ad elefante su un monociclo.>> sospiro rumorosamente.

<<Ah! Già so che sarà il primo e l'ultimo giorno di lavoro>> continuo.

Chiudo l'armadio e mi siedo sul letto, infilando, lentamente, i jeans.

<<Ma dai Nora, non essere negativa. Abbiamo deciso di cambiare da quando tuo padre....>>dice sedendosi al mio fianco.

<<A proposito...Senti Mamma, ho bisogno di un tuo parere, se vuoi...>> inizio vagamente.

<<Certo, dimmi >> risponde sorridendo.

<<Al funerale di Debora ho incontrato Gaia. Mi ha chiesto di tornare con lei...>>

<<Ma non vi ho viste insieme, tu cosa hai risposto? >> chiede.

<<Ecco, questo è il punto. Le ho risposto che avrei dovuto pensarci e da allora non mi sono più fatta sentire. So che è una cosa brutta quella che ho fatto, quindi, secondo te dovrei parlarle? Angelica dice di si ma io...Non lo so>> dico tutto d'un fiato, immaginandomi per la centesima volta la speranza e la delusione nei suoi occhi.

<<Tu cosa provi per lei tesoro?>>

<<Beh mamma, mi manca. Mi manca nonostante quello che ha fatto, ma forse sono troppo orgogliosa per dirglielo>> rispondo.

<<No tesoro, non sei orgogliosa>> dice teneramente la mamma mettendomi un ciuffo biondo ribelle dietro l'orecchio << sei soltanto timida. Se vuoi una cosa però devo riuscire ad ottenerla. Io non posso decidere per te, quindi segui il tuo cuore>>

Ha ragione. Non sono mai stata una tipa orgogliosa. Sono solo timida... ma appunto perché sono timida non posso dirlo.

Ma cavolo però! È la mia ragazza... o meglio, è stata la mia ragazza. Non posso essere timida con lei!

<<Come sempre hai ragione!Grazie mamma. Ti voglio bene>> la abbraccio e velocemente mi vesto, rendendomi conto di essere molto in ritardo con i tempi.

Mezz'ora prima del mio appuntamento esco di casa, con l'augurio della mamma.

È bel tempo e fa caldo. Sistemo la borsa a tracolla, e per non pensare alle brutte figure che potrei fare e al discorso " Gaia" mi metto a contare i passi.

4781...4782...4783...arrivata! Mi fermo un secondo davanti l'entrata del locale e faccio un profondo respiro.

Sono un Po agitata per la prova, e anche perché potrò rivedere la ragazza dagli occhi verde acido.

Tra un passo e l' altro la mia mente ci pensava e rimango delusa dal fatto di non vederla al lavoro quando entro.

<<Buonasera>> pronuncio.

<<Hey Ciao, sei quella nuova vero?>> domanda un ragazzo dai capelli rossicci e la barba lunga. Sembra un boscaiolo.

<<Ciao, si. Sono Eleonora, sono qui per la prova>> rispondo accennando un sorriso, mentre porgo la mano al ragazzo.

<<Piacere, io sono Vittorio. Vieni con me, ti do tutto l'occorrente, e ti informo dei programmi>> mi fa cenno di seguirlo.

Che programmi?!

<<Ecco, puoi lasciare qui la tua roba, la porta sarà chiusa a chiave. Questo è il tuo grembiule e questo il tuo taqquino. Stasera ci sarà una festa e sarai l'unica cameriera di quel reparto>> mi spiega.

<<Significa che devo servire solo io?>> domando.

<<Quella zona si. Ogni cameriere ha una zona assegnata. In bocca al lupo e per qualunque cosa non esitare a chiedere>> sorride e mi lascia sistemare.

<<Quando hai fatto, chiudi la porta e sistema la chiave nel cassettino qui fuori>> aggiunge.

Lego il grembiule bianco, prendo il taqquino ed esco, facendo tutto ciò che mi è stato ordinato.

Non appena esco dalla stanza, un ombra mi spunta davanti e mi scontro con un corpo snello e vivace.

<<Andrea!>> esclamo, trovandomi schiacciata tra la porta e il suo corpo.

<<Hey>> dice in tono malizioso <<Ciao>>

<<Ciao. Non ti ho vista prima>> dico, con un leggero respiro ansimante.

La osservo. Indossa una maglia blu notte con una scritta nera che dice " STAY POSITIVE BE HAPPY LIVE FREE" e i capelli sono legati in una lunga coda di cavallo, con le ciocche colorate più ribelli che formano un riccio.

<<Sono appena arrivata. Il mio turno è iniziato alle 17>> risponde posando le mani accanto alla mia testa.

<<Anche il mio>> dico.

Tutto questo... fa risvegliare in me una sensazione che non provavo da un Po.

<<Lo so>> sorride.

Qualcuno mi chiama, credo sia la voce di Vittorio e cerco di muovermi.

<<Devo...devo andare. Mi stanno chiamando>> dico sollevata.

<<Vai, cerca di non capitare più tra me e una porta stasera però>> mi guarda, alza l'angolo della bocca e poi si sposta, per farmi passare.

Deglutisco, cercando di fermare quella sensazione, e vado da Vittorio.

Cos'era una minaccia?

#ELAIA 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora