<<Mamma sto bene, non toccarmi!>> esclamo gesticolando con le braccia, quasi sull'avere uno scoppio di nervi e di rabbia.
<<Voglio solo vedere. Mi spieghi cosa è successo?>> continua lei, questa volta senza sfiorarmi.
Gli occhi non hanno smesso di cacciare lacrime, ma non ho intenzione di spiegare nulla a nessuno. Specialmente a mia madre.
<<Te l'ho detto sono caduta. Adesso lasciami da sola per favore>> quasi urlo.
La mamma mi guarda turbata e preoccupata, si alza dal letto e se ne va, chiudendosi la porta della mia camera alle spalle.
La guardo fissa, con lacrime salate che sgorgano dai miei occhi sofferenti e mi perdo in quel legno bianco, tra i ricordi e le sensazioni delle sue mani su di me e dentro di me. Usate con violenza.
La ferita al gomito sanguina ancora e goccioline di sangue colano sul letto, colorandolo di un rosso intenso.
La schiena mi sbatte con violenza e il dolore incomincia ad irradiarsi un po dappertutto.
Ferita e bloccata dentro, mi chino sul letto per un Po e continuo ad immaginare e ricordare tutto.
Più tardi, la sera, decido di levarmi via un po di sangue dalla pelle, lavandomi a lungo sotto il flusso di acqua bollente e sapone profumato.
La mamma aveva in progetto di uscire con Alex ma ha reputato migliore l'idea di rimanere a casa e invitarlo a mangiare da noi.
Nonostante la mia insistenza di andare non mi ha lasciata.
Non ho voglia di mangiare, così dopo avermi ripetutamente chiesto cosa volessi per cena le ho risposto che non avevo fame e che non mi sentivo bene.
Non ho nemmeno voglia di stare con loro nelle altre stanze, ma in quel caso non mi ha lasciato decidere. Mi ha detto che vuole tenermi sotto controllo perché mi vede troppo bianca.
Avvolta nell'accappatoio mi guardo allo specchio. Effettivamente sono troppo bianca, mi sento debole e mi domando perché la ferita al braccio non smetta di sanguinare, e quando sangue potrei aver perso.
Mi asciugo con delicatezza, tremando ogni volta che il tessuto o le dita sfiorano la pelle delle cosce, del linguine e del pube.
Prima di indossare una maglietta, posso rendermi conto della situazione del mio braccio. Scheletrico e pieno di lividi viola e gialli in quei punti dove Andrea mi ha stretto con le dita.
Su per il gomito e alla spalla, ferite decisamente peggiori di quello che avevo immaginato. I chiodi incastrati nella saracinesca mi hanno graffiato e bucato la pelle per almeno cinque centimentri.
Stringo i denti e prendo dal mobiletto delle garze da avvolgere intorno ad esse più e più volte, per provare a fermare l'emorragia.
Mi giro di schiena e controllo la situazione. Anche lì alcuni lividi, ma più grandi mi marchiano, segnando il dolore provato.
Non è il caso di indossare magliette a maniche corte, così ne prendo direttamente una vecchia e a maniche lunghe. Facendo attenzione la metto e mi sistemo.
Esco dalla camera, non pronta ad affrontare qualunque situazione ci sia di là.
<<Ciao Nora>> mi saluta Alex con un cenno della testa e mezzo sorriso.
Senza parlare contracambio il suo saluto, dirigendomi verso lui e la mamma.
Sono le dieci e mezza, l'ora della cena è passata da un po, infatti sono rilassati insieme a guardare un film sul divano.
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#ELAIA 2 {COMPLETA}
RomanceEd eccoci di nuovo qui, nel seguito della vita della nostre due ragazze: Gaia ed Eleonora. Ci saranno cambiamenti, sorprese e nuove avventure nella loro vita sentimentale. Domande a cui la nostre ragazze non sapranno rispondere e risposte a domande...