Capitolo 16

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Sono le tre e sono quasi davanti il L.D.M.V.

Andrea mi ha mandato un messaggio: "Vediamoci alle 15 fuori il bar."

È sempre così fredda e asettica, proprio il contrario di Gaia e forse, è questo che mi ha "colpita" la differenza, un diverso carattere...

O forse Andrea è solo un mezzo, una persona che serve per dimenticarne un'altra?

Ad ogni modo, sono qui, e conoscendola so già che vuole scopare nel bar.

Francamente questa è una situazione che mi ha un po' stancata e poi, da quando ho rivisto Gaia oggi, non faccio che pensare a lei e alla sua espressione tradita.

<<Finalmente! Perché ci hai messo così tanto?>> mi domanda Andrea ferma all'angolo fuori del bar.

<<Sono le 15:01, ho fatto solo un minuto di ritardo!>> rispondo andandole intorno e guardando l'orologio.

Tra un'ora bisogna attaccare a lavorare e quindi sono già vestita di nero, i soliti jeans e la solita maglietta.

Osservo Andrea mentre alza la saracinesca ed apre la porta di vetro, poi entra e mi fa cenno di raggiungerla.

Oltrepasso l'entrata e mi appoggio al bancone, distratta.

<<Perché la richiudi?>> domando.

<<Vuoi che ci vedano farlo?>> dice come se fosse una risposta evidente.

<<Senti Andrea, questa cosa del fare sesso non mi va più tanto di farla>> le dico, staccandomi dal bancone.

Lei mi guarda e mi si ferma davanti, rispondendomi con un serio perché.

<<Perché non mi va. Quindi oggi non si fa niente.>> rispondo, passandole vicino e fermandomi davanti la serranda abbassata.

E adesso?

<<Ti senti sfruttata? Ma non devi pensarla in questo modo, siamo in due che scopiamo. Pensa al piacere che posso provocarti>> mi dice venendomi vicino e sbattendomi al freddo metallo, ma con violenza.

Un dolore sbatte contro la schiena.

<<Andrea ma che fai?! Smettila. Non voglio fare niente. Lasciami andare!>> alzo la voce, quando con il corpo mi blocca e con le mani mi sbottona i jeans.

<<Dai, divertiamoci un po. Fino ad ora l'abbiamo fatto>> sorride, mentre mi infila una mano nei pantaloni e inizia a masturbarmi.

<<Andrea ho detto di smetterla. Lasciami andare>> ripeto. Non sono lubrificata e al tatto mi fa male.

<<Mi piacciono le cose violente. Io mi sto eccitando, tu no?>> ride, cercando di infilarmi due dita dentro.

<<Lo sai benissimo. Andrea mi fai male così, lasciami, per favore>> cerco di muovermi ma invano, perché mi prende per un braccio e mi strattona contro la parete.

<<Ahi, mi fai male!>> mi lamento. Per il dolore provato al gomito mi escono le lacrime e cerco di dimenarmi ancora mentre lei mi preme velocemente sul clitoride.

<<Non fare la bambina Eleonora. Stai buona>> mi dice, cercando di baciarmi il collo.

<<Non toccarmi>> le urlo contro. 

Non so come ma sento un rivolo di sangue uscire dall'altro braccio, e colarmi fino al polso.

Il battito cardiaco aumenta, e percepisco il cuore sbattere a mille contro la gabbia toracica.

Il respiro inizia a farsi affannoso, ma non per il piacere, più per il dolore che sto provando.

Urlo, quando con violenza sono tre dita che entrano dentro di me. Le lacrime iniziano a scendere continue.

<<Per favore, basta!>> esclamo.

E in quel momento sento qualcosa aprirsi dietro di me, e una voce familiare che parla.

Andrea si stacca, scappando dall'uscita posteriore e io rimango lì, contro il muro mentre Vittorio entra nel bar.

<<Eleonora, tutto bene? Che succede?>> Mi domanda venendomi vicino.

<<Stai sanguinando, che è successo?>> continua, prendendomi sotto braccio e portandomi a sedere.

La maglia copre l'apertura dei jeans e non posso dire come effettivamente sono andati i fatti, così mento, dicendo la prima cosa che mi viene in mente.

Tra la paura e il dolore pronuncio <<Ero venuta ad aprire ma sono inciampata e sono caduta>>

<<Hai fatto una bella caduta, fatti vedere da un medico. Oggi non lavori, vuoi che ti accompagni in ospedale? O a casa?>> dice frenetico e preoccupato.

Le lacrime continuano ad uscire, mentre rispondo che può accompagnarmi a casa.

#ELAIA 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora