Capitolo 6

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<<Cazzo >> pronuncio vedendola proprio lì, a pochi passi da me.

Oggi è proprio il giorno del suo compleanno. Come ho fatto a dimenticarmelo?!

Con le gambe e le braccia che mi tremano e lo stomaco scombussolato torno indietro.

Mi appoggio al bancone con un senso di vomito improvviso, sotto lo sguardo di Andrea.

<<Che succede?>> mi domanda preoccupata, mentre cerca di guardarmi dritto negli occhi.

Deglutisco e aspetto qualche secondo prima di parlare.

<<Non posso servire quel tavolo.>> dico, con più voce di come avevo immaginato.

Andrea lancia un'occhiata al tavolo, poi a me e di nuovo al tavolo.

<<Perché no?>> chiede.

<<C'è la mia ex ragazza. Dovevo immaginare che la festa fosse sua>> rispondo ancora tremolante.

<<La maschile a capotavola?>> mi domanda seria.

Annuisco, agitata.

<<Mmh... hai buon gusto!>> le lancio un'occhiataccia e mi chiede scusa.

<<Cosa faccio?>> domando poi nel panico.

Rivederla così, su due piedi e alla sprovvista...okay che dovrei comunque parlarle, ma non adesso. Devo prima prepararmi psicologicamente.

Dovevo prima prepararmi psicologicamente.

<<Vai lì e servi quei ragazzi>> mi risponde molto semplicemente.

Esce dal suo bancone, mi prende per un braccio, con più delicatezza che credevo e mi spinge fino a metà strada.

<<Vai!>> continua.

Mi vedo costretta ad andare e lo faccio.

Con il vassoio in mano mi fermo davanti il loro tavolo e osservo Gaia per qualche secondo, prima che lei possa rivolgermi un dolce e inaspettato "Ciao".

Ha cambiato colore di capelli, il ciuffo non è più blu, ma di un rosso vivace, un rosso che mi piace.

Indossa una semplice canotta nera, che lascia scoperte le braccia ancora più tatuate di come le aveva già, e dei pantaloncini di jeans.

Non riesco a spiccicare una parola, fino a quando Davide non pronuncia " Cos'è hai visto un fantasma?"

<<Auguri>> dico, come un Robot.

<<Grazie>> risponde lei, guardandomi sorpresa.

Sapendo di avere gli occhi di Andrea puntati adesso, faccio come mi ha suggerito: ovvero servo i ragazzi.

<<Ecco qui i vostri ordini. Sono 17 e 90. A te, porto qualcosa, Gaia?>>chiedo, quasi con le lacrime agli occhi.

<<Si...ehm. Vodka liscia>> risponde dopo alcuni secondi, senza smettere di fissarlo un attimo.

<<Bene>> prendo i soldi lasciati sul tavolo dalla ragazza e le volto le spalle, con una tremenda sensazione di malinconia nel petto.

<<Hai visto? Ci sei riuscita no?>> dice Andrea vedendomi incontro.

<<Preparami una vodka liscia>> dico. Mi poggio al bancone con il vassoio tra le mani e punto il tavolo.

Gaia fissa un punto vuoto davanti a sè, mentre tutti gli altri parlano.

Che devo fare adesso?

<<Eleonora? Ci sei?>> sento uno schiocco di mani e ritorno in quel luogo.

<<È pronto l'ordine. Puoi andare>> mi dice Andrea. Rimango sorpresa, è la prima volta che pronuncia il mio nome.

<<Oh. Grazie!>> rispondo.

Torno di nuovo al tavolo, questa volta senza dire una parola. La stessa cosa fa Gaia.

Passo un'altra mezz'ora a servire altri clienti, e questa volta non solo sotto lo sguardo di una ragazza, ma bensì due.

La cosa diventa stressante e non vedo l'ora che finisca il mio turno.

Guardo l'orologio al polso e mancano cinque minuti alla fine.

Cinque minuti che sembrano non passare mai.

<<Tra poco saremo libere!>> urla Andrea nel mio orecchio, mentre cambia musica tramite un telecomando puntato verso la televisione.

<<Non vedo l'ora>> rispondo io, imitando il suo gesto.

<<Ti va di rimanere un po' qui con me? Ci beviamo qualcosa>> propone lei, tornando a sorridere in modo malizioso.

<<Non lo so, voglio tornarmene a casa>> rispondo convinta.

Non ho proprio le forze di rimanere qui, davanti a Gaia. È stata una giornata stancante.

<<Ragazze il vostro turno è finito!>> ci avverte Vittorio, passando tra i clienti e dandomi la chiave che caccia dalla tasca posteriore dei jeans.

Senza dire una parola poso il vassoio sul bancone e mi dirigo verso la stanza che funge da studio. Apro la porta ed entro,  togliendomi il grembiule e prendendo la mia roba.

Quando esco, la scena del pomeriggio si ripete.

<<Non credo che sia pura casualità, vero?>> domando ad Andrea, che ferma il mio corpo con il suo.

<<A cosa ti riferisci di preciso?>> domanda alzando un angolo della bocca e un sopracciglio.

<<Lo sai benissimo>> sorrido, per un momento dimenticando Gaia.

I suoi occhi mi scrutano e le pupille si ingrandiscono quando guarda più intensamente dentro di me.

<<Ti avevo detto di non capitare più tra me e una porta o sbaglio? >> chiede.

<<Stavi aspettando questo momento o sbaglio?>> dico, fiera di me per la sfrontatezza.

<<Mi piaci biondina. Peccato che vuoi tornartene a casa>> dice, allontanandosi lentamente da me per farmi passare.

<<Ci vediamo domani Andrea>> la saluto, e me ne vado con un sorriso malizioso sulle labbra.

#ELAIA 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora