Domani ci sarà la gita e, dato che i professori sono stati così gentili da non assegnarci compiti inutili, mi sono preso del tempo per sistemare la mia roba in soffitta.
Negli ultimi anni, Jason non ha fatto altro che assillarmi a riguardo, vista la mia immutabile pigrizia.
Chissà, forse ritroverò persino dei vecchi oggetti andati persi.Salgo le scalette sbilenche munito di una bella mascherina a protezione della bocca e il naso.
Non voglio inspirare neppure un briciolo di polvere. Sebbene non sia un tipo particolarmente allergico, non provo certo il desiderio di grattarmi fino alla fine di questo ingrato compito. Sempre per la stessa ragione ho coperto ogni spicchio di pelle esistente, infilato i pantaloni nei calzini e indossato una maglia a collo alto.
Meglio essere prudenti, anche un po' esagerati, piuttosto che rimpiangere di non aver dato retta al buonsenso.
Mi faccio leva con le braccia oltre l'ultimo gradino, e tiro giù la cordicella della lampada. Una luce fioca e debole rischiara il posto buio.
Quanta roba ammassata.
Ne avremmo davvero bisogno?La filosofia del: "non so dove mettere questo, lo ripongo in soffitta e poi lo sistemerò", mi è sempre piaciuta. Nella norma sono ordinato, ma non ho il cuore per gettare via i ricordi.
Be', effettivamente anche mio padre mi ha sempre trovato esagerato, soprattutto dal giorno in cui trovai una piccola pigna sul ciglio della strada e piansi tutte le mie lacrime quando mi costrinsero a gettarla via.
La immaginavo sola, al freddo, schiacciata dalle ruote di qualche macchina. Non arrivai a pensare alla sua famiglia abbandonata tra i rami in alto, ma ci mancò poco.Per fortuna, sono migliorato.
Prendo coraggio e mi addentro nella calca.
Se non sbaglio, Jason ha detto che la mia parte si trova ben ammucchiata in un angolo. Lui e la sua mania del controllo.
Inizio a rovistare tra gli scatoloni, e tiro fuori gli oggetti più impensabili: una busta di foglie secche; un righello spezzato; una sacca colma di tappi delle bottiglie.
Cavolo, ero davvero strano.
Non posso credere di avere avuto il coraggio di tenere persino una gruccia rotta.
Rido di me. Forse, se il destino non mi avesse investito come un treno, sarei diventato un accumulatore seriale, chissà.In poco tempo riempio un recipiente intero di cianfrusaglie, e mi sento già più leggero e fiero del mio sforzo.
Il mio sguardo guizza in direzione di una scritta su un contenitore piuttosto nascosto: "Mamma."Damien, tieni a freno la curiosità. Non sbirciare.
Tento di concentrarmi sui gesti compiuti, getto via qualche altra inutilità, eppure quel pensiero torna a logorarmi la mente.
Cosa conterrà la scatola incriminata? Se l'hanno messa lì, al sicuro da sguardi indiscreti, ci sarà un motivo, e di certo non è stata creata per essere violata.
Ci sono solo due modi in cui potrei comportarmi: il primo, scappare giù e beccarmi di sfuggita un'occhiata storta da parte di Jason, vedendolo poi salire a controllare il mio operato lasciato a metà; oppure, aprire la scatola e dare giusto una veloce sbirciatina.
Sbuffo. Sono un ficcanaso, ecco la verità.Con un certo timore mi faccio strada e afferro l'oggetto tanto agognato. Distratto dal peso leggero e dalla smania di aprirlo, per poco non mi slogo una caviglia su di una camicia logora in terra.
Maledico la mia sbadataggine.
Sento il cuore in gola e mi siedo su una catasta di libri impolverati, posando la scatola sulle gambe.
Dovrei davvero aprirla?
E se, oltre alle cose di mia madre, ci fosse anche qualcosa riguardante mio padre?
Pondero l'idea di abbandonare la missione, quando una piccola scritta sul bordo del cartone cattura la mia curiosità."Tutto su di te."
Aggrotto la fronte. Senza dubbio è una dedica assai strana.
Va bene, manca solo un passo, non ha senso indugiare.
Sollevo il coperchio e i miei occhi avidi si posano su tutto ciò che quel piccolo scrigno segreto custodisce: un diario; un paio di cassette piccole; una manciata di lettere.
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Destino
Ficción General[Completa] Damien è un ragazzo introverso e complicato. Ama la propria routine trovandola, nel contempo, banale e noiosa, portandolo a lamentarsene con se stesso ogni giorno, senza però cercare un valido motivo per cambiarla. Ha perso la voglia di v...