Lo sguardo di Amelia si posa prima su di me, poi si sposta su Daniel.
Nessuno di noi due sa molto cosa dire di fronte alla sua espressione contrariata.
Siamo a corto di parole.«Te l'ho detto, Amy, non si sentiva bene e siamo tornati in Hotel» dice Daniel in un tentativo di giustificare la mia improvvisa scomparsa.
Non ho bisogno di fingere un'espressione affaticata; mi sono guardato allo specchio e il mio aspetto è peggiore di quanto credessi.
Tiro le labbra in su cercando di rassicurarla.«Tranquilla, è tutto a posto. Ho avuto dei giramenti e avevo bisogno di sdraiarmi» mento, ricercando nel mio repertorio la faccia migliore per far sì che lei abbocchi.
Assottiglia lo sguardo.
Amelia è dannatamente difficile da convincere, non mollerà l'osso tanto in fretta.«Sembri così pallido. Hai mangiato qualcosa?» si informa e alza la mano, posandola sulla mia fronte per assicurarsi che non abbia la febbre.
È calda, mentre io sono un pezzo di ghiaccio.
Due colpi alla porta mi fanno distogliere lo sguardo da lei per posarlo su Rick. Si fa strada nella camera con il suo passo ciondolante fino ad arrivare da noi.«Come stai, principessa?» domanda beccandosi un'occhiata fulminante da parte di Daniel.
Diamine, se avessi saputo che avrei avuto tutte queste persone addosso, me ne sarei rimasto al museo.
Troppe attenzioni, e vorrei solo avere un po' di silenzio.
Sorrido, pronto a rispondere anche a lui, ma Daniel mi anticipa sollevandosi dal letto.«Va bene, come abbiamo visto, Damien è ok. Ora lo lasciamo in pace, deve riposare» dice mettendo le mani sulla schiena di entrambi, trascinandoli letteralmente fuori dalla stanza.
Amelia cerca di replicare, però il mio amico non vuole sentire ragioni e, lanciandomi un'ultima profonda occhiata, richiude la porta alle sue spalle.Mi ha letto nel pensiero, come al solito, e non potrei essergli più grato di così. Mi stendo sul letto e rabbrividisco, tirando su con il naso.
Saranno scese le temperature o sono io a morire di freddo?
Passo una mano sugli occhi e li massaggio con le dita. Mancano ancora due giorni e mezzo; la tortura più lunga della mia intera vita.Un'immagine del passato riaffiora e mi ritrovo a sorridere da solo come uno scemo.
In realtà, la tortura più grande della mia vita resta e resterà per sempre il giorno in cui, Jason, ci costrinse a partecipare come spettatori alla sua recita scolastica: uno strazio durato ben tre ore. Se ben ricordo, al termine, ci premiarono con un'uscita al ristorante dove i nostri genitori ci permisero di ordinare quello che volevamo, mio padre mi fece anche sorseggiare un goccio di birra sotto lo sguardo colmo di rimprovero di mia madre.Basta, non posso sprofondare ancora una volta nel dolore legato a quei momenti. Rigiro il corpo e mi infilo sotto le coperte, il capo pigiato nel cuscino.
Sarà bello fingermi malato. Almeno potrò riposare e dormire qualche altra oretta, dato che il viaggio in autobus non è bastato a donarmi forza.
Sento gli occhi così pesanti, come se un omino invisibile si fosse appena attaccato alle mie palpebre e facesse di tutto per tirarle giù.
Le chiudo, immergendomi nel buio. Immagino di tracciare mentalmente i contorni della mia stanza troppo lontana da qui: la scrivania in un angolo; la libreria in fondo; l'armadio di legno a sinistra del letto; persino l'orologio appeso al muro.
Sarebbe bello essere lì, come per magia.
Lentamente mi abbandono al sonno, incurante degli schiamazzi in sottofondo che arrivano dal corridoio._
Sono al mare. Mi piace affondare i piedi nella sabbia, proprio nell'acqua, e ridere ogni qualvolta un'onda di troppo solleva schizzi e spruzzi, bagnandomi i capelli.
Il sole è caldo, lo percepisco sulla mia pelle con quella lieve insistenza che, però, non infastidisce. Muovo lo sguardo perdendomi nell'azzurro del cielo, macchiato, talvolta, da qualche nube bianca frastagliata.
Ho sempre amato osservarle: adoro il loro movimento lento e la sensazione di calma trasmessa.

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Destino
قصص عامة[Completa] Damien è un ragazzo introverso e complicato. Ama la propria routine trovandola, nel contempo, banale e noiosa, portandolo a lamentarsene con se stesso ogni giorno, senza però cercare un valido motivo per cambiarla. Ha perso la voglia di v...