Chiacchiere, noiose chiacchiere.
-Qual è il problema?-, direbbero in molti.
-Ve lo spiego io-, risponderei, e non avrei bisogno neppure di qualche millesimo di secondo per aggiungere il resto, -si tratta di un insieme di cazzate senza senso, risate sguaiate e momenti di vanto. Una gara l'uno contro l'altra.-
E con l'ultima frase mi riferisco a Daniel e Jessica.
Dal momento in cui ci siamo seduti in questo locale stile antico, con panche di legno, deprimenti quadri alle pareti raffiguranti vecchi proprietari e fiori finti pieni di polvere, non hanno fatto altro che parlare tra di loro, escludendo me e Amelia.Gioco con la tazza di cappuccino tra le mie mani e rompo con il cucchiaino la graziosa forma sulla superficie preparata dalla ragazza al bancone, condendo il tutto con un occhiolino eloquente.
Un altro, al posto mio, avrebbe abboccato, si sarebbe fermato a parlare, magari scambiato a vicenda i numeri di telefono, partecipato a una serata assieme fino ad arrivare a concludere la giornata nello stesso letto.
Io mi sono limitato a sorridere, ad afferrare il cappuccino bollente, per poi allontanarmi verso la sedia attorno al tavolo.Fisso Daniel e lo vedo giocherellare per l'ennesima volta con il bordo del fazzoletto di Jessica, pericolosamente vicino alle sue dita.
Faccio una smorfia.
Come siamo passati da: andiamo tutti insieme a conoscere Damien, a un appuntamento tra questi due?Amelia sta scrutando il soffitto da un paio di minuti, i suoi occhi da artista cercano di imprimere nella memoria l'intreccio delle travi di legno e i giochi di prospettiva.
Emetto uno sbuffo silenzioso.
Cosa mi aspettavo?
Non vedevo Jessica da anni, come potevo pensare fosse rimasta la stessa di quando eravamo bambini?O forse lei è sempre stata così, e sono solo io quello cambiato.
«Ho lavato la tua tuta» esordisco rivolto ad Amelia, sporgendomi oltre il tavolo per sovrastare le voci degli altri.
«Oh, grazie» esclama, scendendo dal suo mondo di fantasia per approdare di nuovo in quello dei mortali. «Non dovevi, sei stato davvero gentile.» Sorride, gli occhi dolci.
Alzo le spalle e mimo un sorriso umile. In realtà ho messo gli abiti in lavatrice e ci ha pensato mio fratello, però conta il pensiero, giusto?«Mi sembrava il minimo» dico sorseggiando la bevanda, attento a non rimetterci la lingua per il calore.
«Amelia! Non avevo capito fossi la ragazza di Damien.» La voce di mia cugina esplode squillante, la bocca semi aperta in una posa stupita.
Sbatto le palpebre, mentre Amelia arrossisce, presa in contropiede.Non credevo ci stesse ascoltando.
«No, no», mi affretto a dissentire, «pioveva e lei mi ha prestato un cambio asciutto, tutto qui» annuisco un po' troppe volte, più di quante avrei dovuto.
Dannazione.
Il viso di Jessica si allarga in un sorriso sornione. Vista così, sembra la versione femminile del mio migliore amico.
«Be', Amelia è una ragazza bellissima, non faresti una cattiva scelta puntando su di lei» dice e si piega al di là del bordo del tavolo con fare cospiratorio.Rigira il dito nell'argomento.
Cosa dovrei dire?
Se lo negassi, potrei offenderla, ma se confermassi la sua tesi mi metterei in una situazione imbarazzante.
Due scene in egual modo terribili.
Ci pensa Daniel ad aiutarmi.«Damien con una ragazza? Ti sbagli, per lui c'è solo l'arte in questo momento» esclama da bravo intenditore, mi passa un braccio sulle spalle e ride divertito.
Non ha fatto altro che ripetere uno dei miei soliti cavalli di battaglia con cui liquido occasioni di questo tipo, e sono grato di averglielo inculcato talmente tanto, da essere diventato la mia salvezza.
Jessica ride a sua volta e mi unisco al coro, incerto.

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Destino
Художественная проза[Completa] Damien è un ragazzo introverso e complicato. Ama la propria routine trovandola, nel contempo, banale e noiosa, portandolo a lamentarsene con se stesso ogni giorno, senza però cercare un valido motivo per cambiarla. Ha perso la voglia di v...