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Il nonno aveva parlato di una sorpresa gradita, tuttavia, non avrei potuto immaginare una simile magnificenza.
Sfioro le pareti ruvide con la punta delle dita, quasi timoroso di vederle sgretolarsi sotto la mia debole pressione.
Un pensiero infantile, forse bambinesco.
L'imponenza delle pareti mi sovrasta, lasciandomi senza fiato.
Ci troviamo all'interno di una grotta scavata nella roccia, il mare si incanala nel mezzo e lambisce gli scogli sommersi; i riflessi delle acque si gettano sulla superficie pendente, creando un gioco di luce spettacolare; il vento ulula tra le fessure.

Meravigliosa.

La natura riesce a donarci una parte di sé senza chiedere nulla in cambio.
Quale magia ha reso possibile un fenomeno del genere? Il tempo è di solito inclemente, ma, stavolta, è riuscito a donarci un paesaggio paradisiaco e spettacolare.
Potrei restare in questo luogo per sempre, la mano stretta in quella di Amelia, i nostri respiri accordati e in perfetta sintonia.

Chiudo le palpebre e provo a imprimere nella memoria questo preciso istante e le forme da riportare su carta, una volta tornato alla pensione.
No. Non sarò mai in grado di riprodurre una tale bellezza. Sembrerebbe quasi un insulto cercare di ricrearne i colori: donerei solo una scarsa percentuale della realtà, una minuscola riproduzione di qualcosa di così etereo e simbolico.
Inspiro e riapro gli occhi, sorridendo.

«Sembra quasi finta, tale è la sua solennità» dice Amelia in un sussurro, forse temendo di infrangere il momento di estasi e stupore.
Annuisco e sfioro la sua testa con le dita, sfregandone poi una ciocca dei capelli e ammirandola con affetto.

«Ed ecco il tocco perfetto: la pennellata finale di un quadro stupendo» mormoro, riferendomi al suo aspetto.
La osservo arrossire per il complimento e sorridere, scoccandomi subito dopo un bacio delicato sul palmo.
È bellissimo poter condividere con lei ogni particolare e sapere quanto amore dedichi alla natura e all'arte, proprio come me.
Due anime affini persino in questo, e non l'avrei mai creduto possibile.
Trovare l'altra faccia della stessa moneta tra così tanta gente? Mi credevo uno scettico, ma adesso inizio a credere fermamente alla mano di un potere più grande di noi.

«Vogliamo andare dentro e seguire il gruppo?» chiede e io sospiro.
È vero. Trascinato dalla meraviglia avevo dimenticato la presenza dei nostri compagni.
La figlia del proprietario della pensione, –non ricordo il suo nome, e spero vivamente che qualcuno, prima o poi, la nomini, per non incorrere in una figuraccia-, si è offerta di accompagnarci.
Abitando a pochi passi da qui, conosceva la strada più breve tra gli scogli ripidi, ed è sembrata la scelta più ovvia quella di affidarci a lei.
Venirci da soli sarebbe stato come suicidarsi, essendo le pareti complicate da scalare, se non se ne conoscono bene gli appigli.

Ci accodiamo a loro e, inevitabilmente, lancio un'occhiata a Rick, osservandolo sbadigliare di noia.
Come mai è venuto, se ogni centimetro del suo corpo grida di volersene andare? Pensandoci bene, anche se non ci metterei la mano sul fuoco, credo stia in qualche modo pensando di conquistare la ragazza.
Il corteggiamento doveva avvenire proprio oggi?
A quanto pare, sì.

«Dami. Tuo fratello, nonché a breve anche il mio, ha consigliato di non avvicinarti troppo alle pareti brulicanti di insetti vari» dice Daniel con un ghigno furbo, e ci supera ridendo. L'eco ingigantisce la sua voce, rendendola quasi mostruosa.
Ingoio.
Insetti vari? Quali insetti vari?
No, devo stare calmo. È soltanto una loro trovata per incutermi timore, nulla più.
Fisso le rocce aguzzando la vista.
E se non fosse così?

«Tranquillo, ti proteggo io» mi consola Amelia, senza però riuscire a mantenere un'espressione seria. La vedo ridere e scambiare uno sguardo d'intesa con Daniel.
Perfetto.
La mia fidanzata in coppia con il mio migliore amico. Non dovrebbe essere il contrario e averla sempre e comunque dalla mia parte?

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