Qualcosa

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Hope Stevens era ancora stesa sul letto dell'ospedale, oramai diventato il suo letto fisso.
Ieri aveva passato la sua giornata più bella, mentre nella sua testa si scatenava la terza guerra mondiale.
Aveva cantato, aveva camminato sorretta da Robert e aveva conosciuto i bimbi del suo reparto.
Tutti appesi al sottile filo della speranza che con costanza e coraggio tenta di affrontare la morte che, leggiadra e provocatoria, alleggia su quelle povere testoline.
Odiava il tempo.
Il tempo è tante cose, troppe secondo lei. Il tempo è davvero severo, è uno che se dice una cosa la fa, senza pietà.
Non fa distinzioni. Se sei in Europa, in America, in Asia o anche al polo nord, se sei anche un piccolo microbo, il tempo per te finirà.
Per questo bisogna sfruttarlo al meglio ragazzi miei, per questo bisogna ascoltare i nostri genitori quando ci dicono che dobbiamo fare le cose ora e subito.
Il tempo non aspetta nessuno.
Il tempo, per quanto mi duole dirlo, è giusto. Lui e la sua corsa eterna verso l'infinito possono essere la fine o l'inizio di una persona.
Lo stesso vale per Hope, oramai rassegnata a stare bloccata per settimane in ospedale cercando di bloccare la sua mente alla giornata precedente.
Un pensiero, un deplorevole pensiero attraversò la sua mente.
Avrebbe voluto che Robert fosse ferito e costretto a stare in ospedale, accanto a lei.
Incontrarlo ogni giorno, un rimedio in più per il suo sogno.
Si faceva schifo da sola, l'egoismo non ha mai fatto parte di lei.
E se fosse cambiata in peggio?
Da timida, gentile e coraggiosa a egoista, egocentrica e indifferente?
Doveva combattere l'ennesima insurrezione del suo lato oscuro, quello che nessuno è mai riuscito a tirare fuori.
Doveva iniziare un'altra guerra contro se stessa? I soldati  erano pronti, aspettavano solo il comando.
Ma alla fine le guerre emotive esistono? Si. La vita nel bene e nel male è una lotta continua, una sfida e un conflitto.
Come in tutte le guerre si ha un vincitore e un perdente. Il vincitore in uno scontro non è colui che ha sconfitto più nemici, ma colui che ha imparato come non causare altre guerre.
Per Hope Stevens queste erano le regole della vita, le regole del gioco, del grande gioco.
Lei si sentiva fuori dal suo tempo, temeva di aver già capito tutto dalla vita così presto.
Allora a che scopo vivere se sai già che cos'è la vita? Quattro parole: raggiungere i propri obiettivi.
Nella vita l'ambizione è la base da cui partire.
Dall'ambizione poi si passa alla lealtà di accettare i propri sbagli, al coraggio di cambiare fino ad arrivare alla sapienza del voler imparare cose nuove, nuove esperienze utili per sopravvivere.
Così, la ragazza dagli occhi di ghiaccio, se ne stava intorpidita dalla delusione.
La vita le aveva sempre dato delle frecciatine, vani tentativi di spezzarla, e ora nel momento in cui aveva più bisogno di mettersi alla prova, la vita non si faceva avanti.
Forse perché aveva deciso di cambiare tattica.
Non perde mai un colpo, mai.
Ovviamente le mancava il suo attore, logico. Alessio le aveva già fatto visita, logico pure quello.
Ma sentiva che stava per succedere qualcosa.
E quando Hope Stevens sente che sta per accadere qualcosa...beh...bisogna essere pronti a tutto.

*voglio una lontra, basta. Solo io pensavo da piccola che nel Tamigi vagavano miliardi di lontre? Si? Okay, un altro motivo per sentirmi fuori dal mio tempo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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