Alle armi

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-Dobbiamo seguirli nella foresta.
Affermò Hope, seduta attorno al tavolo da salotto assieme al resto dei presenti.
Sembrava una riunione per decidere le strategie di guerra contro un regno nemico: i demoni.
In questo caso, i demoni di Robert. Lui sa perché hanno preso sua figlia, sa perché quel qualcuno lo ha fatto.
-La conosciamo a malapena, non abbiamo pistole.
Ribattè Susan che stringeva convulsamente la mano del marito. Che dolci.
-Mi hanno fatto una testa così sul fatto che gli americani hanno le pistole e voi non le avete. Vi prego, ditemi che avete altre armi altrimenti dobbiamo chiedere aiuto alla polizia.
Le loro menti iniziarono a ravanare nello scompartimento più prezioso della mente: la memoria.
È come un labirinto, ci vuole intuito.
Tu trovi un piccolo indizio e puoi già scoprire l'intero delitto, basta perseverare nei propri obbiettivi che, in questo particolare caso, di obbiettivi ne ha in abbondanza.
Fu la formidabile moglie ha trovare la chiave della loro spedizione.
-Nel mio studio tengo delle armi medievali.
Come dei fulmini si catapultarono nello studio di Susan, ammirando le spade, gli archi e le balestre che ornavano ogni angolo. Trasudava il vivere in un'altra epoca.
-Siamo appassionati di storia?
Commentò la ragazza bionda, afferrando una spada luccicante.
-Mi piace.
-Mi stai dicendo che dobbiamo entrare in una foresta con spade e archi?
Obbiettò Ryan, chiaramente sbigottito.
-Almeno abbiamo qualcosa.
-Oggi si che mi stai simpatico Rob.
I due si scambiarono un'occhiata divertita e iniziarono a scegliere le armi.
Visto che non ho voglia di scrivere chi ha fatto a cazzotti con chi per prendersi l'arma, ve lo dico riassumendo il tutto: Hope con arco e frecce compresa la spada, Susan e Ryan spada e quel presuntuoso di Robert frecce e balestra.
La bionda si toccò il labbro dolorante, reduce da una lotta libera contro l'attore per prendere la spada.
-Funzionano?
Chiese Ryan.
-Ho una voglia irrefrenabile di scoprirlo.
Sentenziò Hope Stevens, incoccando una freccia e tirando la corda verso di lei, puntando al suo amico di lotte.
-Verifichiamo?
-Scherzavo, non mi stai più simpatico.
Robert caricò la balestra e mirò alla donna, mentre i loro occhi sprizzavano odio cresciuto dal nulla.
-Dobbiamo salvare Avri, dopo che l'avremo trovata potete picchiarvi quanto volete.
Ordinò la mogliettina diligente che, purtroppo, riuscì a calmare gli animi e a riportare tutti in sala sani e salvi.
-Partiamo domani all'alba.
-Uh, mi sembra una spedizione per salvare una principessa.
Ryan era gasato come non mai, chissà cosa viaggiava nella sua mente offuscata da serie TV.
-In effetti stiamo salvando una principessa.
-Non ti credevo così sentimentale, Stevens.
-Infatti parlavo con tua moglie, Downey.
Tutte quelle frecciatine ironiche potevano aspettare. Non è vero, è il loro modo per esprimere il proprio rispetto reciproco.
Chi disprezza ammira, nel suo profondo.
-Devo preparare i cavalli, vostra altezza?
Scherzò Hope, che di ironia ne andava ghiotta.
-Si farebbero male.
Precisò Susan. Ma sa scherzare questa donna?
-Allora niente cavalli.
Si può ridere e scherzare, si può prendere del tempo, si può addirittura fuggire.
Fatto sta che nessuno sfugge alle proprie scelte, nessuno.
Sono solo la quiete prima della tempesta.

*ma come siamo misteriosi. Ho scoperto che a L.A non ci sono molte foreste. Bene, ne ho creata una io.
Gli americani mi ringrazieranno. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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