Nuovo

490 42 15
                                    

Le settimane in ospedale oramai erano finite, il mondo stava chiamando Hope Stevens per farle vedere cosa era cambiato da quando lei era in coma. Mentre recuperava la sua borsa a tracolla, salutando i ragazzi del suo reparto, mentre vedeva l'ombra della nostalgia dipingersi sui volti dei suoi piccoli amici, pensò che questa volta era davvero nella stessa città dei suoi idoli.
Si aggiustò la camicia e scese nella hall dell'ospedale.
Alessio Rossi, un metro e novanta di pura umanità, la stava aspettando.
Si salutarono con un abbraccio, mischiando il verde e l'azzurro dei rispettivi occhi.
Il suo amico le prese la borsa pesante, uscendo con lei dalla porta principale.
Hope chiuse un attimo gli occhi, preparandosi alla visione della sua città dei sogni.
Riusciva quasi a sentire la sua voce quando era ancora una ragazzina, quando i professori le chiedevano dove voleva vivere da grande.
-Io andrò a Los Angeles!
Aveva esclamato, piena di convinzione e certezza di riuscire nel suo intento.
Certo, era arrivata in quella città anche grazie ad un incidente aereo, ma aveva completato un suo obbiettivo e, credetemi, non esiste nulla di più appagante.
-Benvenuta nella città degli angeli!
Ruggì fiero Alessio, lasciando che Hope aprisse gli occhi e colori, rumori, parole e persone di ogni forma e colore le si presentassero davanti.
Inspirò l'aria, cercando di trovare una differenza fra l'ossigeno americano e quello italiano.
Involontariamente la felicità le dipinse un sorriso splendente sul volto, il suo obbiettivo era lì, si sentiva piena.
Aveva incontrato il suo attore preferito, convinta di non incontrarlo mai più ma lo aveva fatto, era nella città dei suoi sogni con il suo migliore amico.
Certo che la vita sa sempre come sorprendere una persona.
Alessio si abbassò alla sua altezza e le lasciò un bacio sulla guancia, senza malizia, solo amicizia.
-La nostra casa è a Venice Beach, la stessa casa che avevo comprato prima di...beh, lo sai cosa intendo.
Per lui era stata un odissea vedere la sua migliore amica in coma, poterle parlare senza mai ottenere risposta.
Il legame che lega due persone a volte rischia di vacillare quando una forza superiore minaccia di spezzare quella catena di amicizia tra i due individui.
Solo le persone forti, quelle che dentro il proprio cuore conservano un leone pronto a ruggire, riescono a sopravvivere a questi attacchi.
Chiamarono un taxi, mentre la città sfuggiva sotto gli occhi cristallini della ragazza un moto di angoscia fece irruzione nei suoi pensieri.
Quel mondo lo aveva sempre desiderato, ammirato, bramato, ma era davvero pronta?
Il caos, la dolce tensione frenetica di una grande città erano fatte per una come lei?
O uno si adatta o può anche tornare a casa.
La villetta che Ale le aveva comprato era una graziosa casa lungo un piccolo canale, proprio come a Venezia.
Lei voleva una casa che dava sul mare, ma si accontentò.
Preferiva la tranquillità dell'interno di Venice piuttosto del casino che infuriava verso la spiaggia.
C'era solamente una piccola staccionata che divideva la loro casa dalle altre.
Osservò due anatre che tranquille passeggiavano sul marciapiede, fissando il canale alla ricerca di qualche pesce.
Seguì l'alta figura del suo amico, entrando nel giardinetto della casa.
Posò tutte le sue cose e esplorò la casa.
Tutto perfetto, molto bello e innovativo.
Mancava quel pizzico di adrenalina, troppa tranquillità .
Possibile che la vita era a corto di idee? Magari stava preparando qualcosa di più grosso, qualcosa di più distruttivo per lei.
Nel suo cuore sapeva che doveva affrontare una cosa nuova, forse una cosa più grande di lei.
Una cosa che supera di gran lunga le sue forze.

*mi annoio. PER QUESTO DAL PROSSIMO CAPITOLO IN POI DARÒ SFOGO ALLE MIE PAZZIE! Bene, stiamo calmi. Vi giuro che inventerò cose che non stanno né in cielo né ad Asgard. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Just Like FireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora