Donare

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Hope Stevens era seduta su una di quelle sedie scomode dalla sala d'attesa dell'ospedale, aspettava un dottore, qualsiasi persona le andava bene pur di sapere che poteva incontrare Alessio.
Quando aveva baciato Ryan aveva sentito una serratura del suo cuore scattare, sicuramente per accogliere l'amore del ragazzo dentro di lei.
Si conoscevano da poco, ma a volte i legami più profondi si legano già al primo incontro.
Sentiva quel senso di benessere nascere dentro di lei quando stava con Ryan, la sensazione di stare con una persona uguale a te.
La sensazione di aver trovato la parte mancante del tuo cuore ricucito mille volte a causa delle continue guerre contro la vita.
A volte Hope si sentiva la regina di un regno molto vasto quanto pericoloso: il suo.
Guidava eserciti di bei ricordi per sconfiggere i suoi demoni che non morivano mai, e mai moriranno.
Faceva ciò che era saggio e giusto, la via più facile non è mai quella giusta.
Questo eterno conflitto solo per evitare di vedere crollare il suo castello di ideali, la base della vita di ogni persona.
Affondò la testa nelle mani, tentando in ogni modo di scomparire per evitare che la paura le rubasse il trono.
-Hope!
Alzò di scatto la testa e incise il suo sguardo in quello di Robert che, con una felicita mai vista nelle sue iridi, fissava sorridendo alla ragazza.
L'uomo si sedette accanto a lei, mettendole una mano sulla spalla.
-Sei qui per il tuo amico?
Quei due occhioni dolci e marroni come la nocciola la fissavano con tale amore che Hope aveva paura di essere lei il motivo di tale sguardo.
-E tu sei qui perché?
Come acqua ghiacciata l'amore del suo sguardo venne sciacquato via, talmente veloce da far rabbrividire.
-Per mio figlio Exton.
Oh. Questo non lo sapeva, voleva solo rivedere un briciolo di luce nei suoi occhi, spenti sembravano due buchi neri senza fine.
-Mi dispiace.
-Dobbiamo compatirci a vicenda?
Hope tentò di alzare la curva delle labbra, per fare una sorta di sorriso.
-A quanto pare si.
Un dolore al petto avvisava la ragazza che le lacrime stavano per tornare, e se ad avvisarti è un dolore al cuore allora significa che piangerai più amaramente di prima.
E non esiste dolore più insopportabile del trattenere le lacrime quando si ha bisogno di sfogarsi.
Né la volontà né la voglia di non essere umiliati possono far fronte alle lacrime di dolore.
Ecco, la prima lacrima era scesa.
Poteva sentire le mani di Robert stringersi attorno ai suoi fianchi, facendola girare verso di lui.
Sussurrò un flebile "shh", giusto per farle capire che lui era lì.
L'abbraccio che ne seguì fu uno di quegli abbracci che due persone stracciate nell'anima si danno per darsi coraggio, almeno tentano di andare avanti.
-Domani torni ad allenare i miei cavalli, così ti distrai. Devi vincere questa fase della vita Hope, fidati di me.
Se possibile la donna strinse ancora di più il corpo muscoloso e caldo del suo attore, come un appiglio per evitare di cadere nel vuoto più macabro e totale.
Sentiva il suo respiro caldo e rassicurante sul collo.
-Ricordati che non è il voler vincere a renderti un vincitore, ma il rifiutare di perdere.

*capitolo pomeridiano tattico per farmi perdonare. Eh? Cioè, vogliamo parlare della citazione di Roberto?! Mi stimo e mi faccio i complimenti. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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