0 Prologo

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Friendly reminder (2021): 

la storia (ed il sequel btw)  dev'essere corretta quindi scusate gli errori, ce ne sono molti  ✨

p.s. la storia è stata scritta ormai quasi cinque / sei anni fa, quindi i temi trattati sono molto semplici e scorrevoli. 

Grazie ancora per il supporto, appena avrò tempo cercherò di correggere la mole di errori presenti. 

love yall


-Alice, Alice, Alice.- mi richiama con tono canzonatorio mia madre. 

E' una sottospecie di rimprovero. Mi guarda con uno strano tono accondiscendente mentre siamo nell'ufficio del preside. E' l'ennesima volta che siamo qui dentro, ogni volta che succede qualcosa la colpa è mia. Ormai conosco questa stanza a memoria, è impersonale e puzza quasi di naftalina, come il completo grigio del preside. E' una storia già vista, si rompe il rubinetto del bagno? La colpa è di Alice. Un professore esce dall'aula piangendo? La colpa è sempre di Alice. Effettivamente quest'ultima potrebbe essere davvero colpa mia, ma non mi interessa.

-Mamma non ho fatto niente.- borbotto cercando di essere credibile. Faccio il broncio, in genere funziona ma credo che questa volta non basti.

-Signora Lancaster, sua figlia ha violato dodici regole dell'istituto. Questa volta devo espellerla.- il preside mi evita e parla direttamente con mia madre. Ha il tono esasperato. Non è colpa mia se in questa scuola le regole sono così banali e ferree. Sembrano esser fatte apposta per essere violate.

-Sono qui con voi, è inutile che parlate di me in terza persona.- alzo gli occhi al cielo e mi impunto.

-Non possiamo fare qualcosa per evitare la sospensione? Finirebbe sul suo fascicolo scolastico.- mia madre quasi piagnucola.

Sono l'ultima di tre fratelli, ovviamente avere due fratelli psicopatici ma eccellenti nello studio ha comportato delle aspettative molto alte nei miei confronti. Aspettative che ovviamente non ho mai rispettato. Non che io sia una cattiva ragazza ma la vita è così noiosa, figurati se la passi sui libri senza ridere.

-Potremmo sempre far sparire il fascicolo scolastico.- sorrido mentre sia il preside che mia madre mi guardano scioccati.

-Adesso basta signorina!- tuona mia madre riportando l'ordine nella stanza. Borbotto le sue parole e fisso un punto indefinito nella stanza.

-Si, un qualcosa potremmo fare.- sussurra insicuro il preside. E' diventato bianco slavato e con mani tremanti estrae dal cassetto della scrivania in finto legno un dépliant colorato.

Mia madre lo legge attentamente ed annuisce di tanto in tanto.

-E' un'ottima idea.- sorride guardandomi.

-Cosa?!- chiedo con tono quasi infantile, mia madre sogghigna.

-Andrai in un luogo molto divertente.- abbiamo lo stesso finto sorriso. Sono la sua fotocopia e riconosco le sue espressioni poiché sono le stesse che faccio io.

-No. Non vado da nessuna parte.- scuoto la testa.

-Non sai nemmeno di cosa si tratta!- grida esasperata mia madre. Cambia umore così velocemente che mi fa continuamente alzare gli occhi al cielo.

-Vi lascio discutere di queste cose da sole, gradirei una conferma altrimenti dovrò procedere con l'espulsione.- sorride vittorioso il preside guardandomi.

Maledetto vecchiaccio con il parrucchino, non vedeva l'ora di sbattermi fuori da quella scuola. Solo perché ho mandato a quel paese il professore di matematica, mi sono rifiutata per almeno dodici lezioni di fare educazione fisica e perché ho strappato il compito di letteratura vuole sospendermi?! Esistono cose più gravi al mondo, come i baffetti di Juliet Stone. Insomma è carina, fa la cheerleader ma cavolo! I baffi potrebbe anche farseli. No sto divagando.

Usciamo fuori da scuola, il tragitto fino a casa è silenzioso. So benissimo che mia madre sta aspettando di scendere da questo vecchio carretto per sbattermi la sua idea di punizione in faccia.

-Siediti.- mi indica una delle sedie in sala da pranzo.

-No, voglio sapere dove vuoi mandarmi!- grido. Ogni tanto divento troppo infantile ma come tecnica funziona sempre.

-Non fare così Alice, porta rispetto!-

-Oh scusami tanto se ho un mio pensiero e non sono uguale alla massa.- alzo gli occhi al cielo muovendo la mano in aria con fare teatrale.

-Dannazione! Alice Lancaster siediti e ascoltami. Hai diciassette anni e devi fare ciò che ti dico!- grida. Rimango perplessa, non aveva mai gridato così tanto. Forse l'ho fatta davvero grossa. Il problema è che non so quale delle mie tante azioni sia quella grossa! Mi sembrano tutte così innocenti!

-Hai saltato le lezioni, hai maltrattato i tuoi professori! Hai fatto ricoverare per isteria la suora del tuo vecchio campo estivo! Adesso basta! Finirai questi ultimi tre mesi di scuola in un collegio!- grida mia madre esasperata.

-Stai scherzando!?- rido di cuore mentre lo dico. Rido talmente tanto che gli addominali mi fanno male.

-Non ridermi in faccia. Dopo domani partirai. Hai tempo un giorno per salutare i tuoi amici e impacchettare i tuoi effetti.- con una freddezza inquietante mi congeda.

Se la tattica della tenacia non ha funzionato, posso provare quella della dolcezza. Elaboro velocemente un piano nella mia testa. In due secondi mi trovo ad essere abbracciata al suo corpo con la guancia che poggia sulla sua schiena. Sta cucinando e resta immobile.

-Mammina dai, posso benissimo smettere di combinare quelli che tu chiami guai, posso diventare una brava ragazza. Come Aaron e Adam.- concludo la mia promessa con un dolce musetto.

-No. Questa volta no, non funzionerà. Vai in camera tua.- scioglie l'abbraccio.

-Potrei benissimo scappare di casa.- le faccio notare con tono ovvio.

-Non sopravviveresti nemmeno un giorno.- mi fa l'occhiolino e chiude la conversazione.

-Mi stai cacciando? Potrei denunciarti per abbandono di minore!- piagnucolo sbattendo i piedi.

-Come vuoi.- mi da le spalle e chiude la porta della cucina.

Tre mesi in un collegio? Tre mesi in un luogo infernale?! Sta scherzando spero. Punterò sul farle venire i sensi di colpa. Sì. E' la cosa più ovvia. Se ne pentirà. Nessuno può dire cosa fare ad Alice Lancaster. Nessuno. Si pentirà amaramente di questa sua scelta.

Intreccio i miei capelli biondi velocemente e rimuovo quel poco di trucco dai miei occhi azzurri. Sono troppo grandi rispetto alla mia faccia, ma mi piacciono lo stesso. Non ho problemi con il mio corpo o con il mio carattere, credo di avere problemi con le regole in generale. Mi piace ridere e far ridere, in un mondo così grigio serve sempre qualcuno come me. Un'idea geniale mi colpisce in faccia.

A cena riapro la discussione.

-Mammina cara, hai detto a papà dove mi manderai?- il mio tono oscilla tra il divertito e l'ironico. Sono la cocca di papà, non potrà mai mandarmi via. I miei fratelli ridono sotto i baffi, quando li prendo a calci da sotto al tavolo mi guardano male ma non proferiscono più un suono.

-Sì Alice ed è pienamente d'accordo con me. Con questo carattere nessun college ti prenderà e nessun ragazzo ti sposerà. E' ora di crescere, sei rimasta bambina per troppo tempo.-

Resto a bocca aperta.

-Benissimo!- mi alzai sparecchiando il mio piatto.

Benissimo, vedranno quanto sarà facile farsi cacciare da uno stupido collegio sparso nel nulla più totale. Benissimo. Sarà il mio scopo per i prossimi tre mesi. Rendere la vita delle persone che conoscerò un inferno. E quando Alice Lancaster si impunta, nessuno si salva.

<('')  nuova storia: Fine Line

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