XXXVII 'La verità'

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Capitolo corretto il 03/04/2017

Ho smesso di piangere ed ho la gola secca. Avete presente quando tutto quello in cui si crede crolla? L'ironia del destino ha voluto che, non appena confessassi a me stessa i miei sentimenti, tutto vada storto. Fisso il muro di fronte a me, Cassandra non ha aperto la porta, Calum mi ha detto che gli dispiace e Lucas... 

Quel maledetto era in camera con la sua ex ragazza. Ora, qualcuno mi spieghi cosa diavolo ci faceva in quella stanza quella scialba moretta altrimenti giuro che, appena mi alzo, do fuoco a questo posto. Non sono una persona estremamente docile, non ti lascio spiegare quello che vuoi e tanto meno te la faccio passare liscia. Mi alzo determinata a capire da sola cosa diavolo mi stiano nascondendo. Manca relativamente poco alla festa e poco alla soluzione, è come se tutti quanti stessimo facendo il conto alla rovescia.

Ho perso la mia chiave ma non la voglia di capire la situazione. 

Vogliono la cattiveria? E l'avranno. 

Prendo il diario di Jenna e accendo la luce sul comodino, seduta ai piedi del letto ispeziono da cima a fondo le sue parole. Pagine su pagine parlano di stupidaggini che non stanno ne in cielo ne in terra, cose confuse e disordinate. Lo sfoglio velocemente, credo che passino almeno due ore. Presa dalla frustrazione lo lancio contro il muro e caccio un grido di rabbia. 

Credo di avere problemi nella gestione della rabbia, del tipo che in questo istante potrei fare una strage. Partendo dal biondino, lui deve essere il primo a subire la mia ira.

Forse sono troppo frustrata visto che il diario si scaglia contro il muro e la copertina si rompe. Quando mi avvicino per cercare di autocommiserarmi per le mie gesta da irresponsabile, mi accorgo che quella che si è staccata, non è la vera copertina. Con mani attente prendo il foglio esterno e lo osservo. All'interno vi è qualcosa scritto. 

Aggrotto le sopracciglia e fisso le parole confusionarie. 

-Oh mio Dio.- sussulto portandomi una mano sulla bocca. E' ricopiata la lista per filo e per segno, i punti sono ordinati e seguono una giusta logica. Ad ogni frase è stata sottolineata una parola. Prendo il mio quaderno e una penna e ricopio le parole sottolineate. 

-Io so chi è L.H. ed è la persona che meno ci si aspetta.- leggo ad alta voce il risultato delle sottolineature. 

Scoppio in una risata isterica. Più che isterica è incredula. Non è possibile. Mi alzo prendendo il fascicolo di Jenna e lo apro ferocemente. Osservo la foto in maniera maniacale, il giardino sul retro è la soluzione. Mi alzo e sospiro, sono le due e trenta del mattino e devo assolutamente scendere. 

Potrei non aver menzionato il fatto che ho rubato una torcia nell'aula di biologia e che giace solitaria nel mio armadio. 

Okay credo di soffrire di cleptomania. 

Che bello, in questo collegio sto scoprendo quanto io sia problematica! Che gioia! Mi infilo la felpa scura di Lucas e allaccio le scarpe, prendo la torcia e la foto di Jenna. Tanto nessuno mi vuole parlare quindi non vedo il motivo di fare tutto di nascosto. Che mi scoprano, tanto ormai siamo alla resa dei conti.

Che si fottessero.

E' la rabbia che muove i miei movimenti, è questa l'unica cosa che manda avanti la mia determinazione. E l'ho detto il primo giorno, chiunque si metta contro di me, non avrà vita lunga. Scendo le scale in silenzio, non si sentono rumori se non quelli della notte. Apro la porta sul retro e cammino lentamente, devo fare le cose per bene, stavolta c'è troppo in ballo. Arrivo sulle sponde del lago e mi sposto velocemente vicino agli alberi. Accendendo la torcia impreco perchè questa ci mette troppo a far luce. Osservo la fotografia e poi il lago, la ragazza di spalle è proprio vicino al pontile. Ripensandoci, persino Lucas mi disse che qui su quel maledetto pontile, venivano i ragazzi ogni sera. Cerco di guardare meglio le sponde fangose del lago. Mi avvicino verso il pontile e ispeziono maniacalmente il terriccio umido. Ci sono due pali in legno che tengono su questo schifo di pontile vecchio e umido. Mi inginocchio e mi muovo lentamente. Se sono dei fascicoli, sicuramente deve averli chiusi in una busta per non farli bagnare. Con la torcia ben stretta tra le mie mani, qualcosa mi richiama. E' come se mi stesse chiamando. 

ALICE l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora