XVII 'Jenna'

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Corretto il 30/03/2017

Non so come sto. Non lo so davvero. Una volta una mia amica mi ha detto che sono una ragazza forte. Che ho una corazza di ferro, che nulla mi scalfisce. Ma perchè questa volta non ha funzionato? Come mai, questa volta, una stupida lacrima è scappata?!

Sono chiusa in camera, non ho la forza di uscire. Non mi va nemmeno di fare colazione, quindi figuriamoci quanta voglia ho di uscire e incontrare la fonte di tutto questo.

Mi sforzo di guardarmi allo specchio. Io non sono così. Io non piango per uno stupido ragazzo, io non cado in stupidi tranelli. Io so riconoscere quel che voglio e Lucas non rientra nei miei piani. Osservo la lista, giace solitaria sul comodino. Avevo pensato di non metterla in atto, avevo pensato di lasciar perdere. Ma no, devo proteggermi. Devo vendicarmi. Nessuno ha il diritto di entrarmi nella testa in quella maniera e lasciarmi sola. La cosa sconvolgente che mi fa riflettere e che mi da pena è che non mi sono spostata. Che anche se avevo capito l'inganno, sono rimasta comunque lì, ferma come una stupida.

Qualcuno bussa alla mia porta, il primo pensiero è quello che Lucas ha trovato la mia stanza, che sia qui fuori per chiedermi scusa. Ma che diavolo sto dicendo, quello stupido rimbambito non si merita nemmeno che io ascolti le sue misere e pietose scuse. Indugio nell'aprire o meno, ma quando sento la voce squillante di Cassandra mi costringo a farlo.

-Apri, ho una cosa che ti appartiene!- grida.

-Cos'è? Un modo per rendere l'omicidio legale? Hai inventato il teletrasporto?! Se non è questo, allora puoi anche sparire.- rispondo aprendo la porta.

-Come siamo acide, tieni ho incontrato Lucas a colazione, ti cercava.- mi porge una busta. Per un attimo esito nel rimanere impassibile, ma quando realizzo che sono i miei vestiti ci resto quasi male.

-Grazie, insomma che si fa oggi?- lancio la busta nell'armadio senza nemmeno aprirla.

-Dipende da te. Oggi possiamo uscire o rimanere qui dentro. Ovviamente nessuno rimarrà qui dentro, è una giornata splendida!- si siede sul mio letto. Volto la testa nella sua direzione e la fisso.

-No, Alice no. Non rimarremo qui no, usciamo.- balbetta.

-Tu se vuoi puoi uscire, approfittane per stare con Calum. Dirò che ho la febbre o altro.- rifletto pensierosa.

-E cosa vorresti fare qui da sola?! Non andrai mica nei sotterranei! Dai Alice ci sarà un motivo se sono vietati.- mette il muso.

-Cassandra? Ti pare che io possa entrare nei sotterranei?! Scherzi?!- mi metto le mani sul cuore sconcertata.

-Fa come vuoi, ma non metterti nei guai.- mi saluta e scompare dalla mia visuale.

Ghigno soddisfatta, resto per almeno una mezz'oretta abbondante sotto la doccia a riflettere sulla mia vita. Quando esco mi vesto velocemente e attendo con ansia il momento in cui questo stupido collegio si svuoterà.

* * *

-Alice, non puoi essere l'unica a rimanere qui. E' una bellissima giornata!- sibila la direttrice. Tentenna, ma so che cederà.

-La prego.. Lei non si ricorda come è avere le proprie cose?! Insomma, sono allucinanti. Crampi, mal di reni.. Non sento nemmeno le ossa delle gambe..- piagnucolo.

Se è necessario so anche piangere per finta. E anche avere una reazione allergica.

Sono una ragazza multitasking, mica un'attricetta alle prime armi!

-Stai insinuando che sono così vecchia da non avere più le mie cose?!- è quasi inorridita.

-Bhè.. Dato il suo gusto nell'abbigliamento, il suo accenno di capelli bianchi e le rughe intorno agli occhi..- alzo le spalle.

ALICE l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora