XXXI 'Lo dicono tutti'

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Capitolo corretto il 02/04/2017

Vi prego di leggere la nota autrice! Grazie ed ora.. Buona lettura xX


Ce la posso fare. Autostima, egocentrismo, credere in se stessi. Le ho tutte. Fisso il professore, il maledetto mi ha spostata al primo banco di fronte alla cattedra. Il che è veramente scorretto. E' uno psicolabile, vede ovunque, che bisogno c'è di spostarmi al primo banco?! No, mi sto distraendo. Ultimamente mi distraggo molto. Male. Il mio foglio protocollo è quasi pieno, mi manca l'ultima operazione e mancano dieci minuti. Ho quasi fatto tutto. Io ce la posso fare. Mi fissa e ghigna, vorrei rispondergli dicendo che non c'è bisogno di fissarmi così visto che è un maleducato ma tengo a freno la lingua. Prendo la penna e comincio a risolvere tutti i passaggi, il metodo di Cass è utile. Ho l'ansia, mi scoppia la testa ed è la prima volta che mi impegno così tanto per fare qualcosa che non riguardi il mio ego. Direi che vado una bomba! 

Mentre sto per scrivere l'ultimo numero il professore si alza.

-Finito il tempo.- ghigna divertito. Ovviamente mi strappa il foglio dalle mani e lo fissa. Sorrido compiaciuta mentre vedo la sua espressione cambiare.

-Non se l'aspettava?- sorrido.

-E' tutto da vedere.- sibila. 

Mi lascio andare sulla sedia e sospiro. Cass sbuca al mio fianco, è eccitata e stranamente felice.

-Voglio sapere come fai ad essere così dopo un compito di matematica. No dimmelo per favore che non lo concepisco.-

-Eccoti, finalmente sei tornata nel tuo mondo.- la sua mano scorre tra i miei capelli. -Si intravedeva il livido violaceo.- sussurra e sistema meglio il suo zaino sulle spalle.

Cazzarola il succhiotto. Ogni tanto me lo dimentico, il che è improponibile visto che è enorme. Maledetto.

Mi alzo e trascino il mio corpo esausto.

Ma io dico si può mettere un compito in classe alle ultime ore, di venerdì? Un maledetto compito di matematica poi! 

Usciamo e mi dirigo verso la hall.

-Non vieni in mensa?- mi richiama la riccia.

-Devo andare a sindacare con mia madre. Sai la richiesta per l'università! Dovrò chiedere un patteggiamento, uno sconto della pena... Le verranno i capelli bianchi quando le dirò del college.- sorrido.

-Secondo me provi piacere nel infliggere dolore agli altri, altrimenti non si spiega.- 

-Non è piacere.. E' per compiacere il mio ego. Sai no, vedere l'espressioni tristi ed abbattute.. E' divertente.- ghigno.

-E' da cattivi.- mi lancia un'occhiataccia.

Alzo le spalle e mi volto.  Fischietto, godendomi la famosa quiete prima della tempesta. Questa sensazione può essere descritta semplicemente dicendo, Lucas. Rappresenta tutto il dualismo che regge l'intero universo, se è noia è anche divertimento, se è rabbia è anche serenità. E' una contraddizione continua. E io sono peggio di lui. Perchè andiamo, il comportamento maschile è sempre un mistero, ma quello delle donne.. Siamo sempre così confuse! E di certo Lucas non può capire cosa mi passa per la testa.

Prendo il telefono e digito il numero di casa. Prevedo già uno scontro tra titani, mia madre è strettamente convinta che sia io la viziata ma non si rende conto quanto siamo simili. 

Sapete no, quella sensazione di panico che si espande nel vostro corpo? Quella sensazione che ti avverte che qualcosa sta per crollare?  Ecco. La sto provando in questo momento. 

ALICE l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora