Capitolo corretto il 02/04/2017
Respiro lentamente. La prima reazione che pervade il mio corpo è la rabbia. Fottuta rabbia. Per questo motivo ho lanciato istericamente tutti i vestiti per la stanza. Ho inveito in maniera plateale di fronte allo specchio. La seconda reazione che pervade, di nuovo, il mio corpo è la tristezza. In realtà è delusione, delusione per le persone che reputavo importanti e che non hanno fatto niente. Mi aspettavo tutto questo da Michael e da Charlotte, ma non da Lucas e da Cassandra. Il che mi fa sentire con l'umore sotto le suole. Poi ovviamente non parliamo di mia madre. Si può essere delusi dai propri genitori? In genere sono i figli a deludere i genitori non il contrario. E' impensabile. Ma io ci andrò, costi che vivrò sotto i ponti. Costi quel che costi. Se mi impunto è la fine. E lo sa bene.
La terza ed ultima reazione che pervade il mio corpo è la voglia di vendetta. Scuoto la testa mentre mi fisso allo specchio. Mi sono fatta buttare giù da due parole. E non lo posso tollerare. Io sono il meglio dannazione. Lei dice che non può calcolare una come me?! Invece maledetta stronza, si sbaglia. Se fosse così ora non avrei un fottuto succhiotto sul collo.
Io devo fargliela pagare. In qualche modo devo vendicarmi. E lo sappiamo tutti che la vendetta è un piatto che va servito freddo. In questo istante mi sento come una fenice, colei che risorge dalle sue ceneri. Il che è relativo visto che non mi hanno fatta totalmente a pezzi. Non ancora. Mi sono lasciata trasportare dalle parole di mia madre. Quelle sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In realtà, degli altri non mi importa. E' solo per il suo silenzio che sono così amareggiata. Perchè sono così amareggiata? Mi hanno data dell'errore, della stronza e persino dell'accalappia uomini fidanzati. Ma è il suo silenzio che più mi pesa. Il fatto che non si sia alzato, che non mi abbia difesa. Sta volta non ha fatto niente.. Niente per fermare tutto questo.
Sono le sette e trenta di mattina, è sabato ed ho una voglia irrefrenabile di uccidere qualcuno. E menomale che questo maledetto posto doveva cambiare o almeno placare il mio spirito. Succede no? Succede che qualcuno ha una giornata no. Ma non per me. Sono Alice Lancaster, forse il cognome posso anche non includerlo nel mio elogio personale visto che mia madre mi vuole diseredare, ma non fa niente. Serve a fare scena.
Alice Lancaster, la ragazza che odiava tutti e che voleva distruggere il mondo. Potrebbe essere il titolo della mia autobiografia. Sì, sicuramente. Potrei scriverla, magari riempire mille pagine con le parole 'odio Lucas, odio Lucas'.
Impiego molto, forse troppo tempo per prepararmi. C'è il sole ed inizia a fare caldo. Vuole vedere cosa si perde?! Benissimo. Accetto la sfida. Che poi basta cambiare l'accento sulla parola per dar vita ad un omicidio di massa, ma quello ce lo risparmiamo.
Giusto?! Niente uccisioni improvvise?!
Mentre mi trucco, realizzo che mi ha messa al tappeto con la mia stessa arma. Le parole. Ha usato due parole giuste per farmi crollare. No. Non posso accettarlo. Ma posso accettarla?! Con un'ascia?! Ah, questa cosa dell'accento mi diverte particolarmente tanto.
Quando mi guardo allo specchio mi sento meglio. I miei capelli perfettamente lisci ricadono sui miei fianchi, i miei occhi troppo grandi sono messi in risalto da l'eye-liner. Sono perfetta. Infilo i miei pantaloncini neri a vita alta e una maglietta larga che mi arriva a metà coscia. Perfetto. Devono mangiarsi i gomiti.
Qualcuno bussa prepotentemente alla mia porta. Sbuffo e apro. Tanto ormai, è inutile che rimango sulle mie.
-Perdonami, per favore. Ieri non so cosa mi sia successo! Ti pare che posso pensare male della mia migliore amica?! E poi è colpa mia se Charlotte ha visto la foto! Per favore non odiarmi!- Cass piagnucola. Regge con le mani un piatto pieno di cibo e il mio caffè latte.
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ALICE l.h
FanfictionAlice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio destino, è lei che conduce le regole dei suoi giochi. E' una ragazza irriverente e il mondo in cui vive le sta stretto. Dopo la decisione una...