Capitolo 37

267 12 26
                                    

Capitolo 37

Sono trascorsi pochi giorni da Natale e ora mi ritrovo seduto in un angolo del bar con Erica accanto.

L'influenza in pochi giorni è andata via ed ora è più attiva che mai.

Siamo riusciti a rintracciare sua madre e aspettiamo che venga all'appuntamento.

Onestamente avrei preferito lasciarle da sole ma Erica ha insistito così tanto.

Ha detto che con me al suo fianco si sarebbe sentita più sicura e non sono riuscito a dirle no.

Ma forse è un bene,perché vuole condividere parte del suo passato con me.

«E se non viene?» mi chiede preoccupata.

«Verrà. Non ti preoccupare. »le prendo la mano e accarezzo il dorso.

«Se non va come pensavo?» si sta agitando.

«Piccola tranquilla. Ci sono io con te.» verso l'acqua nel bicchiere e gliela porgo.

Lei la beve lentamente ed entra nel bar sua madre.

Vedo che il suo sguardo è fisso verso la madre e istintivamente le stringo la mano,per ricordarle che le sono accanto.

La donna ci vede al tavolo e si avvicina.

«E' da molto che aspettate?» domanda prima di sedersi.

«No,si figuri.» le rispondo.

Erica è come bloccata,non sa che dirle.

«E' un piacere per me rivederti Erica.» si nota negli occhi della donna quanta sofferenza ha avuto.

Do un colpetto sul dorso della mano per vedere se risponde.

«Grazie.» riesce solo a dire.

«Allora,signora. Da quanto vive qui?» qualcuno deve pur parlare.

«Saranno ormai 14 anni o poco più.» risponde la donna.

«Come sapeva che avrebbe trovato qui Erica?» eviterei la parola figlia.

Non so come la prenderebbero.

«Suo padre mi aveva avvertito. Non voleva che la trovassi. Ma quando è successo,sere fa, non sapevo di incontrarla. Ero li per caso e l'ho riconosciuta subito.» inizia ad avere gli occhi lucidi.

Infilo la mano della giacca ed estraggo un pacchetto di fazzoletti che poi le porgo.

Lei ne estrae uno e si asciuga le lacrime,prima che scorrono sul suo volto.

«Mi dispiace aver detto di non conoscerti.» parla Erica.

Almeno ha trovato la forza di affrontarla.

«Non ti preoccupare.» cerca di essere comprensiva la madre.

«Ma infondo è vero. Non ti conosco più,mamma.» l'ultima parola riecheggia nella stanza.

E' pur sempre sua madre,la donna che l'ha messa al mondo e che per qualche anno l'ha vista crescere.

«Lo capisco. Mi dispiace. Credimi.» la donna sembra molto sincera.

«Perché te ne sei andata,così all'improvviso?» bella domanda.

«Piccola,ci sono cose del passato di cui non mi piace ricordare.» forse non era esattamente ciò che si aspettava di sentire Erica.

«Mamma non credi che sia abbastanza grande per sapere?» cerca di alzare la voce ma riesco a calmarla in tempo.

«Sì,sei grande. Ma tutto potrebbe cambiare dopo questa conversazione.» continua la donna.

E' così grave?

«Voglio sapere. Davvero.» Erica mi guarda e mi stringe la mano.

E' il nostro modo per farci sentire vicini,contro il mondo.

Insieme affrontiamo tutto.

«Ok. Vedi,io me ne sono andata perché tuo padre ed io non andavamo più d'accordo.» inizia a raccontare.

«Che è successo di preciso?» la invita a continuare.

«Non mi rispettava più. Preferiva passare le giornate a vedere la tv sul letto o a leggere il giornale. Non uscivamo mai perché era troppo occupato con il tennis. Lo praticava da anni e non voleva lasciarlo. Dopo che tu sei nata era cambiato. Stava fuori dalla mattina alla sera. Rientrava solo alle 21 quando tu eri già a letto. Non mi aiutava. Dovevo fare tutto io. E non me ne pento. Una volta finita la materna,ho deciso di lasciarti con lui. All'inizio io non volevo. Volevo che tu continuassi a crescere con me,ma mi ha minacciato se non restavi con lui. Mi chiedo ancora come mai,non c'era mai per te. Così uscì dalla tua vita.» la voce della donna si spezza.

E' un peso che si portava dentro da 15 anni almeno.

Capisco quanto sia difficile.

Guardo Erica e la vedo ferma e quasi priva di emozioni.

E' tornata di ghiaccio.

Si sta difendendo dal soffrire di nuovo.

«Ma hai provato a ritornare? O a cercarmi?» domanda.

«Sì. Ogni settimana scrivevo una lettera e la imbucavo a casa ma non te le ha mai date. Provavo a chiedere di te,come stavi,se mi mandava almeno delle foto. Ma nulla di nulla.» continua la donna.

«Ma ora suo padre vuole sposare mia madre.» intervengo.

«Oh sì. Me lo ha detto. E' cambiato fortunatamente. Gli sono sempre importati i soldi e ce l'ha fatta. So che ora ti vuole molto bene e che non ti farebbe soffrire.» sua madre mette la mano sopra quella della figlia.

«Mi dispiace mamma che sia andata male tra di voi.» dice mostrandosi più fragile di prima.

«Non ti preoccupare. Se vorrai ci potremo vedere altre volte.» prova a legare di nuovo con sua figlia.

«Ma certo. E tu che hai fatto in questo tempo?» chiede.

«Sono stata costretta a trasferirmi qui,lontana da te. Ho un nuovo lavoro e sto bene. Ma mi sento così vuota. Una figlia è parte di te e io ti avevo perso.» la signora torna a piangere.

Quante cose si stanno scoprendo ora.

«Ora sono qui. Sono maggiorenne e ti prometto che ci rivediamo.» ecco ora sì che la riconosco.

«Grazie mille. E questo bel ragazzo chi è?» domanda guardandomi.

«Lorenzo Ostuni. Piacere signora.» allungo la mano.

Non tarda a stringerla.

«E' il mio ragazzo e padre di mio figlio.» sorride infine.

«Oh auguri! Trattala bene.» sorride anche la madre.


Ice Queen ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora