Capitolo 28

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Capitolo 28

Manca una settimana a Natale ed è passato più di un mese da quando Erica mi disse di essere incinta.

L'ho vista molto più serena e tranquilla da quando mi ha detto tutto.

Ha molta appetito ma non smetterò di amarla,neanche con qualche chilo di più.

La pancia sta crescendo e per ora tutto va per il verso giusto.

Il progetto con Irene è andato bene,abbiamo preso il voto più alto della classe.

Ho trovato lavoro in un negozio di computer in cui sono abbastanza bravo.

La cosa negativa è che passo meno tempo con la mia ragazza e un po' mi manca.

Dalle 8 alle 15 siamo all'università e poi dalle 16 alle 21 lavoro.

Sì alcune lezioni siamo insieme,ma non è lo stesso che stare a casa,coccolati sul divano davanti un bel film con una tazza di cioccolata calda tra le mani.

L'ho convinta a passare il Natale da mia mamma e lei è così entusiasta.

Mi ha raccontato che da quando sua madre era sparita dalla loro vita avevano smesso di festeggiare insieme tutte le festività.

La cosa mi rattrista molto,ma almeno quest'anno sarà diverso.

Per fortuna l'università è già chiusa e stiamo riempiendo le valigie per fermarci da mia madre fino a gennaio.

Mi è mancata così tanto e poi dobbiamo darle la notizia.

Conoscendo mia madre la prenderà bene,spero.

«Ecco ho finito la mia valigia. »dice Erica chiudendo la zip della valigia.

«Ma che brava amore. Hai messo tutto?» ovvio che si.

La sua sarà anche più ordinata della mia.

«Tutto il necessario. »sorride e si avvicina alla mia valigia.

«Io ho quasi finito. » metto un po' alla cavolo l'ultimo paio di calzetti.

«Sei molto disordinato. » mi bacia la guancia ed estrae tutti i vestiti dalla valigia.

«Non diventare matta. Lascia pure così com'è. »tanto poi la metto sottosopra appena siamo a casa.

«Facciamo così. Io sistemo la tua valigia e tu chiami Max che ci viene a prendere. Non dovrebbe tardare di molto. »mi avvisa mentre inizia a piegare e riporre tutto in maniera ordinata.

Fortuna che c'è lei.

«D'accordo piccola. Vado subito. »le do un rapido bacio sulle labbra e vado in soggiorno a chiamare il suo autista.

Mi incammino a guardare fuori dalla terrazza e vedo che sta nevicando.

E' uno spettacolo,lo ammetto.

Dopo aver parlato con Max torno dalla mia ragazza un po' preoccupato.

«Ti ha risposto Max?» chiede appena entro in stanza.

«Sì. Ma è a letto ammalato e non può accompagnarci. »le dico mentre cerco di pensare ad una soluzione istantanea.

«Ok. Ci penso io amore. La tua valigia è sistemata e pronta. »estrae il cellulare per allontanarsi a chiamare.

Intanto vado in cucina a gustarmi un po' della mia amata Nutella e dopo pochi minuti mi raggiunge.

«Tutto sistemato. Arriva Nate il collega di Max e ci accompagna da tua mamma. »dice sedendosi sul tavolo della sala.

«Fortuna ci sei tu. Allora aspettiamo che arrivi e si parte.» le prendo una mano.

«Esatto. Grazie per avermi invitato. »mi toglie il cucchiaio dalle mani e mangia la Nutella al mio posto.

«Non ti lascio passare un altro Natale da sola. Siete la mia famiglia. »accarezzo la pancia e lei sorride.

Mi sto abituando a tutto questo.

«Sei fantastico. E fuori nevica. »le spunta un super sorriso sul volto.

Se lei è felice lo sono pure io.

Ora dipenderò sempre dalla sua allegria che dipenderà sempre e solo dalla mia.

«Sì e fortuna che questa settimana il negozio è chiuso così possiamo partire prima e goderci le vacanze insieme.» la bacio dolcemente e lei ricambia subito.

«Vorrei che non lavorassi. La casa senza di te è così vuota. »mi accarezza le mani.

«Lo so piccola ma lo faccio per voi.» mi alzo dalla sedia e metto via il barattolo di Nutella.

«Ma sai che non serve. Puoi contare su di me per qualsiasi cosa.» andiamo fino l'attaccapanni e indossiamo la giacca.

«Non voglio essere un peso per te. Voglio aiutarti. Lasciamelo fare,per favore.» la sto quasi implorando.

«D'accordo. »esce dalla porta e metto fuori le valigie.

Chiudo casa e ci dirigiamo all'ascensore.

L'autista è già fuori dal palazzo che ci aspetta.

«Andiamo a piedi piccola. Non vorrei che rimaniamo bloccati dentro.»prendo in mano le valigie e mi avvio alle scale.

«Certo. Ti posso aiutare?» mi domanda seguendomi.

«Direi di no. Ce la faccio amore. Sto facendo i muscoli così sono ancora più attraente.» arrivati fuori dal portone carico le valigie sulla limousine nera e saliamo.

Il tragitto è sempre lungo ma fortunatamente con lei accanto passa tutto in fretta.

Impieghiamo un po' più del solito per via della neve che intralcia un po' la circolazione ma per fortuna siamo partiti presto da casa nostra.

Sono le 11 di mattina e siamo finalmente arrivati sotto casa di mia madre.

Prendo fuori le valigie e tenendo per mano la mia ragazza ci incamminiamo verso il cancellino di casa.

Mentre Erica suona al citofono io guardo la mia vecchia casa e noto con piacere che è rimasta identica a come l'avevo lasciata,solo con qualche centimetro di neve in più.

Ma nel parcheggio auto di mia madre vedo un auto nera,mai vista prima.

Arrivati verso il portone continuo a fissare quella macchina e non capisco di chi sia.

«Che succede?» mi chiede Erica prima di entrare nel portone di casa.

«Quell'auto nel posto auto di mia madre. Non capisco di chi è.» rispondo

«E' l'auto di mio padre. »guardando nella mia stessa direzione.

Ice Queen ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora