Capitolo 13

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Capitolo 13.

Credo di essermi appisolato perché come apro gli occhi mi sento strano.

Sento delle dita accarezzarmi i capelli e alzo la testa.

Lei è rimasta.

«Ben svegliato. » mi dice dolcemente.

«Grazie. Scusa se mi sono addormentato. » sento i sensi di colpa che mi pervadono.

«Non ti preoccupare. »si abbassa e mi bacia la fronte.

E' bellissima e molto dolce.

Sono davvero riuscito a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.

«Mi ha fatto piacere vederti ancora qui. »confesso.

«Ho paura a restare da sola. »risponde.

Come darle torto.

«Resta tutto il tempo che vorrai. » mi alzo dal letto e mi stiracchio.

«Grazie di nuovo.» mi guarda negli occhi.

«A proposito ... Laura e Jacopo? » chiedo

«Non ho loro notizie da ieri sera. Saranno chissà dove a fare chissà cosa.» ride

Adoro la sua risata,così dolce e soave.

Una bellissima melodia.

«Giusta osservazione.» le prendo la mano.

Forse dovrei avvisare mia madre,almeno per non riservarle delle sorprese.

Meglio ancora,andare a casa con Erica,così saprà dirmi la cosa giusta.

Infondo è domenica pomeriggio e in 3h circa sono a casa.

«Vieni con me. » prendo uno zainetto e ci metto dei vestiti,nel caso in cui facciamo tardi e dormiamo lì.

«Dove?» si alza e resta a fissarmi ai piedi del letto.

«A casa mia. Devo farti vedere mia madre. » suona strano ma nella mia mente ha senso.

Spero solo di non sbagliare.

«Ne sei sicuro?» chiede incerta.

«Sì. Totalmente. Deve sapere che troveremo un appartamento insieme. » mi avvicino e l'abbraccio.

A volte vale di più di mille parole.

«Va bene allora» mi guarda convinta.

«E' una persona molto tranquilla. Sicuramente le piacerai.» cerco di incoraggiarla.

«Grazie.»

Usciamo dalla mia stanza e andiamo nella sua a prenderle dei vestiti da inserire nel mio zaino.

Digito rapidamente un messaggio a mia madre e ci rechiamo fuori dall'università.

C'è un splendido sole di settembre che riscalda la giornata.

Dovremo correre in stazione per i biglietti.

«No,niente treno. Ci penso io.» prende fuori il cellulare e fa una chiamata.

Dopo pochi minuti arriva la stessa limousine di ieri sera,sempre con Max come autista privato.

«Ne sei sicura?» domando.

«Ma certo. E per questo che è pagato. Sali.» apre la portiera e sale in limousine.

Sono un po' indeciso.

Presentarmi da mia madre con lei e in limousine.

La guardo sorridere e mi ci perdo.

Salgo in limousine e lascio l'indirizzo all'autista.

Sarà un lungo viaggio ma ne vale la pena,ne sono convinto.

Anche se sento dentro di me quella vocina che mi dice che sto correndo troppo e che mi sto illudendo fortemente.

Io credo proprio di no.

Il destino ci ha fatti incontrare,il destino l'ha portata da me più volte.

Deve significare qualcosa credo.

E poi lei è ancora qui dopo quasi 48 h.

Mi stupisco pure io.

E' così dolce e solare quando è se stessa.

Sono stupito pure io di quanto si è aperta con me.

Mi piace pensare che da lassù mio padre in qualche modo ci ha aiutato a farci conoscere.

Quindi,grazie papà.

«Sai hai un bellissimo rapporto con tua madre.» interrompe il silenzio.

«Grazie. E la tua?» chiedo per educazione

«Non so dove sia sparita.»dice guardando fuori dal finestrino.

Ice Queen ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora