Capitolo 19

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Capitolo 19

Guardo questa ragazza con cui mi sono scontrato.

Ha dei capelli neri,occhi azzurri ed è di un'altezza normale.

Rispetto a me è più bassa,ma preferisco Erica a lei.

Il colore degli occhi di Marianna ricorda il ghiaccio.

«Piacere, io sono Lorenzo. »allungo la mano.

Lei dopo poco la stringe e ricambia il sorriso.

«Hai mai sentito parlare della regina di ghiaccio? »mi chiede.

Ricordo di quanto fosse conosciuta Erica, quindi è probabile che lei la conosca.

«Sì. Ero con lei a lezione poco fa. »dico incamminandomi verso l'aula successiva.

«Strano. Sono io. »si ferma all'improvviso.

Io mi fermo poco più avanti e mi volto verso di lei.

«Come tu sei la regina di ghiaccio?» sono confuso.

«Sì. Per il colore dei miei occhi. Tu di chi parlavi? »si avvicina a me.

«Di Erica. Quella ragazza con cui parlavo prima di scontrarmi con te.» cerco di allontanarmi da questa ragazza strana ma lei mi blocca.

«Oh lei. Cambia spesso identità. » mi mette con le spalle contro gli armadietti.

Io non le credo.

Ricordo il fiocco di neve alla porta della sua camera, Laura e Jacopo l'hanno definita tale.

All'università tutti la temano e la rispettano.

Si percepisce quanto lei abbia sofferto.

«Mi dispiace. Non ti credo. » resto fermo nella mia posizione.

Mi fido di Erica.

Cavoli,siamo convivendo!

Non ha senso che menta così tanto.

E poi quale demente chiamerebbe questa "regina di ghiaccio" solo per il colore degli occhi.

«Farò in modo che lei soffra di nuovo. » si avvicina ancora a me

«Perché? » cerco una via di fuga ma non vedo nulla.

«Perché io la odio. » poi con prepotenza posa le sue labbra sulle mie e cerco di allontanarla senza farle troppo male.

«Sei impazzita? »le urlo in faccia.

«No soddisfatta. »guarda un punto del corridoio e seguo con lo sguardo.

«Erica!» corro dietro a lei lasciando quella Marianna dov'è.

Non mi è mai piaciuta quella.

Che maleducata,oltretutto.

La vedo entrare nel bagno delle ragazze e la seguo.

Non mi importa se qualcuno mi vede.

Devo parlarci e abbracciarla.

Entro ed è sparita.

Si sarà chiusa dentro qualche porta del cesso.

Piegandomi leggermente riconosco le scarpe che indossava sta mattina e busso alla porta.

«Vattene »dice tra le lacrime.

Mi fa malissimo sentirla così.

«Voglio parlare con te. Ti prego. »mi inginocchio davanti la porta sperando che esca.

Dopo qualche minuto la porta si apre e la vedo così fragile.

«Che fai qui?» si avvicina a me.

Allungo la mano per asciugarle le lacrime e me lo lascia fare.

«Non voglio che tu pianga. »sussurro a pochi centimetri dal suo viso.

Sembra di leggerle dentro la sua anima.

«Perché le tue labbra erano attaccate a quella ?» non dovrei pensarlo ma mi piace che sia gelosa.

«Veramente mi ha praticamente costretto lei. Io volevo andare a lezione.» la guardo nei suoi occhi.

«Che voleva Marianna? »allora si conoscono davvero.

«Mi aveva detto che era regina di ghiaccio e poi ha ammesso di odiarti. » le dico prendendole la mano.

«E' reciproco. »la vedo sorridere.

Mi crede! Che sollievo.

«Stai meglio ora?» ci alziamo dal freddo pavimento e lei mi abbraccia forte.

Mi mancava tanto il suo abbraccio.

E' strano ma è così.

«Sì. Scusa per come ho reagito. » mette le mani tra i miei capelli e mi bacia.

La mia piccola regina.

«Non ti preoccupare. »usciamo dal bagno e ormai la lezione l'abbiamo saltata.

Camminando per l'università mi tiene stretta la mano.

Sono molto felice di averla al mio fianco.

«Mi sento in colpa per prima. » sono onesto.

Se avessi guardato davanti non mi sarei scontrato.

«Non devi sentirti così. Ora sei con me. »entriamo nella mensa dell'università.

«Sì. Non ti lascerò sola. » ci mettiamo in fila per il pranzo.

«Grazie Lorenzo,davvero. »mi bacia la guancia.

E' una ragazza fantastica.

Credo sia la mia metà perfetta.

«Figurati. Che ti va per pranzo?» prendo i due vassoi,uno per me e uno per lei.

«La pasta al pesto e poi la cotoletta con le patatine fritte. »mi sorride.

«Uhh buono.» chiedo la pasta alla prima cuoca che trovo e li metto sui vassoi.

«Grazie per il tuo aiuto. »passiamo al reparto secondi e prendiamo i piatti.

Speriamo sia tutto buono.

Andiamo dritti ad un tavolone e ci sediamo.

Ice Queen ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora