Capitolo 5.

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Inutile dormire, continuo a rigirarmi nel letto. Se prima non sopportavo di stare qui, ora mi piace ancora meno. Nella mia mente appaiono immagini riguardanti Lorenzo: il suo sorriso, quegli splendidi occhi color del legno; i capelli biondo lucente... Poi la voce squillante di Daphne, mia madre ed il Primo Ministro; mia sorella Rosalie, che non mi ha mai detto nulla di quanto sapeva sulla situazione, e poi ancora... Mio padre, che non ha intenzione di muovere nemmeno un dito. "Basta, basta!" Mi agito troppo, poiché i pensieri prendono il sopravvento. Di scatto balzo fuori dal letto, battendo il piede contro il comodino. Fa un male tremendo. "Va al diavolo!" Penso, trattenendo un grido. Il mio sguardo cade sulla foto che tengo sopra il comodino: quella con mio zio William, fratello di mia madre, e con mia zia Meral. Sono così teneri quei due, delle persone semplici d'animo. Sono sposati da tantissimo tempo ma non hanno mai avuto figli; questo, però, non li ha demoralizzati e la loro gioia, ora, è quella piccola azienda agricola che hanno messo su. È sempre stata forte la loro passione per la natura. Afferro il cellulare e digito in fretta il numero di casa dei miei zii...

《Buongiorno!》Mi saluta Rosalie, con i capelli castani tendenti al rosso ben sistemati, retti solo da un semplice cerchietto color rosso ciliegia. Ma i suoi occhi verdi rischiano di scoppiare in lacrime per tutto quello che sta sopportando.
La saluto con un lieve cenno del capo, portandomi la tazza di latte alla bocca. 《Allora, ti trasferirai definitivamente in Francia, o farai avanti e indietro anche quest'anno?》domando, 《Avevo deciso di trasferirmi lì con Jacques, ma dopo ciò che è successo a palazzo, rinuncerò》. Jacques è il suo ragazzo francese, un tipo molto fico con capelli neri come il carbone, molto ricci, occhi scuri, abbastanza alto, ed in più ricco venditore. "Il sesso migliore della mia vita!" Così mi disse Rosalie, per descrivere più brevemente possibile la cena con Jacques al loro primo appuntamento.《Se fossi in te, Rosalie, me ne fregherei di tutto e di tutti, ed andrei in Francia dal mio fidanzato.》《Lo vorrei tanto!  È da un mese che non lo vedo. Però, ti lascerei sola con la consapevolezza che potresti fare qualsiasi pazzia.》《Uff! Dio Rosalie, che paturnie! {che paturnie= che scatole}》lei mi guarda accigliata, con una mano sulla fronte e l'altra che, con l'indice, arrotola i  lunghi capelli rossastri e lo sguardo perso chissà dove. 

《Rosalie, mi sono iscritta al corso di letteratura all'università "Vocaboli D'oro". Resterò lì per tutto il giorno, non dormirò nemmeno qui》《Dayan, ma è fantastico! Sei stata ammessa? So che lì ne prendono solo dieci. Quanti iscritti sono?》《Siamo undici iscritti e no, non so se sono stata ammessa. Appena avrò finito di fare colazione, andrò ad informarmi.》 《Sono così felice! È l'università più importante di tutta la regione!》afferma, abbracciandomi forte.

Sono davanti all'università che ha una struttura davvero bellissima. È molto antica, costruita nel Rinascimento, ed immersa nel verde chiaro dei prati, con fiori di ogni specie e di ogni colore: dalle sfumature del rosso, dell'arancio, dell'indaco, del blu, del giallo e così via. Una vasta gamma di meravigliosi colori!
Guardo la lista delle persone ammesse... E dopo un paio di persone compare il mio nome! Il cuore mi si riempie di gioia, fino a quando il singhiozzo strozzato di una ragazza, a pochi centimetri da me, rovina la mia allegria. Credo che lei sia l'undicesima iscritta. Sta piangendo e le sue amiche la stanno rassicurando. Mi avvicino appena, 《Sicuramente ci sarà un'altra occasione per entrare!》le dico, sorridendole dolcemente; lei, però, mi guarda in malo modo. 《Io dovevo essere ammessa, non voi! Se non fosse per la vostra famiglia, non vi avrebbero mai accettato!》
Quelle parole feriscono il mio cuore come se fossero tante spade infilate al suo interno, ma, solo ora, mi accorgo che ha ragione. "Se non fosse per la mia famiglia non mi avrebbero mai fatto entrare, ha ragione."
Corro più veloce che posso per arrivare in prima possibile al castello e preparare le valigie.

《Dove credi di andare?》domanda mia madre con tono severo, 《È diventato inusuale bussare in questo castello?》rispondo di rimando, senza distogliere lo sguardo dalla mia occupazione. 《Non cambiare discorso, ragazza. Dove vai con quei bagagli? 》《Il più lontano possibile da qui!》

Borbottando, esce dal mio appartamento, gridando a squarciagola il nome di mio padre, che non impiega molto ad arrivare.
《Dayan, è vero che vuoi andartene?》chiede, passando lo sguardo da me a mia madre. Io non emetto un fiato. 《Esigo una risposta, all'istante!》a questo punto mi volto, 《Sono andata a controllare i risultati delle ammissioni all'università e sì, sono tra gli ammessi, ma lì fuori c'era una ragazza, l'undicesima iscritta, e sapete cosa mi ha detto, padre? Mi ha letteralmente gridato contro che non mi avrebbero mai presa se non fosse per la mia famiglia.》 Improvvisamente sgrana gli occhi. 《Così, Rosalie tornerà in Francia da Jacques ed io andrò da zio William e da zia Meral. Non preoccupatevi, li ho già avvisati》《Ne sono al corrente, tua zia mi ha chiamato. Comunque, se è questa la tua scelta, io non interferirò.》Immensamente felice, rivolgo a mio padre il sorriso più bello che avessi mai fatto in tutta la mia vita, e corro ad abbracciarlo, ignorando i rimbecchi di mia madre.

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