Capitolo 8.

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《Sei sicura che posso andare tranquillamente amour?》《Sì Dayan, sì. Sono già tre volte che lo chiedi.》dice irritata, cercando di chiudere la zip della sua elegante tuta dorata. 《Quindi entro, cerco un ragazzo castano di nome...Edoardo, gli dico che sei tu a mandarmi e lui mi farà fare una prima lezione, e se mi piace, mi faccio assegnare la card altrimenti no. Giusto?》《Giusto chérie, l'hai già ripetuto. Ricordati di prendere la mia card per oggi》Mi ricorda, bisticciando con le scarpe a spillo. 《Uffa! Non riesco a metterle in nessun modo!》 《Certo che non riesci Chanel: se non slacci la cinta non possono entrare》dico, ridendo 《Ma dove vai così elegante?》 《Prima entravano anche senza slacciare la cinta, chérie! Vado a cena con Riccardo. Tu, invece, non fare tardi che oggi a cena qui c'è Christian: il nostro finanziatore e dagli da parte mia le ricevute, dicendogli che ho avuto il tempo di compilare soltanto quelle del mese scorso. Allora come sto?》《Sei perfetta amour! Anche troppo forse. Ma... Questo Christian com'è?》《Lo vedrai stasera, chérie. Ora vado, altrimenti faccio tardi. Ricorda la card.》 Grida dalle scale, 《Aspetta, Chanel!》Grido, uscendo dalla nostra camera per raggiungerla, 《A dopo chérie!》 Mi saluta mandandomi un bacio con la mano.
"Ok, devo stare calma. So tutto, devo solo cercare il ragazzo."
Con lentezza mi porto il manico nero del borsone sulla spalla e spingo la maniglia del portone.
L'afa di questo luogo mi colpisce gli occhi ed io li stropiccio con le mani.
《Posso aiutarla signorina?》 chiede un ragazzo con i capelli castani, 《Ehm...Edoardo, giusto?》《Giusto!》risponde volgendomi un sorriso smagliante, 《Sono Dayan. Chanel mi ha detto di rivolgermi direttamente a lei, vorrei fare una lezione di prova》《Oh, certo. Sa già nuotare?》io annuisco. 《Benissimo allora! Scenda le scale, in fondo a sinistra c'è lo spogliatoio. Quando si è sistemata, vada verso le docce, lì c'è un arco, varchi la sua soglia e si troverà direttamente in piscina. Ora le mando Viviana, sarà la sua istruttrice. La sua lezione durerà cinquanta minuti.》 Prendo appunti mentalmente, ringraziandolo.
Mi catapulto nello spogliatoio e velocemente indosso il costume nero, gli occhialetti anch'essi neri e la cuffia grigia di silicone dopo aver fatto uno chignon.
《Dayan? Piacere, io sono Viviana la tua istruttrice.》《Piacere mio!》 《Allora, Dayan, entra in acqua e fai otto vasche a dorso》Obbedisco ed entro in acqua ma un uomo, che si trova nella corsia di fianco a me, mi schizza.
《Ehy! Un po' d'attenzione》gli grido. Lui mi guarda e torna a nuotare. Per provocazione, inizio a nuotare a dorso e lo raggiungo. "Diamo inizio alla sfida"...
Infilo la card di Chanel ed automaticamente il phone si accende. Odio asciugarmi i capelli, ci impiego un'eternità!
Guardo l'orologio: 20:30. "Cosa, di già! È tardissimo!" Infilo le dita nei capelli, asciugandoli il più velocemente possibile.
《Edoardo, puoi ricaricarmi la card di Chanel?》《Certo. Devo prepararti la card. Dammi cinque minuti e l'avrai anche tu.》 《No, vado di fretta. Facciamo per la prossima volta, ok?》 《Va bene. Salutami Chanel》dice, facendomi l'occhiolino, mentre io agito la mano per salutarlo.
Mi precipito in macchina. 《No! Diamine! Mancava solo che qualche incapace mi incartasse con la macchina. Non posso uscire》impreco, 《Tutto bene signorina?》 Mi chiede un uomo. Indossa jeans neri, camicia bianca e porta il borsone su una spalla come fosse un sacco di patate. 《Secondo lei va tutto bene? No mi dica! Sto andando su e giù di continuo, aspettando disperatamente che l'incapace che ha posteggiato questa macchina esca per dargliene quattro. Ma io mi domando: chi diavolo è che dà la patente a persone di questo tipo? E per di più mi ha anche graffiato la macchina! Ora cosa dico a mio zio?》 Mi infurio maggiormente accorgendomi dei graffi sulla portiera. L'uomo mi guarda accigliato.  《Ha mai pensato se a quell'uomo importasse qualcosa di come  parcheggia?》《È evidente la risposta, e quell'uomo è un vero idiota》 《Lo sa che quell'uomo è qui di fronte a lei, signorina?》 《Maleducato che non è altro! Come si permette di parcheggiarmi davanti, sbarrandomi la strada, come se lei fosse l'unico in questo parcheggio? E mi ha anche graffiato la macchina.》《Ora la ramanzina è finita? No perché ho fretta, non ho tempo di stare ad ascoltarla, signorina》《Ma come si permette? Lei è così arrogante!》 《Sì d'accordo, ora se non le dispiace, io andrei.》 《È stato fortunato perché anch'io ho fretta, ho ritardato abbastanza》detto ciò salgo in auto, lasciandolo con sguardo stupito.
Drin-drin-drin 《Chi diavolo è che mi chiama? Ho fatto già tardi di mio!》afferro il cellulare e rispondo. 《Pronto? Zia! Si, sto arrivando. Un incapace mi aveva sbarrato la strada, arrivo!.》 Tenendo lo sguardo fisso sul percorso, infilo il cellulare nel borsone, ma questo cade.  Non essendoci nessuno, mi chino per raccoglierlo, visto che non è molto distante. Non appena riesco a poggiarlo sul sedile accanto, una macchina bianca mi sfreccia davanti facendomi sbandare. Suono il clacson ma all'autista non importa nulla, visto che mi indirizza un lungo dito medio. 《Ma tutti a me capitano?》
Parcheggio l'auto e velocemente entro in casa.
《Scusa zia ho fatto tardi ma ho avuto un... Aspetta un attimo. Tu sei l'uomo del parcheggio》 《Dayan ti presento Christian, il nostro finanziatore. È grazie a lui se la nostra azienda sta guadagnando. Christian ti presento Dayan: mia nipote.》Mio zio fa le presentazioni. Christian si toglie il pollice della mano sinistra tra i denti e mi porge la mano destra. Wow, non mi ero accorta di quanto fosse sexy. Tossisco per riprendermi dai miei pensieri e gli stringo la mano. 《Allora hai intenzione di scusarti per avermi dato dell'incapace e del maleducato?》Chiede, sorridendo 《Mi spiace signor Christian, ma non mi rimangerò quelle parole》Affermo decisa. 《Sua nipote è determinata, William》《Oh sì, lo è eccome Christian》.

Chanel's  pov :

<<Ritardo di ben cinque minuti, chérie>> Si avvicina, sfiorandomi il mento con le dita.
<<Non mi interessa, Riccardo. È già tanto se ho accettato. Non lo meriti affatto>>
<<Sei arrabbiata, mon amour? Dimmi: a chi devo farla pagare?>>
<<A te stesso, brutto idiota!>> Rispondo, sempre più alterata, scansandogli, con un buffetto, la mano con cui mi accarezzava il viso.
<<Adoro la tua grinta...>> Appassionato, mi afferra per un braccio, sostando delicatamente con le labbra sull'incavo del mio collo. Perché mi tormenta in questo modo?
<<Non dovevamo incontrarci per una cena d'addio?>> Domando, allontanandolo con tutte le mie forze. Non posso permettermi di cedere.
<<Addio? Chi ha parlato di addio?>>
<<Di certo non puoi aspettarti di incontrarmi ancora nel tuo appartamento. Molto presto sarai sposato ed io uscirò definitivamente dalla tua vita.>> Inevitabilmente, avverto una fitta di delusione e sofferenza premere in me. Come siamo giunti a questo punto? La nostra ultima cena, il nostro ultimo incontro. Poi diventerà intoccabile ed io dovrò farmene una ragione. Presto sarà proprietà di un'altra donna, la sua "sposa", la stessa che avevo immaginato di essere durante quella magica notte... No, non ce la faccio. Non posso restare qui, in questo maledetto appartamento colmo di ricordi, del nostro amore ormai distrutto, del suo profumo unito al mio quanto lo eravamo noi...
<<Scusami, devo andar via>>
<<No, aspetta>> Mi afferra una mano, impedendomi di raggiungere l'uscita.
<<Lasciami andare, Riccardo! Ti prego!>> Lo imploro, esplodendo in un pianto scosso da singhiozzi. Prontamente, asciuga le mie lacrime, respirando a fatica.
<<Non posso, Chanel! Non posso! Ti amo così tanto che ogni volta è un tormento essere cinico e sprezzante. Non riesco a distaccarmi da te, mi è impossibile.>>
Piange anche lui, con la fronte poggiata contro la mia.
<<Ho dovuto farlo, non capisci? Io non la amo, si tratta soltanto di affari.>>
<<Non mi interessa! Stai sacrificando noi per schifosi soldi! Vuoi più di ciò che hai? Bene, dovrai rinunciare a me. Non sarò di certo la tua amante, non sarò più nulla per te!>> Risoluta, corro verso il portone ma Riccardo mi blocca, parandomisi di fronte.
<<Io amo te. Il tuo cuore, il tuo corpo, le tue labbra>>
<<Dovrai abituarti a quelle di lei. Magari è anche meglio di me>>
<<Nessuna lo è, non per me>> Mi bacia con furore, mentre tento di divincolarmi dalla sua presa.
<<Ti ho amato davvero, ma adesso non c'è più tempo per noi. Hai fatto la tua scelta, tu stesso l'hai proposta!>>
<<Soltanto per rendere fruttuoso l'affare. Non è amore!>> Grida, premendosi le tempie in segno di frustrazione.
<<Lo diventerà. Il matrimonio è un vincolo troppo importante e tu hai scelto di stipularlo senza di me. Adesso lasciami andare>>
<<Va bene, va pure! Dopotutto, è quanto merito, no?>>
Annuisco, aprendo la porta, pronta a fuggire via.
<<Prometti che mi lascerai in pace. Promettilo!>> Grido a mia volta, osservandolo dare pugni contro il tavolino del salotto.
<<Non ti importunerò più. Ti lascerò vivere in tranquillità, anche se non smetterò di amarti.>> Pronuncia, osservando il cielo dalla finestra, piuttosto che me. Conosco la sua arrendevolezza e so che silenziosamente sta piangendo, ma non posso più consolarlo. Devo essere forte e dimenticarmi di lui. Senza rivolgergli parola, mi precipito giù per la rampa di scale, dopo aver battuto la porta di casa con un tonfo assordante. Con rabbia, strilla più volte il mio nome più volte ed avverto oggetti di vetro frantumarsi sul pavimento. Perché sta succedendo? Non riesco più a muovermi, frenata dal pianto e dal dolore... E se rinunciasse a questo cavolo di affare? Io non ho la forza di rinunciare a lui. Torno indietro, battendo forte i palmi contro il portone. Riccardo apre con sguardo sconvolto, rosso in viso con occhi lucidi. Non comprende perché sia tornata, ma non mi importa. Lo afferro per i capelli, baciandolo con intensità. Getto la borsetta a terra, richiudo il portone alle mie spalle, e Riccardo mi preme contro di esso col suo corpo. Amo tutto di lui, non posso arrendermi così.
<<Tu sei mio. Mio!>> Preciso, stirandogli appena un ciuffo dietro la nuca.
<<Sono tuo! Ti amo, chérie.>> Sussurra, deliziandomi con i suoi lievi baci sul collo, finché la passione e il desiderio non ci travolgono, conducendoci in camera da letto, mentre all'unisono ci denudiamo ad ogni passo. Era da tempo che non entravo in questa stanza, adesso semi illuminata dall'abat-jour. Troppo tempo. Ricordo ancora la notte in cui, abbracciati sotto le lenzuola, parlammo di matrimonio. Sapeva quanto ci tenessi a vivere per sempre con lui, come sua moglie, ed ora... No, non posso permettere che tutto si dissolva! Furiosa, gli mordo il collo senza fargli male, anche se una parte di me vorrebbe, piuttosto suscito in lui un sorriso colmo di piacere.
<<Non voglio perderti, chérie.>> Confessa ansimante, coprendomi col suo corpo.
<<Ed io non ti lascerò ad un'altra. O con me o senza di me>> Lo minaccio giocosamente, perdendomi assieme a lui nel nostro amore... Un amore che dovrà perdurare e che non permetterò affatto mi venga strappato via.

Fine Chanel's pov.

~He doesn't dream~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora