Capitolo 14.

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《Ottimo lavoro, Dayan! In bocca al lupo per la gara. Vedrai, andrà benissimo!》
Ringrazio Viviana ed esco dall'acqua, soffermandomi sul ragazzo, zuppo dalla testa ai piedi, che sta parlando con Edoardo: Christian.
Guardo la ragazza, dolce e sensibile, dagli occhi azzurri: è così piccola, fragile. È possibile che in quel corpicino inerme ci sia tanto coraggio e tanta forza? Mentre suo fratello è così duro con lei.
Christian le passa accanto, senza degnarla di uno sguardo. 《Christian...》 Lo chiama, ma invano. Nel momento in cui incrocio gli occhi di quest'ultimo, noto che sono diversi. Sono grigi, cupi, tenebrosi, duri, trattengono lacrime, lacrime amare e dolorose. 《Mi sostituisci tu?》 Gli domanda Viviana. Christian passa lo sguardo da lei ad Edoardo, per poi rispondere freddamente con un "No" secco.
《Dayan la tua lezione è finita, cosa ci fai ancora qui? Torna a lavorare》Continua, poi, rivolgendosi a me. Non mi muovo neanche di un passo e non intendo farlo. 《Cosa stai aspettando: il bacio della buonanotte?》 Ribatte ancora, andando via borbottando fra sé.
《Cosa gli hai detto, Edoardo?》 Grida Viviana, facendo voltare le persone che stanno nuotando. 《Smettila di dare scandalo, Viviana! Non gli ho detto nulla. Sei tu che hai commesso l'errore, non io》 《Quando si è in due non è mai uno solo a commettere errori. Entrambi lo abbiamo fatto! 》《Quale sarebbe il mio? Aver soddisfatto il capriccio di una ventenne irresponsabile?》《Edoardo...》 《Questione chiusa, punto. Arrivederci Dayan!》Mi saluta ed io ricambio con un cenno del capo.

《Non perdere tempo con Christian. Le relazioni a lavoro non funzionano, un esempio lo hai davanti》 Mi consiglia Viviana, avvicinandosi. La osservo turbata ed ancora scioccata per quanto è successo. 《Ho visto come lo guardavi. Soffrirai, fidati.》
Annuisco e decido di lasciare la piscina prima che possa accadere qualcos'altro di insolito.

Lo schermo del cellulare si illumina. Apro il messaggio arrivato.
"Università Vocaboli D'oro:
Egregia sign.na Dayan Weston, la invitiamo a presentarsi all'esame di ammissione il giorno ventuno del mese di Giugno.
Nel caso in cui non dovesse presentarsi, suo padre verra contattato immediatamente e spetterà a lui decidere le sorti del suo percorso in questo istituto. Qualunque sia il suo pensiero in merito, non verrà preso in considerazione.
Le consiglio di avvertire suo padre in fretta se non ha intenzione di frequentare questa prestigiosa università.
Mi scuso per il disturbo, principessa, e per la severità con cui selezioniamo studenti e con la quale evitiamo che possano venir meno alle loro intenzioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Talia Castro"

Mi faccio coraggio e digito il numero di mio padre.
Una voce cupa, che un tempo era dolce e rassicurante, risponde al telefono.
《...Ciao papà》 Esito un momento, 《Ricordavo vagamente di avere un'altra figlia, ma non ne ero completamente sicuro, visto che non l'ho neanche più sentita》
Chino lo sguardo per la vergogna. Cosa gli è successo? Un tempo non era così. 《Papà, mi ha scritto l'università》Lo sento sospirare. Di sicuro, in questo momento, si sta mordendo le labbra e potrei metterci una mano sul fuoco, perché lo stesso sto facendo io. Abbiamo questo vizio che manifesta il nostro nervosismo e disagio. 《Mi chiedevo quando me l'avresti comunicato》 Afferma, 《Mi è arrivato solo ora il messaggio》 《Oh sì, lo so. Ne è arrivato uno anche a me》 Chiudo gli occhi. In qualche modo mi stava mettendo alla prova. 《Bene, allora qual è la vostra risposta, padre?》 Dall'altro capo del telefono c'è silenzio. Mio padre non si è mai comportato in questo modo. È stato sempre comprensivo e sorridente. Ora, invece, sembra che un velo di ghiaccio ricopra il suo cuore. 《La mia vita l'ho vissuta, adesso tocca a te. Non posso decidere il tuo destino...》E poi...ancora silenzio. Da quelle parole riconosco parte del suo vecchio carattere. 《Cosa vuoi che ti dica?》《Non saprei davvero. Cosa dovresti dirmi? Nulla, giacché la dottoressa Castro ha avvisato che spetta a te la sorte del mio percorso.》 Mi pento immediatamente di avergli parlato in quel modo, tant'è vero che mi mordo la lingua. Percepisco il suo sguardo fulminante anche se lui non è davanti a me.
《Perdonatemi, padre》 Lui si schiarisce la voce per poi parlare, 《Sotto consiglio di tua madre io ti...Io ti ordino di venire qui e partecipare alle lezioni e riprendere i tuoi doveri di Principessa. Lo esigo in qualità di tuo padre e...E Re》 La sua voce trema. Calde lacrime rigano il mio viso. Non si è mai azzardato ad impartirmi ordini ed io, pur volendo, non posso disobbedirgli. 《Perfetto. Quando dovrò tornare?》 《Considerando che l'esame è previsto per la prossima settimana, e che viaggiando con l'aereo arriveresti qui dopo poche ore, puoi tornare anche Venerdì》 《Dopodomani!》Annuncio, sgranando gli occhi. 《Sì, lo so. Qualche problema, Dayan?》 Come se non lo sapesse. Scuoto il capo in segno di negazione ma poi mi accorgo che non può vedermi e rispondo con un "No" poco convincente. 《Bene. Allora buonanotte》 《Buonanotte padre》Affermo a denti stretti per poi attaccare.

Il vento questa sera è più freddo, la strada sembra più vuota, il paesaggio è illuminato solo da un debole bagliore emesso da un lampione mal funzionante.
Mi stringo nella giacca di pelle nera per ripararmi dal vento. Osservo l'anulare sinistro e noto un segno mai visto prima, quasi un segno di riconoscimento, ma non gli do peso, forse è solo il segno dell'anello.
Un uomo abbraccia una ragazza dagli zigomi arrossati, rassicurandola. Un gattino passeggia solo ed infreddolito tra le aiuole del sentiero. La ragazza piange, tanto da far correre via il gatto per lo spavento ma l'uomo la tiene stretta a sé. Cammino lungo il sentiero brecciato e scorgo, in un lungo deserto, un muretto che affaccia sul laghetto buio. Qualcosa mi colpisce di quel luogo. Come se fosse magico. C'è qualcosa che lo rende attraente. Forse le lucciole che disegnano immagini astratte nell'aria o lo scintillio delle acque profonde. Non so ben dire come e perché ma qualcosa mi spinge a salire sul muretto, invogliandomi a fare un tuffo. Qualcuno alle mie spalle, un uomo forse. Anzi, il MIO uomo, che mi attira sul suo corpo nel momento in cui stavo perdendo l'equilibrio.
Mi volto per vedere il volto del mio angelo custode ma noto che proprio angelo non è, essendo Christian il mio capo.
《Cosa ti è passato per quella mente?》Domanda. Scuoto la testa, tenendomi ancora al suo collo. 《Com'è possibile che ovunque io vada tu sei sempre lì a salvarmi?》 Chiedo anch'io, 《Mi faccio la stessa domanda da quando sei entrata nella mia vita.》 《...Io, non lo so... Mi gira la testa... Stavo per cadere... Non soffro di vertigini, però...C'è questo posto che è così idillico {meraviglioso}. Io... non so come definirlo. È...》 《Un semplice lago, Dayan. Ecco cos'è. E poi, cos'è che hai detto? Tipo idipoco, iripato》 《Idillico Christian, idillico. Vuol dire meraviglioso》 Lui annuisce, confuso.
Sono ancora sul suo petto e, non ci credo nemmeno io ma, all'improvviso mi sento meglio. 《Sei davvero fuori di testa! Non puoi neanche guidare in queste condizioni. Che diavolo ti sei fumata?》 《Io non fumo, testa di buon uomo! Solo che non...Non mi sento bene...》 E poi...mi lascio andare tra le braccia di Morfeo.

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