Capitolo 13.

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Il sorriso mi muore sulle labbra e ancora una volta corro via. Sento la sua voce arrabbiata e i suoi passi pesanti farsi sempre più vicini. Non avendo più molto tempo, cerco con lo sguardo una stradina per scappare. Non avendo altra scelta, imbocco la prima che mi capita.
Riesco a malapena a fare pochi metri che le mani calde e forti di Christian mi agganciano la vita, mettendomi sulla sua spalla come un sacco di patate.

《In tutta la mia vita non ho mai corso dietro ad una ragazza...》 Confessa affannato, 《Di solito sono loro a corrermi dietro.》Continua. 《Christian, ti ordino di mettermi immediatamente giù!》 《Non ci penso minimamente. Mi hai umiliato abbastanza, non credi?》 《Io ti avrei umiliato? E tu che mi hai baciato solo per farmi stare zitta?》《Quindi è per questo che sei fuggita, ragazzina?》Sto per rispondere ma squilla il suo cellulare.
《Charlotte! Che fine ho fatto? Eh, me lo domando anch'io. Ma certo che non mi sono perso... Per chi mi hai preso? A me non importa di quello che vuoi tu. Senti, perché invece non chiudi quella bocca e mi lasci in pace, che non ne posso più di ascoltarti?》Ed attacca senza salutare. 《Arrogante, pervertito, mettimi giù e subito!!!》《Guarda dove siamo finiti ragazzina! Qual è la strada per uscire, ora?》
Improvvisamente mi si accende la lampadina: se non mi vuole mettere giù con le buone mi metterà giù con le cattive.
Mentre si volta velocemente a destra e sinistra, facendomi girare la testa tanto che gli grido contro di smetterla, tengo fermamente le mani contro il suo collo, tanto da accorgermi di avere il viso fra i suoi capelli. Hanno un odore di fresco e pino. Mi viene voglia di accarezzarli. Una sua guancia, invece, poggia sul mio sterno e non appena me ne accorgo, avverto il cuore battere più velocemente. Se ne sarà accorto di questo cambiamento?

《Insomma?》Domanda spazientito, prendendomi a mo' di principessa.
《Cosa vuoi che ne sappia? Non ho creato io questo labirinto! E tu mi hai costretta ad entrarci! Se non mi avessi rincorsa, e non avessi fatto l'idiota...Aaah!》 Lancio un grido di sorpresa non appena mi riporta sulla sua spalla.
《Smettila di trattarmi come un oggetto e mettimi giù!!!》 Batto i piedi ma non gli provoco alcun dolore sul petto. Si incammina verso una stradina, senza dar peso alle mie richieste di rilascio. Bene, so io come fare.
Fermi ad un incrocio, ne approfitto per stringergli nuovamente le braccia attorno al collo.
《Puoi anche mettermi giù, adesso. Peso e non poco》
《Non importa. Sei utile per fare allenamento》 Ride di sbieco, mentre gli lascio un pizzicotto sul braccio, gridandogli quanto sia insopportabile. Prima che possa prendere a camminare nuovamente, mi faccio coraggio ed ansante avvicino le labbra al suo orecchio, fino a sfiorarlo, per poi leccarne il lobo e la parte superiore e morderlo in un gemito. Non avrei mai pensato di farlo... A Christian poi! Mantengo uno sguardo eccitato e seducente non appena i suoi occhi immensi e meravigliosi si posano su di me. Dio, come vorrei baciarlo... Basterà a farmi mettere a terra, anche se probabilmente potrebbe agguantarmi per un altro fine?

《Hai appena provato a sedurre il tuo capo. Posso licenziarti lo  sai?》《Il mio capo mi ha baciata》Mi difendo a spada tratta. 《Però tu non puoi licenziarmi》 Afferma, prendendomi a mo' di sposa e incollando i suo brillanti occhi azzurro intenso sui miei. 《Non faresti mai una cosa del genere a William》Affermo, con voce suadente sulla sua bocca.
Si morde il labbro inferiore. Ha delle labbra meravigliose. Si porge in avanti sulle mie, ma poi ci ripensa e mi mette giù.

Un ramo scricchiola e le foglie si iniziano a muovere. Istintivamente mi aggrappo al braccio di Christian, come se fosse la mia protezione. 《Un mostro!》Grido, realmente spaventata. Lui si avvicina verso le foglie mosse e, dopo aver preso l'animaletto tra le braccia, mi viene incontro. 《Già Dayan. Hai mai visto un coniglio mostro? Seriamente pensavi lo fosse? Ma dove vivi, nelle favole?》《Mi ha spaventata!》 《Va bene ragazzina, anche se potevi risparmiartela quella del mostro》Dice, accarezzando il coniglietto per poi lasciarlo a terra.
Mi guida fuori dal labirinto, confessando di conoscere il tragitto a memoria ed entriamo nel ristorante.

Riccardo sussurra qualcosa a Christian che subito diventa pallido.
《Seguimi!》Mi ordina arrabbiato. 《Dove stiamo andando?》Mi fa cenno di entrare in macchina ed io non intendo obiettare: è troppo arrabbiato e credo sarebbe capace di uccidermi!
Digita un numero ed attiva il viva voce.

《Christian!》Risponde una donna dall'altro capo del telefono. 《Cosa ci fai a casa mia?》Chiede freddo, 《Mi dispiace ho bisogno di parlarti》 《Chi ti ha fatto entrare?》La ragazza non risponde. Si sentono solo singhiozzi. 《Diamine!》Grida dando un pugno sul manubrio per poi attaccare.
Per tutto il tragitto nessuno dei due ha provato a parlare. Christian scende sbattendo lo sportello e di corsa sale le scale. Mi sento come una stupida. Sola, nella macchina del mio capo, senza sapere cosa devo fare, se devo scendere o meno. Ci penso su ma poi esco anch'io e lo seguo.

La casa è abbastanza grande ma non eccessivamente. L'unico problema è che non riesco a vedere nulla perché è tutto completamente buio.
Sento una ragazza piangere dalla porta affianco, così decido di origliare e sbirciare fra la serratura.
La ragazza ha il volto tra le mani, non riesco a vederne il viso, mentre Christian è in piedi, davanti a lei, senza proferire parola.
《Ti prego》Sussurra la ragazza. La sua voce esce strozzata, sovrastata da continui singhiozzi. 《Non ce la faccio più, Christian. Non fa altro che bere tutti i giorni e io ho bisogno di aiuto》
"Perché mi sembra di conoscere quella voce?" Mi domando, riflettendo.
《Quell'uomo per me non esiste. Lui lo sa e tu anche. Hai chiamato Riccardo per dirmi questo? Perché chiamare direttamente me ti faceva paura? Da quanto tempo è che non ci vediamo? L'ultima volta è stato in piscina un mese fa》《Lo so che per te è difficile ma io non ne posso più, chiede di te costantemente. Miriam ha una vita tutta sua, torna tardi la sera, una notte c'è l'altra no, suo marito non sa dove cercarla. Tu sei qui, tutto solo e ti sfoghi facendo sesso su Charlotte e non negarlo perché so che è così. Sei proprietario di una grande azienda e finanziatore di molte altre e a voi è concesso tutto perché siete più grandi. Sono stanca di correre dietro ad una sorella più grande perché non sa badare a se stessa e sono stanca di essere sempre rimproverata da un padre egoista ed amaro solo perché tu non ci sei!》Grida la ragazza.
"È sua sorella e stanno parlando del loro padre."
《Non è tutto sulle tue spalle. Per quell'uomo c'è la sua nuova compagna, no?》《Quell'uomo, come lo chiami tu, è tuo padre!》《Te lo dico una volta per tutte: io e lui abbiamo chiuso tutti i nostri rapporti. Esci da casa mia! Non mi faccio dire da una ventenne cosa devo fare》 Sbraita Christian, puntando un dito contro la ragazza che sussulta per lo spavento.
Ora riesco a vederla. È molto magra, capelli castani suppongo, da quello che si può vedere con la poca luce che entra dalla finestra, ricci e molto lunghi. 《Fallo per me. Te ne prego!》Lo supplica, 《Va' via!》Le comanda a denti stretti. Lei afferra la borsa e prima di uscire si volta ancora una volta verso il fratello e con le lacrime che scendono dai suoi occhi dice un'ultima cosa:《Sono incinta. Il padre non vuole riconoscerlo, è un codardo. Sei la mia unica speranza. Tu solo puoi dirlo a papà perché io non voglio abortire e sono sicura che se glielo dirò io mi ucciderà. Ti prego: aiutami》A quelle parole Christian si immobilizza. Lei esce, correndo. 《VIVIANA!!!》Grida il fratello con l'intento di fermarla. Viviana è la sorella di Christian. Ecco perché mi sembrava familiare la sua voce: è la mia allenatrice.
Non appena apre la porta inciampa su di me. 《Dayan!》Sussurra. Christian è di fronte a noi e mi guarda severo. Ho fatto male a scendere.
《Ci vediamo, Dayan!》Sussurra l'altra, uscendo di casa.
《Cosa aspetti? Corri da lei!》 Dico a Christian, vedendolo incerto.《Noi faremo i conti più tardi.》Mi avverte per poi uscire e correre dietro a sua sorella...

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