Capitolo 11.

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"Quel ragazzo è morto. L'avevo avvisato."

Sono così arrabbiata con lui che ringrazio il cielo di non averlo di fronte, altrimenti gli avrei già strappato tutti i capelli uno ad uno, fino a farlo rimanere pelato. 《Dove vai? Vieni dentro, forza》 《Oh, non devo darti spiegazioni》《Beh, sì invece. I tuoi zii mi hanno reso carico del tuo affidamento per questa sera》Afferma lui, sbarrandomi la strada 《Ho venticinque anni so badare a me stessa.》《Hai ragione, sei grande abbastanza. Dove vai?》《Ad uccidere una persona》Riferisco 《La persona sarebbe Riccardo?》Annuisco, 《Non puoi guidare.》《Ora abbiamo cominciato a darci del tu...Christian?》Per la prima volta pronuncio il suo nome omettendo l'appellativo "Signor". Non so per quale motivo ma detto così suona più sexy. 《Christian...》Sussurro ancora per altre due o tre volte 《So che mi trovi tremendamente attraente, tuttavia puoi anche smetterla, adesso.》Mi consiglia, sfiorandosi il labbro inferiore con il pollice. L'imbarazzo si impossessa del mio corpo e il mio viso si dipinge di un rosso intenso. Chino il capo perché non ho il coraggio di guardarlo. 《Come pensi di arrivarci?》 Chiede, mentre col medio mi alza il viso, 《In macchina》Affermo, come se fosse la cosa più ovvia al mondo 《Non vorrei fare il guastafeste, ma tuo zio ha preso la macchina》《Cazzo!》Impreco 《Signorina, sono il suo capo, usi un linguaggio appropriato, a meno che io non le dia il consenso.》Dichiara con fare superbo 《Però, essendo un gentiluomo, ecco a te》Continua, facendo comparire un sorriso smagliante. Nel frattempo mi porge le chiavi della sua auto d'epoca bianca. 《Mi lasci guidare la tua macchina?》 Chiedo, spalancando gli occhi; lui annuisce facendo l'occhiolino e dicendo 《Basta che per vendetta non la distruggi》 《Grazie... Christian!》Rido, sfiorandogli il braccio, posto al mio fianco destro, coperto dalla giacca elegante. 《Prego...Dayan!》

《Ti senti figa?》《Oh, ci puoi giurare》《Hey, gira a destra, tieni il volante con entrambe le mani. Non distogliere lo sguardo dalla strada...》Scoppio in una risata fragorosa, 《Ha finito... professore? Ricordo ancora come si guida》《Fa la spiritosa, signorina, a quanto pare. Tengo molto alla mia auto》Dopo una breve pausa, esordisce nuovamente così: 《Ha ancora memoria di quanto viene praticato in auto, specialmente di sera, o meglio, di notte?》Freno di scatto, facendogli sbattere la fronte contro lo specchietto retrovisore. 《Per fortuna che ricordava come si guida.》 Precisa, toccandosi continuamente la parte arrossata dal botto. Avvampando dalla vergogna, mi copro gli occhi con la punta delle dita, tentando di non ridere e, invece, di scusarmi. 《Perdonami Christian, alcune battute mi mandano in tilt.》 《Ma era una domanda, non una battuta. La tua reazione così violenta era dovuta al fatto che non lo ricordassi?》Pronuncia con un po' di malizia, mordendosi il labbro inferiore. 《E secondo te lo ricordo?》 Chiedo a mia volta, toccandomi i capelli per il nervosismo. 《Non lo so, possiamo verificare subito》《Quanto tempo impieghi a far sì che una donna finisca nel tuo letto?》《Chi ha detto che le porto nel mio letto?》《Avanti Christian, non puoi farmi credere che le porti nella stanza degli ospiti o in hotel. Era semplice curiosità》 《È vero, hai ragione: le porto nel mio letto. Visto che sei così curiosa, ti soddisferò: meno di una settimana se sono "angeli" come te.》Afferma, portandosi una sigaretta tra le labbra carnose. Ponendomi sul suo viso, a tal punto che sento il suo respiro sul mio volto, sussurro: 《Beh, io non finirò tra le tue lenzuola.》Dopodiché rimetto in moto e riparto alla carica, pronta a farla pagare all'altro sbruffone.

Batto i pugni contro il portone, insistentemente. 《Riccardo, ti conviene aprire! Non peggiorare le cose. Avanti apri, diamine!》 Continuo a bussare, 《Hai intenzione di buttarla giù?》Mi chiede Christian, grattandosi il capo 《Se è necessario sì, lo farò.》 Finalmente la porta si apre e sulla soglia appare Riccardo a petto nudo; mi scaglio su di lui e con tutte le mie forze riempio il suo petto muscoloso di pugni. Non gli provoco nemmeno il solletico perché lui rimane impassibile. 《Christian, perché Dayan mi sta riempendo di pugni? Ah, giusto per avvisarvi: avete disturbato un momento al quanto...Ehm... intimo》《Sei un verme!》Grido in preda all'ira e la mia mano inizia a dare dei colpi più forti che lui percepisce perché cerca di bloccarmi. 《L'hanno portata via in ambulanza per colpa tua: è svenuta. Ti rendi conto che è a causa tua, perché non sai prenderti le tue responsabilità!》 Continuo, alzando la voce. 《Ma di cosa diavolo sta parlando? Christian, chi si sente male?》 Chiede dubbioso, 《Chanel》 Afferma Christian, 《Cazzo!》 Impreca Riccardo, cercando di uscire. 《No, non puoi andare》 Lo rimprovera lui, 《Va bene, ma tenetemi informato》《Ma anche no》Asserisco io, 《Riprenditi la belva, Christian》 《Non ho ancora finito con te》Ringhio, pestandogli il piede nudo. 《Ma, che palle, fa un male cane!》 Borbotta Riccardo, tenendosi il piede. 《Bene Dayan, ora che ti sei sfogata, andiamo via.》 Afferma Christian, prendendomi come un sacco di patate. 《Ci sentiamo più tardi. Non fare tardi, domani devi lavorare.》 Gli comanda Christian, Riccardo si passa una mano sul viso 《Tu sei stato di grande aiuto, sai? Vi prego, fatemi sapere come sta》 《Cos'è, hai il senso di colpa ora?》《Sì Dayan, ho il senso di colpa》《Patetico innamorato!》 Ribatte Christian 《Meglio di te》 Conclude Riccardo. 《Mettimi giù, voglio picchiarlo》《No, l'hai picchiato abbastanza per oggi e sta ferma》Mi ordina Christian dandomi una leggera pacca sul sedere. Saluta il suo migliore amico e grida un saluto anche ad Elisabeth, che si era affacciata per vedere a chi appartenessero le voci, per poi tornare in macchina.

Mi adagia sul sedile e lo vedo soffermarsi sulle mie cosce, a causa del vestito leggermente tirato all'insù. Subito lo sistemo, fulminandolo con lo sguardo; Christian si avvicina al mio viso fino a far sfiorare i nostri nasi. Sussurro il suo nome, sentendolo incitarmi con voce rovente e lo sguardo colmo di malizia, 《Hai la fronte arrossata.》Svio il discorso sulla mia ingenuità. Il suo  sguardo è deluso: evidentemente non si aspettava che non gli dessi corda. Sale in macchina e avvia il motore. Mi scruta due secondi e poi allungandosi su di me afferra la mia cintura e la aggancia. 《Con me non attacchi, Christian》Mi guarda ancora per poi passarsi velocemente la mano sulla fronte, gemendo dal dolore. 《Te l'ho detto che era arrossata. Ti fa tanto male?》Domando preoccupata 《Sì, sei troppo maldestra》Ribatte sbuffando, 《Perdonami. Vuoi che guidi io?》《Vedo che ne hai preso gusto》Afferma, sorridendo. 《Scemo! Forza, andiamo a casa che ti preparo un'aspirina》 《D'accordo...dottoressa.》

Gli tampono delicatamente la fronte. 《Ahi! Fa male! Vuoi uccidere anche me?》Geme dolorante, provocandomi una risata di gusto. 《Scusa ma hai un Bozzo, è normale che faccia male》《Nonostante il tuo tocco sia così...Così delicato》Sorrido debolmente e solo ora mi accorgo che sono in piedi tra le sue gambe. È...Imbarazzante. inciampo sulle sue scarpe e sto per cadere a terra quando delle braccia forti e muscolose mi afferrano. 《Sei tu che devi salvare me non io te》Sussurra, inarcando un sopracciglio; il mio respiro diventa irregolare e il mio cuore pulsa più forte del solito.
Dopo averlo medicato gli sfioro la fronte con leggiadria, 《Anche mia mamma lo faceva sempre subito dopo avermi disinfettato. Certo, lei usava un tocco più sicuro e poi mi baciava la ferita.》Esordisce con voce spezzata, piena di malinconia. Esito un momento e poi, scuotendo la testa, gli lascio un tenero bacio sulla ferita, 《Perché leggo un crudele destino nei tuoi occhi?》 Domando. Si alza di scatto e dopo avermi osservata, afferra il suo cellulare e digita un numero sulla tastiera.

《Dayan? Posso entrare?》 Chiede, bussando alla porta della mia stanza; gli apro scrutandolo 《Ho chiamato Meral》Inizia, sedendosi sul mio letto e incrociando le mani, 《Chanel non si è ripresa anzi, tutto il contrario, è peggiorata》 Continua in modo molto tranquillo. Un nodo mi stinge lo stomaco e le parole mi muoiono in gola. 《Riccardo lo sa?》 Domando allarmata, asciugando gli occhi. In risposta scuote la testa 《Avvertilo. Voglio che sappia tutto. Dovrà passare il momento peggiore di tutta la sua vita》《Se ha fatto così male a te immagina a lui. Gli voglio bene, non desidero che soffra.》 《Perché? È giusto, invece, che lei debba sopportare tutto questo, Christian?》Grido in preda a lacrime e rabbia. Afferro la sciarpa di Chanel tra le dita e lentamente, la porto al mio naso. Sa di fragola. Dolce e delicato, particolarmente sensuale. Continuo a piangere. Vorrei che qualcuno fosse qui a consolarmi, ad abbracciarmi, mio padre ad esempio. Voglio sentirmi dire che tutto andrà bene. Christian si alza e si pone alle mie spalle. Dalla finestra aperta entra un vento freddo, ma le emozioni che provo ora sono superiori a tal punto che quel filo d'aria gelido, la mia pelle non lo percepisce. Christian poggia le mani sulle mie spalle per confortarmi. So che non è bravo a farlo, magari non avrà mai pianto nella sua vita e gli sembrerà la cosa più patetica al mondo. Mi accarezza una guancia e sta per andarsene, ma lo blocco 《Christian...?》 《Sì?》《Puoi abbracciarmi? So che pensi che sia stupido e inutile. Chanel non migliorerà con le lacrime che verso ma...》 《Sei grande per gli abbracci e poi abbracciarsi fa male》 Pronuncia freddo, poggiando nuovamente le mani sulle mie spalle 《Chi ha detto che abbracciarsi fa male? Forse è questo che manca ai tuoi occhi. Forse è questo che ti rende così freddo, così stronzo. Non ci si abbraccia solo quando si è piccoli perché dentro un abbraccio puoi farci di tutto, sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro, come se fosse l'ultimo.》 Sbotto acida, 《Sono affari miei se non voglio abbracciare nessuno. Non si cresce con gli abbracci e poi...sono il tuo capo, ma, soprattutto,  non vedo perché devo darti delle spiegazioni, non sei nessuno per inserirti nella mia vita.》Ringhia arrabbiato per poi uscire sbattendo la porta.

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