TERRORE NEL BUIO

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Pensa,pensa e ripensa...ad un certo punto le palpebre le si fanno pesanti,e cade in un sonno profondo.
Sono le 2:27 di notte,e Valeria sente che l'allarme suona.Già è da tempo in uno stato di dormi-veglia,svegliata all'una di notte dalla madre che doveva andare a fare il turno di notte per un'emergenza,un incidente stradale con un ferito grave che riporta un trauma cranico e una serie di lacerazioni,e come se non bastasse l'infermiera di turno si era assentata per problemi di salute,così Teresa è corsa subito.Ed ecco qui,dopo un viaggio nel tempo,con l'allarme che suona e Valeria da sola,nella casa buia ed inondata dalle tenebre.Ancora una volta lo stridulo suono le si mette alla testa,ma questa volta,a seguito di tutta la serie di episodi di stalking degli ultimi giorni,non è più forte come quella sera in cui aveva trovato quella foto sulla finestra;no,questa volta porta con sè le cicatrici di troppi misteri che le hanno bruciato l'anima,ferite di troppe preoccupazioni,e soprattutto paura,solo tanta,tanta paura.
No,questa volta non è sicura di sè,è la copia male uscita della ragazza che da sempre ho conosciuto,una copia fragile ed insicura,debole ed esposta alle intemperie che il destino le ha e le riserva tutt'ora,e chissà quante altre cose accadranno nell'arco di tempo di anche solo 7 giorni.E perciò,la piccola clona della vecchia persona potente di un tempo si ritrova impaurita e tremolante sotto le coperte,nella speranza che,chiunque sia,al sol sentir dell'allarme se ne vada a gambe levate per la sua strada,lasciandola stare.Ma non è così,qualcosa va storto.Sente qualcuno che di sotto sta disattivando l'allarme con il codice posto vicino la porta,che intanto viene sbattuta con violenza,causando un gran fracasso.
Poi,ecco dei passi che nascondono e contengono del minaccioso,dei passi che si fanno sempre più vicini,e che causano un forte contrasto con il naturale silenzio delle 2:30 di notte.Poi,un'altra porta viene sbattuta con forza:quella della camera di Valeria.
La povera ragazza,scioccata e spaventata,non sa cosa fare,non vuole nemmeno vedere chi ci sia dietro tutto ciò,anche se un'idea se l'è già fatta.L'unica cosa che le viene in mente è la liscia e luccicante lama dei coltelli con i quali creava incisioni sul suo corpo per sfogarsi,dato che non aveva e non ha tutt'ora nessuno con cui sfogarsi.
Ecco,questo è ció che vorrebbe:un coltello,ma non per difendersi,ma per continuare a creare linee,purtroppo non immaginarie,sulla sua delicata pelle,o addirittura mettere fine a tutto ciò che la circonda,risucchiare tutta la sua vita e fare finta che questo dramma,definito da lei "peggio di Shakespeare",non sia mai stato messo in scena.Ma purtroppo non ha niente,ha solo quattro mura che la circondano tappate saldamente da una porta,qualcuno davanti a sè e tanta,tanta paura che le fa compagnia.
Cerca di vedere chi sia il ladro,aggressore o qualsiasi altra cosa che è irrotto così in casa sua,ma a causa del buio fitto non vede assolutamente niente.
E non riesce nemmeno a scappare,preferisce rimanere sdraiata ed indifesa piuttosto che sprecare energie:tra lei e la porta,lui.Ma il punto è...lui chi?
In questo momento cerca di scacciare immagini di armi affilate o presunti serial killer,e di dare spazio a fantasie,così impossibili che tali rimarranno;inizia a sperare,sognare,che ci sia davanti a lei Cristofer,fuggito di nascosto per parlare e chiarire;ipotizza che in casa sua sia entrata la madre,la quale non ha trovato le chiavi,e sia corsa su dalla figlia per rassicurarla.Ma no,la realtà é molto più dura,e lo capisce solo 1 minuto dopo.
Improvvisamente sente la coperta che scende lentamente,fino ad arrivarle al naso,e a consentirle di vedere,per quanto sia possibile nella penombra,la figura di quella persona.
Vedendolo ha un sussulto,un po' lieve però dato che già si aspettava di ritrovarsi dinanzi a sè niente meno che Marcus.
"C..co..cosa ci fai qui?"balbetta Valeria terrorizzata vedendolo avvicinarsi al suo letto.
"Voglio passare la notte con la mia ragazza"dice lui,e l'odore della puzza di alcol che emana il suo alito si infila nelle narici delicate della ragazza.
"Hai bevuto?"chiede con gli occhi lucidi lei,che sono l'unica fonte di luccichio in tutta la stanza.
"Ma noo che cosa pensi?"dice lui col solito sorrisetto e la risata falsa da tipico sbandato.
E poi,ecco che le lenzuola si alzano,ed una lurida mano attaccata ad un altrettanto lurido braccio le circondano ed intrappolano la vita.
"A momenti tornerà mia madre!"dice lei,anche se la scusa non è credibile.Già,lui lo sa,e lei si è scavata la fossa non le sue mani.Intanto la presa si fa più forte.

Un grido nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora