IL RAGAZZO FORZATO

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È mattina e Valeria si deve,anche se controvoglia,alzare.A seguito della "piacevole sveglia" nel cuor della notte e del ritrovamento della fato non è più riuscita a dormire.Ma ora è meglio non pensarci e andare a scuola che la giornata è lunga e potrà trovare anche solo un piccolo conforto nelle sue amiche.
Chiude la porta a chiave e cerca il telecomando nella borsa.Cerca di sbrigarsi per non essere costretta ad incontrare Marcus,ma le sue paure si materializzano alle sue spalle.
Improvvisamente sente una mano fredda e tremante avvicinarsi alla sua spalla,insieme poi ad una bocca che le sussurra all'orecchio "cercavi forse questo?"mostrandole il telecomando.
All'improvviso si gira di scatto ed ha un sussulto nel vedere il volto di Marcus;ma non perchè è Marcus,perchè ormai già ci ha fatto l'abitudine,ma perchè è proprio conciato male.Non che Cristofer abbia sbagliato,anzi,a parer suo ha fatto un capolavoro,ma il fatto è che lei ha avuto sempre spiacevoli conoscenze e ha dovuto assistire ad episodi di violenza che le sono rimasti impressi a fuoco nella mente,quindi l'aspetto del vicino le fa rievocare episodi traumatizzanti.
Le parole del ragazzo sono accompagnate da un bacio sulla guancia che più che scaldarla le provoca brividi gelidi lungo il collo e lungo la schiena.
Isrintivamente prende con forza il telecomando e rimane indifferente alla presenza del diciassettenne che,si,è il suo "ragazzo".
Ecco la decisione che ha preso quella giornata,al calar del sole,e che le ha sempre causato ripensamenti,ma il ritorno al passato è impossibile,e questo lei lo sa,perciò non spreca nemmeno il fiato a scongiurare al suo fidanzato forzato di lasciarla perdere.
Vanno verso la scuola,l'ombra di Marcus le entra fino alla testa fino a causarle un dolore atroce alle tempie.
Istintivamente aumenta la velocità del passo,sempre ad andatura costante,ed ogni tanto si gira leggermente verso dietro per vedere a che distanza sia il diciassettenne,regalandogli un profilo perfetto.
Una volta,due e tre,ad un certo punto non lo vede più,non scorge nemmeno la sua figura come puntino da lontano.
Da una parte il cuore le batte di gioia per averlo seminato,così che lei possa andare correndo verso Cristofer per potergli spiegare la situazione,ma dall'altra la presenza anche solo spirituale del vicino le incute timore.
Immersa nei suoi pensieri,prova l'ennesimo sobbalzo nel sentirsi afferrare per il polso.
"Dove credi di andare tesoro"le dice Marcus con sorrisetto falso.
Lei non risponde,la sua espressione appare visibilmente sconfortata,i suoi occhi lucidi che stanno per straripare di lacrime.
Ma l'intento di lui va ben oltre lo  spaventarla,anche se,involontariamente,è quello che sta facendo.No,è tutt'altro,va verso i sentimenti e altri fatti oscuri che avvolgono la sua personalità.
Vedendo che Valeria sta per iniziare a singhiozzare,lui cerca di confortarla,abbassando la mano e intrecciandola con la sua.Lei cerca di dimenarsi,ma lui la ricambia con un'espressione minacciosa,stringendo sempre più la presa come fa un padre con una bambina che vuole a tutti i costi una bambola.
Ormai sono vicini al cancello.Valeria guarda Marcus,e i suoi occhi parlano chiaramente,dicono "perfavore,io amo Cristofer,poi lui fraentenderà!".I suoi,in risposta,ricontracambiano con un freddo,ostile "NO",come a dire che non ammette repliche.
Ecco,ormai sono a un palmo di distanza da Cristofer,che vede la sua ex ragazza mano nella mano con quel tizio con cui aveva scatenato una rissa.Lei ha l'impulso irrefrenabile di dare un pizzico alla mano di Marcus,avvolta nella sua,infilandogli le unghie dipinte di blu nella carne.Lui riesce quasi magicamente a trattenere un gemito,e la porta via.Mentre stanno camminando,Valeria si gira furtivamente rivolta verso l'ex che la sta ancora fissando sbalordito,e con il labbiale pronuncia le lettere "A-I-U-T-O".

Un grido nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora