SANI E SALVI

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Istintivamente stringo gli occhi per cercare di mettere a fuoco la scena davanti a me, e vedo una cerchia di persone intorno la porta.
"Polizia, alzate le mani!" urla un poliziotto con la pistola e la torcia in mano, mentre la sua collega mette subito le manette a Caleb.
Tra la folla di pettegoli accalcati all'ingresso c'è mia "madre" che corre in lacrime verso di me e mi abbraccia, balbettando frasi sconnesse e dicendomi quanto abbia avuto paura di perdermi.
Io aggancio le mani ai suoi polsi e le dico a dentri stretti nell'orecchio "dobbiamo parlare".
Mentre altri colleghi studiano le persone presenti in casa, il commissario comincia a pormi delle domande.
"Allora, cosa è successo?"
"Il ragazzo che avete arrestato ha rapito me e le tre persone presenti in quella stanza" dico guardandolo profondamente negli occhi.
"Bene, dobbiamo riportare quella bambina ai suoi genitori. Sapete dirmi il suo nome?" mi chiede guardando Margot.
Curiosa di vedere la reazione di mia madre, mi volto verso di lei e, a testa alta, dico "Margot Tomlinson".
Lei ha subito un sussulto e comincia a guardare nel vuoto, come se stesse rispolverando vecchi ricordi.
"Non è... non è possibile" balbetta mantenendo lo sguardo fisso chissà dove.
"Ed è mia figlia" aggiungo, facendola sussultare nuovamente.
"Io.. io devo prendere una boccata d'aria" dice sconvolta uscendo fuori.
"Lei non sapeva di avere una nipote?" mi chiede sorpreso l'agente.
"Oh lei mi creda lo sapeva meglio di me, ma questa è un'altra storia" dico rivolgendogli un sorriso tirato e continuando a guardare quei tre.
Finalmente arriva l'ambulanza ed io vi salgo con Cristofer. Mentre io ho solo bisogno di una busta di ghiaccio per la testa, il ragazzo di cui sono tutt'ora innamorata è messo piuttosto male. Gli stringo la mano quando gli viene passato il disinfettante su alcune ferite ancora aperte e quanto le stesse vengono chiuse con dei punti.
Dopo un po' rimaniamo soli, seduti su di un lettino a fissare punti non ben definiti. Quando mi volto, sembra che anche lui abbia avuto la mia stessa idea, e così ci guardiamo intensamente.
"Hai una bella bambina"mi dice sorridendo per spezzare l'agitazione.
"Grazie"rispondo abbassando timidamente lo sguardo, fino a quando non mi chiama e ritorno a perdermi in quelle sorgenti azzurre.
"Valeria, non pensare che ciò che è successo in queste ultime settimane possa condizionare la nostra relazione. Io non ho mai smesso di amarti, e mai lo farò. Se vorrai mollarmi lo capirò, in fondo non è fac-" inizia a dire, ma prima che possa proseguire lo interrompo baciandolo.
Mi era mancato sentire le mie labbra a contatto con le sue, il suo fiato ricadere sulle mie guance, i nostri cuori palpitare all'unisono.

"E poi niente, il resto lei lo sa. Polizia, interrogatorio, Caleb in prigione per soli 15 anni e mia madre che negava. Il test del dna con Margot risultato positivo e l'affidamento alla sua stupenda nonna materna! Fino ad essere portata tre mesi fa qui senza conoscerne il motivo" dice evidentemente stanca Martha.
La psicologa le tende dolcemente la mano e la guarda con uno sguardo materno, per poi dirle: "per cancellare tutti quei brutti ricordi dalla tua mente".
"Ma potevo farlo anche pagando una psicologa e facendo delle sedute nel suo studio ogni settimana!"strilla stanca Martha alzandosi e sbattendo a terra la sedia.
"Ditemi cosa maledizione sta succedendo!"dice agitata puntandole il dito contro.
"Sei solo stanca Martha, ma vedrai che dopo una bella dormita ne riparleremo tranquillamente su"le dice accarezzandole una guancia mentre gli infermieri le somministrano un calmante.
Dopo aver compiuto il suo lavoro, la psicologa esce e si toglie il camice. È stata un'altra giornata pesante, ma mentre cerca di aprire la macchina qualcuno le mette la mano sul braccio e la blocca.
"Signora Tomlinson, ma che sorpresa, mi dica tutto".

Un grido nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora