CAPITOLO EXTRA

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Cristofer entra velocemente nella stanza trovandosi davanti un uomo dai capelli brizzolati che accarezza la sua Valeria tremante.
"Sono tornato, per te. Ti seguo da tempo, ho visto Marcus, Caleb, ho seguito la tua storia e ho fatto arrestare Luana, per te, figlia mia"racconta comprensibile.
"Ah si, e allora perchè non sei intervenuto? Dov'eri quando avevo bisogno di te, quando Caleb ha abusato di me, quando Marcus mi seguiva, quando sono stata rapita, quando sono stata rinchiusa in quest'ospedale e quando mia madre mi ha fatto passare come pazza?Eh, papà?"grida la ragazza marcando l'ultima parola.
"Capiscimi, non potevo uscire allo scoperto! Anche Marcus è mio figlio e non potevo tradirlo. Lo ammetto, sono stato un codardo, ma ora sono qui per recuperare il tempo perso"esclama l'uomo toccandole la spalla.
Vedendola agitata e sconvolta, Cristofer corre e l'aiuta a stendersi sul letto della stanza angusta.
"Per favore, gliene parli un'altra volta"dice Cristofer riferendosi al signor Tomlinson, rimanendo solo con Valeria.
"Cristofer, quanto mi sei mancato!"esclama Valeria abbracciandolo e congiungendo finalmente le sue labbra con quelle del ragazzo.
"Sono qui Vale, sono qui"le dice accarezzandole la schiena.
In seguito la prende a mo' di sposa e la porta nella macchina della dottoressa, per poi andare a casa di quest'ultima.
"Sicura che vuole prendersene cura lei? Potrei anche ospitarle a casa mia"chiede il ragazzo premuroso.
"Tranquillo, tu pensa alla scuola, a loro ci penso io"risponde la dottoressa.
Lui scende, da un bacio in fronte a Valeria e torna nel suo piccolo e solitario appartamento.
La psicologa riparte dirigendosi verso casa sua.
Appena apre la porta una bambina dai capelli biondi le corre incontro, abbracciando poi le gambe della madre che affettuosamente la prende in braccio.
"Margot, quanto mi sei mancata piccola mia!"esclama in preda alla commozione.
"Dov'è la nonna?"chiede poi la bimba.
"Ehm..la nonna è partita, ha trovato un lavoro lontano da qui"risponde freddamente Valeria.
La dottoressa le mostra la stanza e Valeria si addormenta. La prima notte in un letto diverso da quello dell'ospedale psichiatrico.

"Buongiorno Valeria, io devo andare a lavoro. Vuoi che ti riporti qualcosa da mangiare?"chiede la dottoressa mentre la ragazza scuote la testa.
Poi le porge una copia delle chiavi di casa e si dirige verso la macchina.

È mattina inoltrata quando qualcuno bussa alla porta. Temendo si tratti di qualche visita sgradita, come quando il padre aveva cercato di rapirla da piccola o come quando Marcus si era presentato davanti casa sua, controlla prima l'occhiello.
Trovando il sorriso smagliante di Cristofer apre senza esitare.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?" chiede Valeria al ragazzo.
"Ero stanco e poi un giorno in meno non cambierà di certo la mia buona condotta"esclama sorridendo Cristofer.
"Comunque...sorpresa!"esclama mostrando da dietro la schiena un passeggino con un enorme fiocco regalo rosso.
"Ne avevo bisogno, grazie mille!"esclama entusiasta la ragazza.

Per testarlo si va a preparare, sistema Margot, la mette nel passeggino e tutti e tre vanno a fare una passeggiata.
Cristofer poggia la sua mano su quella di Valeria, attaccata al manico del passeggino.
Vedendoli da fuori sembrerebbero una perfetta famiglia felice, peccato solo che il bambino non sia di lui ma di un mostro senza scrupoli.

Arrivati davanti al Mc Donald decidono di pranzare.
Valeria va a lavarsi le mani in bagno lasciando la figlia a Cristofer, ma per sbaglio si dirige nel retro del locale.
Sente dei passi dietro di lei, ma non fa in tempo a voltarsi che qualcuno le tappa la bocca, portandola nel suo furgone e stordendola.

Si risveglia in una casa familiare: la casa di Marcus.
Non ha incontrato suo fratello dopo essere uscita dall'ospedale e aveva intenzione di fargli una visita, ma evidentemente lui l'aveva preceduta.
Si trova nuovamente con le mani e i piedi legati ad un letto, e quando vede un'ombra entrare nella stanza si immobilizza: è suo padre.

"P..perchè sono qui?"balbetta terrorizzata.
"Per scoprire la verità sulla tua esistenza, ma non stasera, prima devi mangiare e riposare"le dice slegandola.
Lei è ancora stordita, quasi non riesce a reggersi in piedi, e mentre lui esce e chiude a chiave la stanza lei sviene sul letto.
Accumula tutte le sue forze e si rimette in piedi, quando sente una fitta alla pancia che la fa strillare di dolore.
Vaga senza una meta per la stanza trovando la sua biancheria sparsa in giro, nonostante lei abbia ancora i vestiti addosso.
Terrorizzata corre verso la finestra, la apre e, attaccandosi alle grate, grida:"aiuto, se c'è qualcuno che mi sente venga ad aiutarmi!".

Queste, le ultime parole uscite dalla bocca di Valeria, le ultime almeno che siano state registrate prima della sua scomparsa.

Sono passati ormai tre mesi. La polizia ha perlustrato la casa ma di lei e dei suoi aggressori nessuna traccia. Ho cominciato ad indagare sulla sua scomparsa, e qualche indizio riconduceva la loro fuga ad Orlando, ma poi ho perso le sue tracce.

La devo trovare, devo trovare mia figlia a tutti i costi.
Tomlinson, non l'avrai vinta, o almeno non questa volta.

Fine.

Un grido nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora