Capitolo sedici

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Ritornare a New Orleans non è stata una buona idea. Marcel mi sta tenendo in ostaggio nella sua dimora come se fossi un carcerato o qualcos'altro e sono sempre a un passo a perdere definitivamente i miei fratelli.
Le catene con le quali mi hanno legato c'è la verbena e non ho nemmeno la forza di muovermi: il sangue gocciola dappertutto e ho tanta fame.

Sento fischiettare e aprire la porta: << Bene bene! E da un po' che non ci vediamo, Henrik! >> dice Marcel con tono sensuale.

<< M-Marcel...brutto figlio di... >> non riesco a finire la frase che comincio a tossire.

<< Mmm...non sei di bello aspetto sai? Forse...hai bisogno di questo! >> esce una sacca di sangue e ne riempie un bicchierino: bevo e sento quasi tutto il organismo prendere a battere.

<< Ne vuoi ancora? >> mi domanda ironico.

Annuisco e ne bevo ancora fino ad avere abbastanza energie per stare in piedi.

<< Che cosa vuoi Marcel? >> gli domando mentre lui mi toglie le catene.

<< Non è il posto adatto dove parlare Henrik! >> dice, mi prende in braccio e mi porta fuori di lì. Mi aggrappo a lui: noto qualcosa di strano nei suoi occhi, è più premuroso e mi piace.

" Cosa hai appena detto? " urla il mio conscio.

Mi porta in camera di sua e mi distende sul letto mentre lui rimane a dorso nudo.

<< Che muscoli! >> dico sarcastico.

Ride e si distende accanto a me accarezzandomi il viso. Lo guardo e qualcosa dentro di me dice di non fidarmi al cento per cento di lui; mi nasconde qualcosa. Quel poco tempo che sono stato qui sto imparando a conoscerlo. Mi giro di lato e comincio a piangere in silenzio.

<< Che hai Henrik? >> domanda lui posizionandosi vicino a me.

Le parole non mi uscivano dalla bocca: gli vorrei dire quanto è odioso, che fa schifo, che è immaturo e sopratutto gli vorrei dire che sono follemente innamorato di lui dal primo giorno che l'ho visto, ma non potrà mai succedere perché lui ama Rebekah ed è giusto così.
Mi volto per guardarlo ed entrambi rimaniamo in silenzio: Marcel fa il primo passo. Mi bacia.
Senti la sua lingua invadere la mia e le sue mani scivolare lungo il mio corpo.

" Fermati Henrik! " penso.

Ma è troppo difficile, mi sta domando. Dopo qualche minuto mi accosto da lui e corro per il bagno chiudendomi dentro. Mi guardo allo specchio e mi disgusto per ciò che stavo facendo, non per me ma per mio sorella. Lei è innamorata di lui e lui lo stesso e probabilmente io non posso stare con una persona che non ricambia i miei sentimenti.

<< Henrik...tutto bene? >> domanda lui dietro la porta.

Gli rispondo che sto benissimo mentre cerco di uscire dalla finestra. Salto dal balcone e corro il più lontano possibile.

Entro nel mio appartamento: è tutto sottosopra e ci sono macchie di sangue dappertutto.Vado nella camera da letto e prendo dalla cassaforte denaro e il telefono usa e getta, il libro d'incantesimi di Esther e qualche vestito. Uscito da lì mi mimetizzo tra la folla quando Marcel mi appare davanti.

<< Dove pensi di andare ragazzino? >> commenta sarcastico.

<< Devo andarmene di qui Marcel. Tu non puoi capire! >> rispondo con lo sguardo fisso su di lui.

<< Cosa non riesco a capire? Fino a dieci minuti fa ci stavamo baciando e poi cerchi di andartene da New Orleans? Dimmi il motivo? >> dice d'un fiato.

<< Ho bisogno di riflettere! >> affermo e vado via. Mi afferra per il polso, si avvicina e mi bacia nuovamente. << Toglimi una curiosità Marcel. >> dico facendo cadere la borsa a terra. << Perché il mio appartamento è tutto sottosopra? E perché ci sono macchie di sangue in tutte le stanze? >> gli domando preoccupato.

Non mi risponde, si limita solo ad abbassare lo sguardo.

<< Ti ho fatto una domanda...RISPONDIMI! >> urlo davanti a tutti. << Che cosa hai combinato Marcel! >> scoppio a piangere.

Mi guarda: << Ho fatto uccidere il tuo amico Gabriel. >> dice facendo un sorriso.

" Cosaaaaaaa" parla il mio conscio.

Il mondo mi è caduto addosso. Non riesco a respirare e neppure non riesco a camminare. Sento il mio cuore farsi in mille pezzi.

<< Perché l'hai fatto? Come hai potuto? >> urlo dandogli pugni nel petto. << Perché...perché! >> ripeto.

<< Perché quando qualcosa mi appartiene, è difficile che mollo. >> si limita solo a rispondere e se ne va, lasciamo solo.

Ha ucciso l'unica persona che veramente potesse interessarmi: abbiamo fatto l'amore ed è stato fantastico. Ho passato la serata più bella della mia vita e Marcel ha distrutto tutto quanto. È arrivato il momento di fargliela pagare: deve soffrire come sto soffrendo io adesso e per farlo dovrò batterlo in qualcosa che lui tiene: la città.

<< Da adesso si gioca Marcel! >> dico ritornando nel mio appartamento.

The Originals: Il Ritorno di Henrik MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora