Capitolo venticinque

209 8 2
                                    

Finalmente a casa

Mi trovo in un luogo cupo e senza un'uscita d'emergenza; una luce bianca in fondo si fa sempre più grande, ancora più grande quando mi divora tutto.
Mi sento sereno, in pace con me stesso e sopratutto libero. Una voce da lontano mi chiama: <<Henrik! >> fino a sentirla sempre più vicina: il tono sembra essere maschile.

<< Chi sei? >> domando parlando al vento è un ragazzo si materializza davanti a me. << Ethan! >> esclamo mentre lui si avvicina sorridente. << Ma come...>> mi zittisce e mi prende per mano trascinandomi con sé.
Tutto in questo mondo sembra essere diverso da quello precedente. Qui, il male non esiste ed è invaso da tante persone che giocano e scherzano. Vedo spuntare delle bolle di sapone che all'interno di esse ci sono vari momenti di ognuno di noi. " Wow! " penso boccheggiando.

<< Cosa sono? >> gli domando confuso.
Si limita solo a guardarmi, ma non mormora nulla. << Almeno posso sapere dove mi stai portando? >> dico con alzando il tono di voce.

<< Adesso lo scoprirai! >> esclama facendo un mezzo sorriso.

Mi lascia andare la mano e con l'altra avvicina una bolla davanti ai miei occhi, la quale mi assorbe; mi trovo al cimitero di New Orleans, l'ho riconosco perché mi trovò davanti alla teca di Davina. << Cosa ci facciamo qui? >> gli chiedo singhiozzando.

<< Guarda lì...in fondo! >> mormora Ethan alzando il braccio con il dito puntato. << Ti ricorda qualcuno? >> afferma.

<< Sono la mia famiglia! >> esclamo scioccato. Faccio dei lunghi passi per raggiungerli, li chiamo ma nessuno di loro mi sente: alzo il tono di voce, ma niente. Mi avvicino ancora di più, stanno piangendo, anche Niklaus.
Accanto a loro c'è un sacerdote che sta parlando: << Per chi volesse dire qualcosa, può iniziare adesso. >> conclude incrociando le mani.

<< Hanno messo una teca con il mio nome! Mi stanno commemorando! >> dico piangendo.

Ad iniziare a parlare è proprio Nik e comincio a singhiozzare: <<Ammetto di non essere stato un ottimo fratello da quando nostra madre ci trasformò in vampiri, ma una cosa è vera, non ho mai smesso di pensarti ogni giorno della mia vita, fratello.
Sei stato il mio fratellino per pochissimi anni e a causa mia, tu hai subito la peggior morte che augurerei solo al mio peggior nemico. Ma hai saputo perdonarmi e perciò di dico GRAZIE. Riposa in pace Henrik. Sempre...e per sempre! >> conclude lacrimando e lo stesso fanno gli altri, compresa mia nipote.

" Sempre e per sempre. " sussurro e le lacrime scendono a dirotto.

Sento la mano di Ethan poggiarsi sulla mia spalla, mi volto e lo stringo forte. << mi mancano tanto! >> ammetto piangendo.
Lui mi abbraccia e si lascia prendere dalle emozioni. Mi guarda e asciuga la mia faccia: sorride.

<< Ti ho mostrato questo perché ancora la tua famiglia ci tiene a te. Hai preso il mio corpo, hai creato una nuova vita in cinque anni e adesso hai trovato la pace, la quale stavi aspettando da tanto tempo...>> dice prendendomi nuovamente per mano.

<< Sono in paradiso? >> gli domando mentre camminiamo.

<< Non ancora. Sei in una specie di limbo, come tutti gli altri, che aspettano una risposta. >> ammette sorridendo.
Ci avviciniamo davanti una porta bianca: << Cosa c'è dietro questa porta? >> gli chiedo confuso.
La apre e mi mostra la mia famiglia. Sorrido nel vedere la scena di Hope che gioca con Klaus; Freya e Rebekah che parlano, mentre Kol appende un quadro. Infine Elijiah legge come sempre. " Stanno bene! " penso ridendo.

The Originals: Il Ritorno di Henrik MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora